Monfrà Jazz Fest: tre serate di stelle illuminano la gioia della musica

Il festival chiude con la magica tromba di Boltro, in questa edizione ha portato più di 70 musicisti sui palchi del Monferrato

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E’ stata una manifestazione di altissimo livello, che ha valorizzato la musica, il territorio ed i prodotti della nostra terra. Ci complimentiamo con la splendida organizzazione e auguriamo al Festival lunga e prospera vita: abbiamo bisogno di iniziative come questa che ci portino all’onore delle cronache nazionali. Un grande biglietto da visita!

Dopo essere stato tra boschi, distillerie e vigne il Monfrà Jazz Fest ha celebrato l’amore per la musica nel suo ultimo weekend a Casale Monferrato per le vie del centro e al Chiostro di Santa Croce. Una ventina di concerti in tutto, molti dei quali sold-out e tantissima musica. Tutto comincia venerdì 10 settembre, quando le luci del palco principale si illuminano per Gianni Coscia e Max De Aloe per una performance che sarà ricordata anche tra le più divertenti del MonJF. “E’ un lamentone”, esordisce De Aloe scherzando sull’età di Coscia, dopo che questi ha chiesto al pubblico di venire più vicino al palco e a Genny Notarianni, la brava presentatrice del MJF, di non chiamarlo “maestro”. Ma Coscia, che ha appena compiuto 90 anni, rimane capace di affrontare ogni brano con un sorriso: “La fisarmonica non l’ho mai presa sul serio, ho cominciato adesso” avvisa, ma il pubblico si accorge subito dalla prima scala che anche il suo raffinato tocco non è cambiato per nulla. Il concerto è un concentrato di poesia: classici degli anni 30/40, alcuni dell’amato Gorni Kramer, e composizioni originali che sembrano fatte apposta per esaltare l’armonica di De Aloe. Immancabile nel repertorio “Laura”, con una nota di malinconia: Coscia l’ha sempre suonata in tutti i suoi concerti come omaggio alla moglie, fino a quando è mancata ed è stato proprio De Aloe a convincerlo a riproporla. “Laura avrebbe voluto però che tu la eseguissi” e lui lo fa da solista. “Ci rivediamo per il mio centenario”, conclude Coscia a tempo di valzer, ma poi rimane sul palco a prendersi gli applausi insieme all’ultima nipotina, Giulia.

Con Concettini trio si ripropone l’abbinamento tra il MonJF e Borgo in Jazz del Molise. Così dopo la trasferta di Riccardo Marchese nella piccola regione, il saxofonista molisano ritorna a Casale confrontandosi con un altro sax tenore, quello di Daniele Scannapieco. E’ un vero duello di note sostenuto dalla batteria di Manrico Seghi e dall’organo hammond di Luca Santaniello. I due si contrappuntano, ma sono in grado anche di lanciarsi a rotta di collo in obbligati precisi o lavorare per armonie. “Noi ci stiamo divertendo tantissimo” dice Concettini subito dopo aver riempito “Janine” di un milione di note. Insomma anche per loro questo Monfrà Jazz Fest è davvero una festa.

Sax in evidenza anche sabato sera: questa volta, dopo i saluti dell’amministrazione comunale portati dal vicesindaco di Casale Monferrato Emanuele Capra, è il turno del Marchese Sextet in prima assoluta. “Abbiamo un cartellone di giovani che tra un decennio saranno i nuovi Rava, Fresu, Bollani” spiega Ima Ganora, presidente dell’Accademia Europea d’Arte le Muse, organizzatrice del festival. Uno di questi è proprio il batterista casalese Riccardo Marchese, che con i suoi colleghi dell’Accademia Jazz di Siena sta portando avanti questo progetto di grande originalità stilistica. Ognuno condivide un proprio brano e un proprio stile: si va dal free jazz alle atmosfere mediterranee concludendo persino con un calipso. Merito anche di una sezione fiati scintillante rinforzata dalla presenza di Attilio Sepe. Secondo set con TIMELIN3 Acoustic e il saxofonista Mauro Negri in evidenza, ma è quando prende il clarinetto che il suo virtuosismo diventa trascendentale. Lo strumento diventa duttile come un sax soprano, senza perdere il suo timbro pastoso. Davvero gran classe per un repertorio anche in questo caso di brani originali.

