Governo Draghi: le proposte degli italiani all’estero

L’Associazione Culturale “Identita’ Italiana – Italiani all’estero” presieduta dall’Avv. Aldo Rovito ha scritto al Presidente del Consiglio incaricato, Prof. Mario Draghi per illustrargli alcuni problemi di cui il nuovo Governo dovrà occuparsi riguardanti le nostre collettività all’estero.
Questi i punti trattati nella nostra lettera:
 PIANO VACCINALE.
Nella necessaria rivisitazione e implementazione del piano vaccinale (alla luce dei ritardi nelle forniture dei vaccini, delle riscontrate “varianti” del virus, delle diversita’ nell’attuazione tra Regione e Regione), si richiede che ci si ricordi anche degli Italiani all’estero. Pensiamo ai membri delle nostre Forze Armate dislocati all’estero impegnati in varie missioni di pace e di sicurezza  internazionale, pensiamo ai dipendenti delle Ambasciate, dei Consolati, degli Istituti di Cultura, delle Camere di Commercio Italiane all’estero, delle Scuole Statali Italiane all’Estero, pensiamo soprattutto a quei nostri connazionali che risiedono in Paesi nei quali, per carenze storiche delle infrastrutture sanitarie o per condizioni di crisi delle finanze pubbliche, con molte difficolta’ e ritardi potranno essere avviati efficaci piani di vaccinazione della popolazione residente. Ci sembra doveroso che il Governo Italiano si occupi della vaccinazione anche di questi nostri connazionali. Richieste in tal senso sono state gia’ sottoposte al Ministro della Salute dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE); abbiamo sollecitato il personale impegno  del Presidente del Consiglio presso il Ministro competente perche’ questa parte importante della nostra Comunita’ Nazionale non venga trascurata e abbandonata a se’ stessa.
SCUOLA STATALE ITALIANA DI ASMARA.
A una esplicita richiesta della nostra Associazione  il Presidente del Consiglio che l’ha preceduto nell’incarico  aveva assicurato di aver affidato all’Ambasciatore Italiano in Eritrea (all’epoca appena nominato) il compito di adoperarsi per ottenere la riapertura dell’Istituto Statale Onnicomprensivo Italiano di Asmara. Richiamiamo qui brevemente l’importante funzione culturale e formativa  svolta in oltre cento anni di vita da quella istituzione a beneficio dei giovani italiani ed eritrei, l’importanza di una forte presenza dell’Italia con gli strumenti della Cultura in quella particolare regione del Continente Africano, non solo per l’immagine del nostro Paese, ma anche per lo sviluppo delle relazioni commerciali ed economiche. Abbiamo chiesto al Prof. Draghi di voler assicurare il massimo sostegno  all’Ambasciatore d’Italia in Eritrea perché le iniziative che avrà già predisposto e posto in essere possano conseguire l’auspicato obiettivo della riapertura della Scuola di Asmara.
SCUOLE STATALI ITALIANE ALL’ESTERO.
Queste benemerite Istituzioni hanno costituito per anni il fiore all’occhiello della nostra presenza all’estero; esse sono state un esempio dell’”eccellenza” italiana. Bisogna ricondurle al loro antico elevato livello formativo e culturale, attraverso un aumento dei fondi ad esse destinate per lo svolgimento di attività culturali  integrative extrascolastiche, per l’apertura di sezioni di Scuola Materna  e di Asili Nido (riducendo le spese a carico delle famiglie) e soprattutto programmando una graduale eliminazione o almeno una significativa riduzione degli incarichi d’insegnamento affidato a “contrattisti” in loco. Secondo il nostro modesto avviso, nelle Scuole Italiane all’Estero dovrebbe insegnare personale italiano inviato dal Ministero della Pubblica Istruzione.
GESTIONE DEI FINANZIAMENTI EUROPEI PER LA RIPRESA ECONOMICA CAUSATA DALLA PANDEMIA ANCORA IN ATTO.
