Nel ricordo d’un amico scomparso: Franco Castellaro

CASTLARÌ com’era conosciuto dagli amici, ovvero Franco Castellaro, il poeta di Valenza, ha superato tante avversità per cedere ottantaseienne all’Hospice di Casale, un notevole traguardo superato in compagnia della poesia, quella satirica, della musica meritevole di parecchia attenzione.

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C’è la Pasqua postdomani, / cosa porterà di nuovo? / Qual sorpresa noi cristiani / troveremo dentro l’uovo? / Meno tasse da pagare? / Le pensioni maggiorate? / ecc, ecc…. È, questo, un breve stralcio d’un sonetto uscito dalla penna, o meglio, dalla mente di Franco, un poeta orafo, musicista amico di Gino Prandi conosciuto per le sue poesie argute, sempre focalizzate sull’evento d’attualità.

Franco ha lavorato parecchi anni al banco di orafo, con tanta voglia di scrivere, la sua benevolenza ha accattivato la stima dei suoi concittadini con le parole, soprattutto con i fatti, una presenza importante per Valenza di cui ha raccontato  gli eventi, ha descritto tanti personaggi, visti con i suoi occhi mai offensivi, sempre benevoli piuttosto il suo sguardo era propenso a spronare quando s’insediava lo stallo, costantemente attento a non superare i toni della cortesia.

I sui scritti scuotono la meditazione, accompagnano il lettore a pensare attraverso un modo espressivo, catturato sulle esperienze, sulla vita vissuta,  succedute negli anni,

ha trascorso momenti difficili, del resto come tutti, racconta di … essere scampato, da bambino, anni a un bombardamento tedesco… un evento unito a tantissimi altri da cui ha saputo trarre una personalissima filosofia di vita, amalgamata alla sua sensibilità tanto da essere apprezzato per i suoi scritti, primo fra tutti: Ricordi di un cronista in rima.

La scrittura è per  Castlarì, com’è chiamato dai suoi tanti amici d’oltre Colla, una grande passione, dopo le ore passate con i gioielli, i metalli preziosi, s’armava di carta e penna per scrivere, così come aveva collaborato in veste di giornalista su alcune testate.

Raccontava quanto succede attorno alla sua città, non si prendeva nemmeno troppo sul serio, anzi l’innata ironia lo rendeva simpatico ai lettori.

Ti giunga il mio saluto

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 Franco Montaldo