L’infermiere Daniele Pastore racconta il “suo” covid-19 in un libro
ALESSANDRIA – Daniele Pastore è un giovane infermiere del 118 di Alessandria che ha voluto raccontare in un libro la sua esperienza. “Il mio Covid-19, prima linea vs realtà”, un titolo molto significativo.
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“È il mio primo libro e penso sia anche l’ultimo – racconta il giovane infermiere alessandrino – anche perché non sono uno scrittore ma sono un infermiere. La mia intenzione era semplicemente quella di sensibilizzare e far conoscere, non di insegnare, spaventare o impaurire”.
Come tutti i libri nati per sensibilizzare l’opinione pubblica non è frutto di lunghe riflessioni.
“L’idea – prosegue Pastore – è nata per caso, per gioco mentre eravamo in ferie con mia moglie. Poi ho iniziato a scriverlo quando sono rientrato a casa. È stata abbastanza dura però, fortunatamente, mi ha aiutato un ragazzo fantastico di nome Ippazio che ha fatto risultare tutto un po’ più facile”.
Si può acquistare in due versioni: cartecea ed ebook, entrambe disponibili su Amazon.
“Il libro è in vendita online su Amazon al costo di 3,49€ per il formato ebook e di 8,80€ per il formato cartaceo. Forse riuscirò a chiudere delle convenzioni con qualche libreria della zona ma non è ancora nulla di sicuro, quindi non anticipo”.
Ma cos’è il covid-19 per Daniele Pastore?
“La prima ondata – ci racconta il giovane – l’ho vissuta in parte in pronto soccorso ed in parte in ambulanza. In entrambi i fronti è stata dura. Adesso la situazione è veramente grigia perché la gente si ostina a non credere a questo virus dicendo che la mortalità è bassa e non spaventa. Assolutamente vero! Però sono i pazienti critici a spaventare e ad intasare e saturare gli ospedali togliendo il posto ai malati di sempre (oncologici, cardiologici, neurologici, ecc). È questo che la gente non capisce! Ho visto con i miei occhi anche dei negazionisti che, una volta ammalati, si affrettavano ad andare in pronto soccorso per paura. Invito tutti, soprattutto a chi non crede al covid-19, a leggere il mio racconto, che è molto scorrevole e poco impegnativo, perché scrivo di vicende a me accadute e da me vissute. Non voglio fare terrorismo ma purtroppo è così. Alcuni purtroppo non ce l’hanno fatta, molti altri, per fortuna, si”.
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