Alle origini del gioco del calcio
Cercando e ricercando fra gli archivi: il gioco del calcio
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Durante una ricerca è stato rinvenuto uno scritto, riportato sul Secolo XIX del 30 maggio 1897, descrittivo del gioco del football, per dirlo con gli inglesi, se non il primo, senz’altro uno dei primi.
“Le squadre sportive, a quel tempo, erano poche, fra esse s’annovera: Unione Pro Sport di Alessandria, Unione Football di Torino, Regio Ginnasio di Pavia, Regio Istituto Tecnico di Genova, ed altre.
Piacquero moltissimo i giochi della palla vibrata e del calcio, come informa l’articolo di quel tempo, una disciplina sportiva già regolamentata con il testo scritto il quale impone un campo rettangolare pianeggiante di m. 120 x 60, su cui corrono 22 giocatori: 11 per squadra, il cui compito è quello di recuperare la palla per essere spedita nella porta dell’avversario, sistemata nell’esatta metà del lato minore del campo.
È, questa, formata da due pali piantati nel terreno la cui altezza, in verticale, è di m. 2,50 distanti m. 7,25, alla cui sommità è tesa una corda, oggi sostituita dalla traversa.
Dieci giocatori tendono ad impossessarsi della palla all’avversario per lanciarla nella porta antagonista, affinché la sua squadra abbia un punto; questi non possono toccare il pallone con le mani, né con le braccia, devono impiegare i pedi per calciare, le gambe, la testa per respingere: l’unico degli 11 giocatori, a poter usufruire delle arti superiori è il cosiddetto portiere, quale ferreo custode della porta: quando il palone avanza per entrare nella luce dovrà fermarla, respingerla, cacciarla ad ogni costo, per evitare il punto di penalizzazione.
Il pallone, generalmente in cuoio, ha all’interno una specie di camera in gomma insufflata con aria, durante la partita si rimanda con i piedi, dall’uno all’altro degli atleti della stessa bandiera, impedendo all’avversario di recuperarla, per arrivare in prossimità dell’area avversaria al fine di centrare, con il calcio, la tanto agognata porta per conquistare il famigerato punto.
Guadagna la competizione la squadra capace d’esser riuscita a violare la porta il maggior numero di volte.”
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Franco Montaldo