Carlo Emanuele Morando: “Sanificazioni e controlli sanitari sono problemi di carattere economico e di responsabilità, morale ma anche e soprattutto legale per le società”
Lo sport è ripartito dopo lo stop legato all’emergenza sanitaria per il coronavirus. Non tutto però. Il calcetto tra amici, ad esempio, non può ancora ripartire.
Continua a leggere l'articolo dopo il banner
Le norme stringenti, però, stanno creando qualche grattacapo alle piccole ASD. Ne abbiamo parlato con Carlo Emanuele Morando, presidente dello Stimmate Calcio.
“È molto difficile per le piccole realtà – spiega Morando – rispettare tutte le disposizioni in vigore, a partire dalla costante sanificazione degli ambienti e dai controlli sanitari che sono una diretta responsabilità delle società. Sono problemi di carattere economico e di responsabilità, morale ma anche e soprattutto legale. Bisogna capire che le piccole ASD sono gestite da dirigenti che ricoprono l’incarico per passione, non per professione, e che pertanto è inammissibile chiedere loro di assumersi simili responsabilità. Si tenga conto che queste avversità si amplificano notevolmente quando si ha a che fare con bambini piccoli, in età delle elementari”.
Un protocollo che, tuttavia, ha dei costi.
“Sicuramente – continua – un presidente ha sempre la testa rivolta contemporaneamente a due pensieri: offrire un servizio utile, apprezzabile e sicuro a costi accessibili e facendo quadrare i bilanci a fine anno. Per molti quest’anno sarà difficile garantire un servizio efficiente e soprattutto a costi accessibili. Se si mantengono invariate le quote d’iscrizione si sfora il bilancio a fine anno, se si aumentano le rette si taglia fuori una sostanziosa fetta di giocatori, allontanandosi così dall’obiettivo di essere una società inclusiva e accessibile. Parliamoci chiaro: se le società gestissero in proprio tutti gli aspetti relativi alle sanificazioni sarebbe anche sostenibile, ma non si raggiungerebbe mai quel grado di sicurezza garantito dalle ditte professioniste del settore che consentirebbe di fare attività con serenità e si rischierebbe di trovarsi al di fuori delle stringenti normative in termini di igienizzazione. A parer mio società che hanno meno di 150-200 tesserati sono fuori dai giochi, a meno che non scelgano di aumentare sensibilmente le quote di iscrizione”.
Per il presidente il punto di svolta ci sarà a settembre.
“Io credo che lo sport dilettantistico sia di fronte ad un bivio – conclude Carlo Emanuele Morando –. A settembre i presidenti dovranno fare una scommessa: giocarsi il tutto per tutto a tutti i costi, cercando di rimanere a galla, oppure chiudere prima di iniziare la stagione. Se vincono la scommessa si ritroverebbero ad avere pochi competitors e con la possibilità di intercettare un buon numero di atleti rimasti senza “casa”. Il problema è che se la perdono si trovano sommersi dai debiti e con la società chiusa. Penso che la stagione 2020/21 segnerà uno spartiacque per lo sport dilettantistico, i veri effetti della pandemia in questo ambito li vedremo dal 2021 in avanti”.