La promozione della cultura e della Lingua Italiana all’estero, sia presso i connazionali emigrati (oltre 6 Milioni gli Italiani registrati attualmente  all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero- numero in continua crescita negli ultimi cinque anni), sia presso gli italo discendenti (il cui numero di difficile quantificazione e’ comunque stimato tra i 50 milioni e i 150 milioni di persone e rappresenta percentuali di tutto rilievo nella popolazione di alcuni paesi del Sudamerica) costituisce il migliore investimento pubblico per incentivare sia il turismo verso il nostro Paese, sia le esportazioni dall’Italia, come ha di recente ricordato anche il Presidente della Societa’ “Dante Alighieri”, Prof. Andrea Riccardi.
E’ necessario dare impulso con finanziamenti aggiuntivi collegati a progetti innovativi (ad es.: L’insegnamento della Lingua Italiana a distanza) l’attività di tutti quegli Enti (Istituti di Cultura, Scuole Statali Italiane, Enti gestori, Societa’ Dante Alighieri, Associazioni degli Emigrati) che gia’ operano sul campo, con l’obiettivo di rafforzare l’immagine dell’Italia nel mondo e di aiutare così indirettamente ma proficuamente la ripresa dell’economia italiana.  In questo ambito andrebbe anche rivisto e migliorato il sistema di contribuzione alla stampa italiana all’estero, semplificandolo e sburocratizzandolo e implementando i fondi relativi. I finanziamenti aggiuntivi potrebbero provenire dai finanziamenti dell’Unione Europea del cosiddetto “Recovery Fund”.
RAPPRESENTANZA DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO.
La recente riforma costituzionale con la quale si e’ ridotto il numero dei Deputati e dei Senatori, ha colpito in maggior proporzione la rappresentanza degli Italiani all’Estero. Basti pensare che Regioni Italiane con popolazione pari agli oltre sei Milioni di Italiani iscritti all’AIRE hanno un numero di deputati e Senatori superiori a quelli assegnati alla Circoscrizione “Estero”. Occorre prendere atto di questa realtà, che comporterà una rappresentatività con minor peso di noi residenti all’estero nel  Parlamento che sarà eletto al termine del mandato delle attuali Camere. E’ necessario riequilibrare questo deficit di rappresentanza, per il che abbiamo suggerito, come via meno difficile da percorrere,  quella di affidare maggiori competenze sia ai COMITES, sia al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), mediante una iniziativa legislativa d’impulso governativo.
RIMPATRIO DEI 1500 ITALIANI BLOCCATI IN BRASILE.. COMUNITA’ DEGLI ITALIANI IN CRIMEA.
Da ultimo abbiamo  sottoposto all’attenzione del Presidente Draghi due problemi che necessitano di un intervento urgente  da parte del Governo appena costituito:
-Il primo caso e’ quello rappresentato dai circa 1500  Italiani rimasti bloccati in Brasile a seguito della sospensione decretata il 15 gennaio scorso dal Ministro della Salute degli ingressi in Italia di persone provenienti dal Brasile, a seguito dell’aggravarsi della situazione pandemica in quel Paese. Occorre provvedere d’urgenza al rimpatrio di questi connazionali, molti dei quali cominciano a trovarsi in difficoltà economiche,  altri corrono il rischio di perdere il lavoro in Italia.
-Il secondo caso e’ quello della Comunità di Italiani di Crimea, comunità fiorente e numerosa per tutto il XIX secolo, ridotta oggi a poche centinaia di persone, sopravvissute alle tremende esperienze della deportazione nei Gulag siberiani subita per il solo fatto di essere di origine italiana. Con l’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa e le conseguenti sanzioni imposte alla Federazione Russa dalla Unione Europea, e’ diventato impossibile per questa Comunità mantenere i rapporti con l’Italia, rapporti che da pochi anni erano stati ripresi con borse di studio per giovani presso Università Italiane, viaggi di istruzione, scambi culturali. Pur avendo ottenuto da pochi anni il riconoscimento di “minoranza etnica perseguitata”  con decreto del Presidente Putin, a questi nostri “fratelli” e’ di fatto impedito ogni contatto con l’Italia, ad esempio per ricevere i libri per la scuola in cui viene insegnata la Lingua Italiana dai volontari dell’Associazione Italiani in Crimea (CERKIO).