Bentornato a Villa Arzilla, di Alessandro Trisoglio

È arrivato Ibrahimovic, con il suo carico di primavere, a rappresentare la speranza del mondo rossonero di invertire la tendenza di un’annata nata male e che riesce difficile pensare che possa finire peggio.

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Reduce da un paio di tornei giocati nel calcio…dopolavoristico statunitense, il buon Ibra ha dato entusiasmo a San Siro, esploso in un boato quando ha fatto il suo ingresso in campo (chiamato a sostituire l’illusoria meteora Piątek), ha “spizzato” un paio di palle lunghe…e poco altro.

Dal punto di vista mediatico è stato sicuramente un grande colpo, difficile che si trasformi anche in qualcosa di decisivo in campo. Non mancherà sicuramente la giocata, non mancherà forse neppure qualche rete “alla Ibra”, ma investire finanze e speranze in un trentottenne già ampiamente spremuto non depone a favore di una visione proiettata nel futuro da parte della dirigenza milanista.

Impostazioni diverse: c’è chi spende per uno svedese di origini slave di 38 anni e chi lo fa per uno svedese di origini slave di 18 anni. E i risultati parlano da soli.

Post scriptum: Viste in questo scorcio di stagione le prestazioni di Godin, uruguagio considerato come uno dei più forti difensori presenti nel campionato spagnolo dell’ultimo decennio, si comprende perché Ronaldo e Messi, nella Liga, abbiano segnato sempre 40 gol a campionato.

Alessandro Trisoglio

 

immagine tratta da: www.corrieredicomo.it

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