Ad uno studente di 18 anni è stato fatto un TSO perché protestava contro la mascherina in classe. Ne parliamo con Marco Dialuce
FANO – Nei giorni scorsi ha destato molto clamore la protesta pacifica di uno studente di 18 anni che a Fano si è legato al banco per protestare contro l’obbligo della mascherina in aula. Un obbligo che, però, non è più in vigore dopo la sentenza del TAR del Lazio. Ne abbiamo parlato con Marco Dialuce, uno studente di Giurisprudenza che ha ottenuto importanti successi contro il coprifuoco.
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“La mascherina – spiega Marco Dialuce – non è più obbligatoria al banco in condizioni di distanziamento poiché, dopo il ricorso al TAR del Lazio, si è stabilito che non c’è una motivazione scientifica che i ragazzi debbano indossare la mascherina in condizioni di distanziamento. Prima era obbligatoria al banco, adesso con il DPCM vigente non è più obbligatoria. Questa storia è molto delicata perché una protesta pacifica, che oserei dire gandiana, di un ragazzo che si era legato al banco senza mascherina. È stato sottoposto a TSO disposto dal Sindaco di Fano. Il TSO, però, si può fare per soggetti pericolosi per l’incolumità altrui. Questo ragazzo non si è capito se si sia agitato ma, di certo, non era pericoloso per l’incolumità altrui. È stato un attacco vergognoso per i diritti umani e la libertà altrui e speriamo che si faccia chiarezza e giustizia”.