La stazione di Casale perde la biglietteria: l’ira del PD
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Nel 2014, dal cambio delle amministrazioni, locale e regionale, con fatica, alti e bassi, ma con piccoli passi, uno dopo l’altro, tra il 2014 e il 2019 sono stati aperti i tavoli di discussione a livello locale, provinciale, regionale e ai livelli intercomunali, interprovinciali e interregionali.
Sono state rimesse a bando le tratte nel 2015, sono state fatte diverse riunioni e tavoli tecnici soprattutto a Casale Monferrato, con la Regione, i Comuni del territorio, le scuole, le associazioni e si è arrivati a firmare il 10 gennaio del 2018 il protocollo di intesa tra diversi soggetti: Regione Piemonte, Regione Lombardia, Agenzia della Mobilità Piemontese, Provincia di Alessandria, Provincia di Pavia, Provincia di Vercelli, Comune di Casale Monferrato, Comune di Mortara, Comune di Vercelli, per la riapertura delle linee e la gestione coordinata del servizio ferroviario.
Infine, con RFI è partito il ripristino della infrastruttura della tratta Casale-Mortara.
Si poteva fare di più tra il 2014 e la primavera del 2019? Può darsi, è sempre possibile fare meglio, anche quando l’impegno profuso è comunque molto!
Del resto, si sa, a smantellare, come fece la giunta regionale di centrodestra guidata da Cota, si fa in fretta, ma ripartire, soprattutto con tanti attori e investimenti, è decisamente più complicato.
E ora, cosa si raccoglie a un anno e mezzo dalla vittoria nel 2019 delle compagini del fare?
Lettere, comunicati, dichiarazioni, attacchi alle amministrazioni precedenti, fin dall’estate 2019. Per poi risentire, a settembre 2020, l’Assessore regionale Gabusi tornare sull’argomento della Casale – Mortara per dire che al momento, non c’erano novità. E da allora, più nulla.
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E ora, la notizia che dal 4 dicembre non ci sarà più la biglietteria in stazione.
Questo è un segnale negativo per tutti i Comuni e cittadini del territorio casalese, che in un anno e mezzo non sono stati coinvolti, sul tema dei trasporti, come su svariati altri temi che abbiamo già segnalato. È un segnale negativo per chi crede nello sviluppo del nostro territorio, legato al turismo e che quindi ha bisogno di migliorare l’accessibilità.
Non è più tempo di annunci, serve almeno qualche passo avanti concreto, evitando il gioco dello scaricabarile.
Se tra il 2014 e la primavera del 2019 si sarebbe potuto fare anche di più, difficilmente dal giugno 2020 si sarebbe potuto fare peggio di così.”
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