Patrimoniale, Alberto Gravagno (Lega): “Adesso sarà il popolo a pagare l’incompetenza del Governo”

TORINO – Il Governo prepara la patrimoniale nel modo più subdolo possibile: con un semplice emendamento della maggioranza giallorossa alla Legge di Bilancio. Alberto Gravagno, coordinatore locale della Lega Giovani di Torino, ha espresso tutto il suo disappunto.

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“Per mesi li abbiamo messi in guardia sui rischi del MES e del Recovery Fund – commenta Alberto Gravagno –. Adesso sarà il popolo, già massacrato dalle disastrose scelte che hanno adottato, a pagare i danni della loro incompetenza. Quando leggo certe proposte non posso che pensare ad Indro Montanelli quando diceva ‘La Sinistra ama talmente i poveri che ogni volta che va al Governo fa di tutto per aumentarne il numero’ e infatti siamo di fronte all’ennesimo emendamento presentato da PD e LeU, ma dal quale tutti prendono le distanze adesso che ha fatto scandalo. Inoltre già nel 2012 vi fu una querelle interna al Partito Democratico, con l’attuale Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Francesco Boccia, che premeva per la patrimoniale ma allo stesso tempo noi siamo pronti ad opporci quanto e più di allora. Saranno tassati beni mobili e immobili, case e risparmi degli italiani, già estremamente provati e portati allo stremo da decisioni scellerate che stanno portando la nostra economia ad un passo dal tracollo. Sono mesi che la Lega cerca un dialogo con il Governo e propone soluzioni alternative a quelle messe in atto e invece proprio ora che aleggia nuovamente la minaccia di una riforma del MES e che i soldi del Recovery Fund tardano ad arrivare, esattamente come pronosticato, proprio ora che commercianti e lavoratori autonomi manifestano alle istituzioni tutta la loro disperazione, ecco che si vuole mettere mano alle tasche dei cittadini per appianare i danni creati dall’incompetenza di questo Governo. Non si può amministrare con superficialità una nazione come l’Italia, soprattutto in un momento di forte crisi come quello attuale”.

Una patrimoniale che, per il giovane leghista, si potrebbe evitare con la semplice emissione di titoli di stato.

Questo Governo – continua Alberto Gravagno – non si era formato per non far aumentare l’IVA, per evitare manovre ‘lacrime e sangue’? Tassare non è mai la soluzione, meno che mai lo sarebbe un prelievo coercitivo dai conti dei cittadini. Tutti sono più che consapevoli che la proposta della Lega, depositata dal Sen. Armando Siri e ferma da anni al varo del Parlamento, di creare un’aliquota unica e giusta per tutti come la Flat Tax al 15% aveva portato grandi miglioramenti per le aziende che ne avevano potuto beneficiare nella prima fase di attuazione e, di conseguenza, per l’intero panorama economico italiano. L’alternativa alla patrimoniale, invece, potrebbe essere l’emissione di nuovi Btp, titoli di stato, il cui acquisto non forzoso permetterebbe di dare respiro alle casse dello Stato, martoriate da una politica di assistenzialismo che va nella stessa direzione del Reddito di Cittadinanza e che andrebbe invertita con un vero piano di rilancio e di investimenti. Abbiamo assistito inermi ad un continuo spreco di soldi pubblici nell’innovativa e disfunzionale modalità del ‘click day’ e adesso vorrebbero sottrarre ai cittadini i soldi guadagnati con fatica e già tassati per darli ai percettori dei vari bonus? Siamo alla follia”.

Anche il MES, per il politico torinese, sarebbe da evitare perché provocherebbe la rovina economica della nazione, spalancando le porte alla Troika.

Il MES, soprattutto con la sua eventuale riforma – prosegue Alberto Gravagno -, è più che controproducente, in particolar modo dopo una pandemia che porta ad un conseguente innalzamento del debito: porterebbe alla Troika modello Grecia. Per chi non si fosse ancora reso conto di come funziona il cosiddetto ‘Fondo Salva Stati’, ricordo che si tratta di foraggiare con i nostri soldi un fondo comune per poi pagare interessi spropositati quando vorremo indietro anche solo una minima parte di quella cifra.  MES e Recovery Fund sono letteralmente prestiti con condizionalità, limiti che saranno imposti unilateralmente a tutti. Peccato che il grande cruccio dell’eurozona e del funzionamento dell’Euro sia proprio l’imposizione di parametri uguali per territori molto diversi tra loro, portando forte squilibrio economico fra le varie aree”.

Se il Governo continuasse con le politiche attuali, però, per il giovane politico la situazione economica nazionale potrebbe, addirittura, peggiorare.

Il Presidente del Consiglio – conclude Alberto Gravagno – ha gestito la situazione in modo autoritario dettando legge a scavalco del Parlamento grazie allo strumento dei DPCM. Il Governo ha emanato decreti di limitazione delle libertà individuali con poca attenzione alle richieste che gli pervenivano da Regioni e territori, ha creato zone differenziate di contingentamento con dati vecchi di almeno 10 giorni, ha penalizzato tutte le categorie di commercianti senza una ratio. Il doppiopesismo che hanno è completamente insabbiato dalle televisioni. Due partiti che portano avanti battaglie ideologiche per il taglio dei parlamentari, nascondendo che il risparmio effettivo per i cittadini sarà di un massimo di 100 milioni annui, spendono cifre astronomiche nella creazione di Comitati Tecnici Scientifici i cui esperti (da Vittorio Colao, ex Amministratore Delegato di Vodafone, al criticatissimo Commissario Domenico Arcuri) non sono serviti a rassicurare gli italiani e soprattutto ad evitare la situazione di default economico che stiamo rischiando o la tanto preannunciata ‘seconda ondata’. Questo Governo è riuscito ad ingigantire il problema creato dal virus e ad annichilire ogni spinta economica. Nessun aiuto è arrivato alle 100 mila aziende che si sono viste costrette a chiudere, alle 600 mila attualmente a rischio di fallimento o alle migliaia di imprese nascenti che non apriranno mai. Dalla scuola ai mezzi di trasporto, dalla pubblica amministrazione al lavoro privatistico, le misure di contenimento al virus adottate da Conte e dai tecnici di cui ha scelto di circondarsi sono inefficaci per la prevenzione sanitaria e allo stesso tempo mettono a rischio interi comparti economici. La gente ha bisogno di sicurezza e stabilità, di incentivi e di piani di investimenti. Se si continua in questa direzione avremo un 2021 ancora più duro dell’anno in corso e ne soffriremo prima di tutto da un punto di vista sociale”.

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