Il mare ad Altavilla

Nel mare di colline che il Monferrato ci offre c’è un paese, Altavilla, che con il mare ha molto a che fare.

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All’ombra di quello che si dice fosse il castello degli antenati di Cristoforo Colombo si trova la statua di bronzo di una bella fanciulla, di due metri di altezza, avvolta da una lunga tunica, senza elmo né armi.

Una giovane “Libertà”diventata  monumento ai caduti. La paternità dell’opera è da attribuire all’artista di origini polacche Paul Maximilien Landowski.

Se non vi dice niente questo nome pensate al Cristo Redentore che domina dal Pan di Zucchero la spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro. Fu lui che lo progettò.

La statua di Altavilla, prima di essere collocata qui dove si trova adesso, solcava i mari di mezzo mondo. Ornava il salone del transatlantico francese “ Normandie” varato nel 1932.

Quando la nave fu demolita approdo’ ad Altavilla grazie al proprietario del castello che ne fece dono al comune.

Per osservare meglio i dettagli della giovane “Libertà” occorre avvicinarsi o, come ho fatto io, salire sul basamento. Lei, altera e immobile ha un braccio nudo,  pendente sul fianco, mentre il braccio sinistro regge uno scudo sul quale, incisi nel bronzo, sono rappresentati i simboli che ricordano gli ideali rivoluzionari “Libertè, Egalitè e Fraternitè” e le tre date simbolo 1789, 1870, 1943 nonché la  Francia, raffigurata mentre cavalca tra le nubi.

Sono presenti anche  l’invasione unnica e la sconfitta dei Saraceni patita ad opera Carlo Martello.

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Non mancano neppure Giovanna D’Arco che aiutò a liberare Orleans sacrificando la sua vita sul rogo e nemmeno la presa della Bastiglia e ancora la dichiarazione dei diritti dell’uomo fino a giungere ad avvenimenti più recenti.

Già che sono lì, in un approccio ravvicinato, appoggio l’orecchio ai piedi della statua, come faccio sempre con le conchiglie. Di tutti gli anni trascorsi a contatto con il mare avrà conservato di certo il rumore delle onde.

Simonetta Gorsegno