Frammenti di memoria contemporanea: il saggio “Alle origini di Alessandria (dal Gonfalone del Comune nella Lega Lombarda all’Aquila imperiale degli Staufen)”

In occasione dell’837 Compleanno della Città di Alessandria, il 3 maggio 2005 venne distribuito il saggio “Alle origini di Alessandria (dal Gonfalone del Comune nella Lega Lombarda all’Aquila imperiale degli Staufen)”, che ho avuto il piacere e di curare raccogliendo i testi di autorevoli studioso (edito da IGrafismi di Ugo Boccassi, per conto della Presidenza del Consiglio Comunale di Alessandria). Riporto il sommario con gli esaurienti titoli programmatici dei vai capitoli: La storiografia sulle origini di Alessandria di Francesco Panero; Cesarea, città d’Italia e città d’Europa, dal gonfalone del Comune nella Lega di Lombardia all’Aquila imperiale di Federico Barbarossa (1168 – 1183) di Geo Pistarino; Alessandria di fronte agli Imperatori Staufen di Pierre Racine; Il governo di Alessandria alle origini del Comune. La costituzione federale di Romeo Pavoni; “Lombardia” e Monferrato negli autori bizantini (Secoli XII-XV) di Sandra Origone; Hinterland meridionale di Alessandria: Il Basso Monferrato, detto Oltregiogo, parte integrante del Ommune Ianue et eius djstrictus di Mario Buongiorno; Uomini dell’Alessandrino nel vicino Oriente sulla fine del Medioevo di Laura Balletto; “Alexandria… quello loco tanto importante al stato nostro…” Alcuni momenti delle vicende di Alessandria nei suoi rapporti con Milano (secc.XIII-XV) di Gigliola Soldi Rondinini; Produzione e conservazione della memoria documentaria ad Alessandria nel Basso Medioevo di Ausilia Roccatagliata;Genovese mercants and their activities in Nicosia from March to October 1297di Nicholas Coureas con l’appendice  Riflessi ciprioti su Alessandria e il Monferrato sulla fine del Duecento di Geo Pistarino.

 

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

(estratto, la prefazione di Geo Pistarino) Nell’Otto-novecento, il livello dei contatti, in sede di Cultura popolare, tra il Piemonte, da un lato, la Provenza e la Catalogna, dall’altro, era assai meno incisivo del flusso politico-culturale del Secolo XI, quando non esistevano i moderni confini di Stato tra Italia e Francia.

Il toponimo di Occitania, quale indici dell’ampio panorama culturale tra Catalogna, Provenza e Piemonte, allora era assai noto ed attivo; lo è rimasto oggi assai meno in Piemonte, perché la mancanza di continuità sulla linea marittima, occupata in Italia dalla terra dei Liguri, cioè la Liguria, non fu compensata, anzi divenne più ancora discriminante, sul confine delle Alpi.

Entrati ora in ambito europeo, eliminandosi le precedenti barriere interstatali, che spesso hanno compromesso la validità della ricerca storica oggettiva, viziata allora da un forte senso nazionalistico, abbiamo inteso proporre la fondazione di Alessandria quale modello specifico della nuova storia europea, libera da vincoli, consci od inconsci, dello Stato-nazione, spesso nazionalistico, come nella stessa Italia antifrancese in pieno secolo XX, sotto governo fascista.

Alessandria ci è apparsa come un modello specifico della nuova storia europea, già vitale in pieno medioevo.

La sua fondazione è sempre stata considerata, nella storiografia italiana dell’Otto-novecento, quale un forte episodio della lotta del comune italiano contro l’oppressione straniera, rappresentata dal Barbarossa nemico.

In realtà sappiamo benissimo che Federico I Barbarossa non fu considerato nel suo stesso tempo, in Italia, come un principe straniero oppressore, ma, negli stessi Comuni, come il legittimo sovrano, contro il quale i comunisti italiani (usiamo il termine in senso medievale) rivendicavano, come è sempre stato in Italia, nuovi modelli di governo locale e, soprattutto, maggiore libertà d’azione in sede economica.