Cultura e COVID: quali effetti? I dati (allarmanti) del Piemonte: 20 milioni di perdite

Terminata la seconda fase del monitoraggio dell’Osservatorio Culturale del Piemonte sui danni economici causati dall’emergenza Covid-19 ai settori culturali piemontesi. Tra il 24 febbraio e il 3 aprile si stimano perdite economiche per 20 mln di Euro in tutto il Piemonte. Solo il 33% dei soggetti rispondenti al monitoraggio ha avuto accesso agli ammortizzatori sociali e alle misure di sostegno al reddito previste dal Decreto “Cura Italia” e sono circa 2000 i lavoratori “invisibili” che non hanno avuto accesso agli aiuti. L’indagine proseguirà nei prossimi mesi, con ulteriori fasi di monitoraggio ad aprile e maggio e successivamente nella graduale riapertura.

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È terminata da alcuni giorni la seconda fase di rilevazione promossa dall’Osservatorio Culturale del Piemonte per monitorare gli effetti della crisi pandemica e delle disposizioni adottate per l’emergenza sanitaria da Coronavirus nel periodo dal 2 marzo al 3 aprile.

Il monitoraggio ha visto la partecipazione di poco meno di 600 organizzazioni, istituzioni e operatori culturali piemontesi; questa rilevazione va ad aggiungersi alla prima, che aveva considerato esclusivamente la settimana iniziale di lockdown, ovvero il periodo tra il 24 febbraio e il 1 marzo. Lo scopo dei due monitoraggi effettuati è quello di fornire un quadro il più preciso possibile, rilevato con il dovuto rigore metodologico, per consegnare ai decisori pubblici e privati in primis, ma anche ai media e all’opinione pubblica, informazioni controllate che definiscano la dimensione del danno economico arrecato all’intero comparto culturale e programmare per il futuro strumenti di mitigazione.

I dati sono stati rilevati attraverso un questionario online; la sintesi dei risultati è disponibile nei due cruscotti interattivi realizzati dall’OCP, consultabili ai seguenti link: ● Dati Prima fase (24 febbraio / 1 marzo): https://bit.ly/ocpcovidfebbraio ● Dati Seconda fase (2 marzo / 3 aprile): https://bit.ly/ocpcovidmarzofase2

Le informazioni presenti nei cruscotti non rappresentano una stima dell’impatto economico del Covid-19 sul settore ma la misura delle perdite dirette dichiarate dalle organizzazioni rispondenti e riportate nei questionari.

Come precisa Luca Dal Pozzolo, Direttore OCP nel suo commento ai dati: «Sono stime di perdite nette, incassi mancati e soldi che vengono meno al sistema culturale. Per fare un’analogia con un terremoto, un conto è censire gli edifici crollati e un conto valutare i danni. In questo momento stiamo rilevando i crolli, i soldi mancanti all’intero sistema, più in là ci impegneremo in una visione complessiva sugli impatti economici». Accanto alle informazioni messe a disposizione dagli operatori dei diversi comparti, l’Osservatorio ha realizzato altri approfondimenti, confrontando e completando i dati resi disponibili dagli operatori con i dati delle proprie serie storiche disponibili per musei, esercizio cinematografico e spettacolo dal vivo. Sulla base di questi dati si stima che, nel periodo compreso tra il 24 febbraio e il 3 aprile, le perdite economiche ammontino a circa 20 mln di Euro in tutto il Piemonte, di cui 14 mln di Euro solo a Torino.

Questa stima si riferisce agli incassi totali mancanti – incassi da biglietteria, caffetteria/bar, affitto a terzi degli spazi, realizzazione di eventi extra, contratti di fornitura che soggetti terzi hanno interrotto per la prestazione di servizi. Se si considerano esclusivamente gli ambiti dei musei, cinema e spettacolo – su cui l’Osservatorio ha realizzato un’analisi dei dati più puntuale – le perdite nette ammonterebbero almeno a 16 mln di Euro di cui circa 6 mln riferibili ai musei, 4,8 mln al cinema e 5,2 mln allo spettacolo.

A partire da tali consistenze l’Osservatorio ha costruito ulteriori stime complessive (sempre considerando dati dichiarati e serie storiche) arrivando a prospettare per il primo semestre del 2020 – da gennaio a giugno – entrate mancanti per i settori dello spettacolo dal vivo, cinema e musei tra i 45 e i 47 mln di Euro in tutta la regione: solo a Torino si registrerebbero perdite di circa 29-30 mln di Euro (19 mln di Euro per i musei, 14 per il cinema e 14 per lo spettacolo dal vivo). Va sottolineato che, nonostante si tratti di stime prudenziali, al momento sono grandi i fattori di incertezza legati alla ripresa dei consumi culturali e alle dinamiche di riapertura dei luoghi culturali.

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Gli ordini di grandezza indicati vanno dunque considerati con molta cautela; le informazioni e i dati oggi disponibili andranno raffinati in futuro, seguendo l’evoluzione della situazione attraverso ulteriori fasi di rilevazione previste per le prossime settimane. Rispetto alle misure adottate dal Governo per far fronte nell’immediato alla forte crisi lavorativa causata dalle restrizioni imposte a tutti i settori economici, dall’indagine emerge che soltanto il 33% dei soggetti del comparto culturale, rispondenti al monitoraggio, ha avuto accesso agli ammortizzatori sociali e alle misure di sostegno al reddito previste dal Decreto Legge 18/2020 “Cura Italia”, di questi il 45,6% ha richiesto il bonus 600 €, poco meno del 30% ha fatto ricorso alla Cassa integrazione e il 10% ha avuto accesso al Fondo integrativo salariale. Sebbene le forme di sussidio previste abbiano riguardato una quota sensibile dei lavoratori della cultura, approssimativamente il 15% dei lavoratori è rimasto completamente escluso – in termini numerici circa 2 mila persone conteggiate dai rispondenti al questionario.

La chiusura totale dei luoghi culturali, infine, ha spinto le organizzazioni a riformulare la propria offerta ridefinendo le attività in chiave digitale; il 64% dei soggetti ha avviato iniziative, progettato o ideato contenuti per la fruizione digitale dei prodotti culturali per continuare ad essere in dialogo con i propri pubblici attraverso il web. Una quota pari al 20% del totale ha prodotto contenuti nuovi espressamente progettati per il web, mentre per la maggioranza dei soggetti si è trattato di “spostare in rete” materiali già disponibili in formato digitale.

Quasi tutti (85% dei rispondenti) hanno reso disponibili le loro offerte digitali in maniera completamente gratuita. Dopo questa prima fase l’indagine dell’Osservatorio proseguirà anche nei prossimi mesi, con ulteriori fasi di monitoraggio ad aprile e maggio e nel periodo successivo alla riapertura, per valutare quali saranno le ricadute economiche non solo legate agli effetti delle ordinanze restrittive, ma anche al riassestamento futuro del consumo degli utenti.