Emergenza Covid, dai tavoli dei locali fino alle aziende agricole e alimentari è crisi
Ristoranti in piazza con vendite dimezzate, è crack filiera per mancate forniture cibo e vino
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Le vendite di cibi e bevande nel settore della ristorazione sono praticamente dimezzate (-48%) nel corso dell’anno con un impatto drammatico a valanga sull’intera filiera, dai tavoli dei locali fino alle aziende agricole e alimentari.
E’ quanto emerge da un’elaborazione della Coldiretti sulla base dei dati Ismea in occasione della mobilitazione in piazza dei ristoratori con la Fipe sulle pesanti conseguenze dell’emergenza Covid che ha portato la protesta anche ad Alessandria con una manifestazione organizzata in piazza Libertà, alla quale hanno preso parte anche il Sindaco, Gianfranco Cuttica di Revigliasco e l’Assessore alle Attività Economiche Mattia Roggero.
“Il crack della ristorazione con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti e pizzerie ha un effetto negativo sull’intero agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato – sottolineano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo – di oltre 9,6 miliardi per le mancate vendite di cibo e bevande nel 2020. Un drastico crollo dell’attività che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori, come quello vitivinicolo, la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato”.
“Dopo il lockdown, le nostre strutture si sono ulteriormente attrezzate per riaprire in totale sicurezza, grazie anche agli ampi spazi di cui in campagna possiamo godere – spiega Stefania Grandinetti presidente provinciale degli Agriturismi di Campagna Amica -. Le cene sono una voce rilevante per il bilancio delle nostre aziende per cui l’asporto e le consegne a domicilio, seppur importanti, non sono sufficienti a coprire le perdite provocate dai nuovi divieti”.
L’emergenza rischia così di penalizzare ingiustamente anche l’agriturismo, luoghi dove è invece più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche e alleggerire gli assembramenti nelle città con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto.
“Servono interventi rapidi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l’acquisto di prodotti alimentari del territorio, a filiera cortissima. Le limitazioni alle attività d’impresa devono prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze, superando il limite degli aiuti di Stato” affermano Bianco e Rampazzo.
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Foto di Maurizio Mazzino