Scuola Italiana Statale di Asmara: il Ministero degli Esteri Italiano continua la politica dello “scaricabarile”
Il 24 settembre la vice-ministra degli Esteri, Marina Sereni, ha risposto all’interrogazione del 3 agosto scorso della Senatrice Isabella Rauti (che si ringrazia vivamente per l’interesse dimostrato alla vicenda). Alleghiamo la risposta della vice-ministra per completezza di informazione, ma non possiamo esimerci da un nostro commento. Nella risposta da un lato si gioca allo “scaricabarile”, cercando di scaricare ogni responsabilità sul Governo Eritreo, dall’altro non si è in grado di enunciare una visione politica di vasto respiro, delegando la soluzione del problema alla buona volontà e all’iniziativa del nuovo Ambasciatore appena nominato all’Asmara ed alle sue capacità. Inoltre si sorvola sulle responsabilità del Governo Italiano, nel non aver dato corso alla attuazione dell’accordo tecnico stipulato nel 2012 tra i due governi (non sono mai stati nominati i componenti italiani del Comitato) e per non aver richiesto alla scadenza quinquennale, nel 2017, il rinnovo e o la rinegoziazione dell’accordo stesso, tanto che per due anni la Scuola ha operato solo in forza di un rinnovo annuale volontariamente ed unilateralmente disposto dal Governo Eritreo, nel silenzio delle Autorità Italiane. Questo per ristabilire la realtà dei fatti. Occorre aggiungere che nella risposta manca ogni impegno del Ministero degli Esteri per giungere alla riapertura della Scuola, attraverso una politica di ampia visione per ravvivare la presenza politica dell’Italia nel Corno d’Africa, come stimolo a un pacifico sviluppo economico di quella Regione. L’Eritrea e il popolo Eritreo sono e vogliono rimanere amici dell’Italia, ma l’Italia deve chiarire se vuole mantenere questa amicizia, con gli onori ma anche con gli oneri che ciò può comportare, oppure se vuole abbandonare il campo e lasciare che la “piccola Roma”, come gli Eritrei chiamano la loro capitale, Patrimonio mondiale UNESCO dell’Umanità’, si dimentichi di noi e del passato comune. Ma noi non ci arrendiamo e confidiamo che con una corale opera di sensibilizzazione – per la quale chiamiamo a raccolta tutte le associazioni, le organizzazioni di volontariato, i sindacati, gli alunni,gli ex alunni, i docenti, gli ex docenti – possano essere riprese le trattative tra i due governi, e che il Presidente Conte voglia e possa prendere a cuore la vicenda e impegnarsi personalmente per una soluzione positiva della medesima, così come contiamo anche in una risposta positiva all’appello che abbiamo rivolto al Presidente della Repubblica Eritrea, tramite l’Ambasciatore di Eritrea in Italia.
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Aldo Rovito – Presidente dell’Associazione Culturale IDENTITÀ ITALIANA – ITALIANI ALL’ESTERO