Confartigianato: appello per il “settore benessere”
SETTORE BENESSERE – Appello alle istituzioni per l’immediata riapertura degli operatori del settore dei servizi alla persona.
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Allarme abusivismo: un settore sempre sotto attacco degli irregolari secondo un recente calcolo sempre di Confartigianato, si stima come in Piemonte “colpiscono” direttamente il 20% delle imprese regolari.
Stefania Baiolini (Presidente Nazionale e Regionale di Confartigianato Estetiste): “Non si può penalizzare chi lavora onestamente a favore degli abusivi”.
Confartigianato ha calcolato che l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza sleale degli abusivi in questo mese di serrata causerà alle imprese del Piemonte di acconciatura e di estetica una perdita economica di circa 30 milioni di euro.
Sono 12mila le imprese artigiane del Piemonte attive con 22 mila addetti.
Confartigianato Imprese Piemonte e Confartigianato Imprese Torino lanciano un accorato appello alla politica e alle istituzioni locali, per favorire la riapertura dei servizi alla persona (acconciatura, estetica, tatuaggio e piercing) con una pronta modifica al DPCM del 2 marzo 2021 che reintegri le attività di acconciatura ed estetica nell’allegato 24, consentendone lo svolgimento nelle zone rosse ed evitando in tal modo l’incremento del fenomeno dell’abusivismo.
Ricordiamo che il 6 aprile scorso la Prefettura di Torino, successivamente alle sollecitazioni che il Comitato Unitario delle Confederazioni Artigiane del Piemonte ha avanzato alle Istituzioni del territorio rispetto al tema dell’abusivismo per le imprese operanti nel comparto delle acconciature e dell’estetica, ha convocato una riunione per la trattazione del problema relativo all’abusivismo.
In quell’occasione Alberto Sacco, Assessore al Commercio e Artigianato del Comune di Torino, ha anticipato che è allo studio una campagna di sensibilizzazione rivolta al contrasto dell’abusivismo. La campagna riguarderà più settori, tra questi anche quelli afferenti il benessere.
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Confartigianato Imprese Piemonte e Confartigianato Imprese Torino si fanno portavoce delle istanze e del grido di allarme lanciato dalle imprese del benessere rispetto ai disagi provocati dalla chiusura di tali attività nelle zone rosse prevista dall’allegato 24 al DPCM del 2 marzo scorso, nel quale i servizi dei saloni di barbiere e parrucchiere sono stati aggiunti ai servizi dei centri estetici, già esclusi dallo stesso allegato al DPCM del 3 novembre 2020.
Secondo l’ultimo DPCM le imprese del benessere (chiuse dal 15 marzo), rimarranno chiuse fino a quando il Piemonte sarà in zona rossa (probabilmente fino al 12 aprile).
Confartigianato Imprese ha calcolato che l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza sleale degli abusivi in questo mese di serrata causerà alle imprese di acconciatura e di estetica del Piemonte una perdita economica di circa 30 milioni di euro.
Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, in questi settori in Piemonte si registrano 12.137 imprese artigiane del settore dei servizi di acconciatura e altri trattamenti estetici, con circa 22mila addetti, che offrono servizi di acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti estetici.
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Un settore sempre sotto attacco da parte degli abusivi; secondo un recente calcolo sempre di Confartigianato, si stima come in Piemonte “colpiscono” direttamente il 20% delle imprese regolari.
Ed è soprattutto in questo periodo che nel settore del benessere e della cura della persona è allarme per il proliferare di abusivi e irregolari che offrono “servizi itineranti e a domicilio” per il taglio dei capelli, manicure e trattamenti estetici.
“Al di là dei pesanti danni economici a carico delle imprese – sottolinea Giuseppe Anastasia, responsabile settore benessere di Confartigianato Imprese Torino – i provvedimenti hanno favorito, fin dalla prima chiusura del marzo dello scorso anno, una pericolosa e ormai ingestibile proliferazione dell’offerta irregolare, agevolata dalla disponibilità di soggetti che, a fronte dell’impennata della richiesta, continuano a erogare abusivamente al proprio domicilio o in quello del cliente, i servizi preclusi alle imprese. È stato fatto pertanto presente, anche con una nota del nostro Presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli indirizzata al Ministro Giorgetti, che la chiusura delle attività regolari, proprio in considerazione della particolare situazione emergenziale che vede un aumento costante dei contagi dovuti alla maggiore virulenza delle varianti del SARS-CoV-2, va a nostro avviso nella direzione opposta a quella auspicata dal Governo, andando ad amplificare il rischio piuttosto che contenerlo. E’ opportuno definire al più presto strumenti più incisivi coinvolgendo le autorità competenti che possano eliminare o quantomeno arginare questi servizi forniti abusivamente, ridando spazio alle imprese in regola che seguono i protocolli anti-contagio Covid-19.”
“Ci sono almeno tre validi motivi per la riapertura – spiegano Stefania Baiolini, Presidente Nazionale e Regionale di Confartigianato Estetiste e Enrico Frea, Presidente Regionale del settore acconciature di Confartigianato Imprese Piemonte – Primo, gli investimenti e le precauzioni adottati per l’adeguamento ai protocolli di sicurezza per garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro e per evitare la diffusione del coronavirus, garantiscono nei saloni e nei locali aziendali elevati ed efficaci livelli di prevenzione, ulteriori peraltro alle già rigide misure di sicurezza normalmente rispettate dagli operatori del settore a tutela della salute della propria clientela. Secondo, i saloni e i centri dove vengono prestate le attività di servizi alla persona non possono in alcun modo essere intesi quali luoghi di assembramento, stante il rigoroso rispetto degli indirizzi operativi riportati nell’Allegato 9 al D.P.C.M. 02 marzo 2021 per i singoli settori di attività, che consentono l’accesso dei clienti solo tramite prenotazione (su appuntamento) con rigorosi protocolli di igiene e il mantenimento dell’elenco delle presenze per almeno 14 giorni. Ed infine, permettendo la regolare apertura delle attività, le imprese potrebbero contare sugli introiti derivanti dai servizi e dalle prestazioni resi alla propria clientela, senza gravare sui conti pubblici per gli ammortizzatori sociali”.
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“Per questi motivi – concludono Baiolini e Frea – chiediamo ai rappresentanti politici di intervenire per favorire una pronta modifica al DPCM del 2 marzo 2021 che reintegri le attività di acconciatura ed estetica nell’allegato 24, consentendone lo svolgimento nelle zone rosse ed evitando in tal modo il protrarsi della situazione di pericolo per i cittadini fruitori di tali servizi erogati abusivamente e chiediamo, infine, di intraprendere azioni mirate per porre fine al dilagarsi della piaga dell’abusivismo”.