Domenica 12 settembre conclusione. Apre Circus Quartet e il nome del gruppo rende molto bene le capacità funamboliche della formazione. Anche la scelta dei brani si presta all’equilibrismo: qualche swing con riff accattivanti e composizioni come Africa Remember di Tommy Bradascio o Samba x Paquito dello stesso Calafiore che con il suo saxofono midi contribuisce molto alle atmosfere fusion anni ’80. Professionisti di grande caratura (Fabio Buonarota è il trombettista di Mario Biondi), ma che sanno divertirsi. Max Tempia all’hammond è l’unico tastierista jazz in grado di suonare e ballare contemporaneamente. Il concerto è frutto della collaborazione con il Biella Jazz Club di cui lui è una colonna portante.

Flavio Boltro è il super ospite del Doctor Jazz Trio e si scopre che il trombettista ha il padre di Casale Monferrato, ma, dati biografici a parte, la stella di Boltro illumina l’ultima notte del chiostro di Santa Croce. Suono rotondo, il giusto vibrato, un assoluto controllo di ogni nota. “Facciamo un altro pezzo” dice senza troppi preamboli e il suo suono si spande in ogni angolo della città persino quando intona la sigla dei Flintstones. Al suo fianco ci sono Fabio Gorlier al pianoforte, Saverio Miele al contrabbasso e Giorgio Diaferia alla batteria.

Mentre queste erano le serate del Monfrà Jazz Fest, le giornate di sabato e domenica vedevano tante passeggiate jazz per la città: concerto al Castello, al Museo Civico, Palazzo San Giorgio, oppure di fronte alla storica bottega dei Krumiri Rossi tra i tantissimi turisti in coda per una scatola rossa. Tra tutti, due gli appuntamenti da ricordare: il toccante “Canto degli Alberi”, un book in jazz letto da Eleni Molos e commentato dalla musica del Nicolas Megna 4et, e le fiabe in jazz con “Il Gabbiano Jonathan Livingstone” per la gioia di tutti i bambini (e non solo) che lo hanno ascoltato all’imbarcadero del Po. Anche qui è merito di un “gemellaggio biellese”, con il festival Fuoriluogo per la precisione.

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“La cosa che ci fa più piacere in questi giorni sono stati i commenti del pubblico e dei musicisti  – conclude Ima Ganora tracciando un bilancio della manifestazione – ognuno qui si è sentito come a casa senza troppi filtri, potendo condividere la gioia della musica ”. Gigi Andreone, responsabile di produzione, parla del prossimo festival: “Il prossimo anno, se finalmente il Covid lo permetterà le stelle che brilleranno arriveranno anche da tutto il mondo.” Si ricomincia a giugno 2022.

La quarta edizione del Monfrà Jazz Fest, è stata realizzata da Le Muse Accademia Europea d’Arte, affiancata dal Comune di Casale Monferrato e Comune di Odalengo Grande, con il supporto di Fondazione CRT e degli sponsor Energica, Distilleria Magnoberta, Rolandi Auto, Krumiri Rossi Portinaro, Euroedil 2, Madamò, Hic et Nunc, Vicara, Ass. Madonna delle Grazie e Ass. Amici del Po.

Il Monfrà Jazz Fest e in particolare le “passeggiate” sono anche parte del programma di Calicentro, la manifestazione che porta avanti la tradizione della Festa del Vino di Casale.

Per informazioni:

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Le Muse Accademia Europea d’Arte cell. 366 4065862 – lemuse.accademia@gmail.com

Ufficio Stampa, Alberto Angelino 338 6232374; Monica Massa 392 4246661

 

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