DL Rilancio, Morando (Lega): “Questo governo preferisce elargire mancette a fondo perduto piuttosto che fare investimenti intelligenti”

Egregio direttore,

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la linea politica adottata dal governo e, più in generale, dal Movimento 5 Stelle e dalle associazioni di ambientalisti da salotto in termini di viabilità ed incentivi è autolesionista e caratterizzata da enorme miopia e scarso acume. I pochi fondi a disposizione nel DL Rilancio sono stati destinati al sostegno della micromobilità elettrica, contribuendo erroneamente a dipingere il motore termico come il nemico giurato numero 1 dell’aria pulita. È, infatti, riconosciuto da tutti gli studi che non è la mobilità privata con mezzi a motore termico il principale responsabile dell’inquinamento delle nostre città, bensì il riscaldamento domestico.

Cerchiamo di contestualizzare il discorso: nel mezzo di una pandemia globale è normale che le persone guardino con timore all’eventualità di utilizzare i mezzi pubblici per recarsi a scuola, a lavoro o per i propri spostamenti quotidiani in quanto mezzi sui quali è inevitabile stare vicini ad altre persone. Tanti perciò stanno prediligendo gli spostamenti con mezzi privati, riempiendo le città di automobili. Se questo dato non è facilmente riscontrabile ad occhio nudo è solo perché sono ancora migliaia i lavoratori che stanno operando da casa attraverso il telelavoro.

La risposta della politica a questa nuova esigenza è stata quella di destinare 120 milioni di euro alle persone che scelgono di acquistare biciclette tradizionali o elettriche, monoruota, hoverboard e, soprattutto, monopattini elettrici. Questi ultimi sono aumentati in Italia dai 22mila pezzi del 2016 agli oltre 157mila del 2019. Il bonus mobilità offre la possibilità di recuperare il 60% della spesa, fino ad un massimo di 500€, sull’acquisto di uno di questi mezzi. È stato stimato che l’importo totale è sufficiente a contribuire all’acquisto di 400mila veicoli e che, una volta messo a disposizione sul portale online, si esaurirebbe in 45 giorni (per approfondimenti consultate il sito di ANCMA, espressasi per mezzo del responsabile settore bici Piero Nigrelli). Si consideri che la stragrande maggioranza di monopattini elettrici, hoverboard e monoruota siano prodotti da aziende cinesi, le quali sarebbero le uniche a beneficiare del bonus mobilità.

Gentile direttore, abbiamo sin qui spiegato che gli intenti del governo sarebbero quelli di ridurre l’impatto della mobilità privata sul traffico e l’inquinamento. Eppure nessuna considerazione è stata fatta per quel che riguarda motocicli e ciclomotori tradizionali, mezzi di mobilità privata meno inquinanti e meno impattanti sul traffico rispetto alle automobili. Vi è poi all’orizzonte un problema di carattere economico: al nostro governo forse è sfuggito che una direttiva europea stabilisce che da gennaio 2021 i concessionari di moto non possano più vendere veicoli a due ruote Euro4. Questi mezzi si sarebbero dovuti vendere tutti nell’arco del 2020, ma i mesi in cui statisticamente si registrano più vendite – marzo, aprile e maggio – sono stati quelli del lockdown, con un dato di vendita del -97% sullo stesso trimestre del 2019. Va da sé che oggi i concessionari, per recuperare quel periodo, avrebbero avuto bisogno di rientrare nel DL Rilancio.

A questo si sommi il fatto che, sempre a causa del Covid-19, le pratiche e i test per l’omologazione dei nuovi Euro5 hanno subito forti rallentamenti, facendo palesare il rischio che a gennaio 2021 i rivenditori si trovino con omologazioni Euro4 invendute e non più vendibili e senza che siano ancora arrivati i modelli Euro5 da immettere sul mercato. Un settore già in crisi come quello della vendita dei mezzi a due ruote riceverebbe così la stangata finale, con tutti gli effetti sull’indotto che evidentemente al governo fingono di ignorare: imposte sull’acquisto di mezzi ben più cari delle biciclette, tagliandi, manutenzione, accessori, benzina, assicurazioni, bollo, turismo e tanti altri elementi che smuovono l’economia.

Non è da dimenticare il dato relativo all’inquinamento, che dovrebbe essere prioritario per il governo: l’Italia è il Paese europeo con il parco moto più vecchio, con 2.335.677 Euro3, 1.045.392 Euro1 e 1.891.706 Euro0. Ampliare il bonus mobilità anche a chi acquista un mezzo a due ruote Euro4 o Euro5 rottamandone uno più datato avrebbe significato liberare le strade dalle automobili, ridurre l’inquinamento svecchiando il parco mezzi circolante e generato introiti economici importanti. Ma evidentemente questo non interessa chi non ha una chiara visione politica e amministrativa sull’argomento ma solo la volontà di compiacere qualche esponente dell’ambientalismo salottiero.

Direttore, ancora una volta questo governo preferisce elargire mancette a fondo perduto piuttosto che fare investimenti intelligenti per provvedimenti che contribuirebbero a rilanciare veramente l’economia di determinati settori.

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