AO AL: alleati contro il tumore al seno, un team che segue la donna dalla diagnosi alla riabilitazione

Alleati contro il tumore al seno: un team che segue la donna dalla diagnosi alla riabilitazione

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La campagna di comunicazione riunisce diversi partner e promuove la ricerca

Al via durante il mese rosa per la prevenzione del tumore alla mammella la campagna “Alleati contro il tumore al seno” che presenta i membri del team di professionisti dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria che seguono la donna dalla diagnosi alla riabilitazione, mantenendo sempre un occhio di riguardo per la ricerca.

Tra gli obiettivi figurano la valorizzazione del percorso verso la Breast Unit, attraverso una visione multidisciplinare della cura, e la sensibilizzazione sul tema del tumore alla mammella, come ricorda Luciano Bernini, Direttore Sanitario dell’Ospedale di Alessandria: “La nostra Azienda ha messo a sistema le numerose professioni che concorrono nella presa in carico e nella cura delle pazienti con tumore al seno, concentrando l’attenzione sulla fase diagnostica, chirurgica e terapeutica, riabilitativa e di ricerca. È fondamentale che la comunità conosca questa possibilità così come fondamentali sono i controlli preventivi. Ecco perché abbiamo pensato di dare avvio a questa campagna di comunicazione nel mese dedicato al tumore al seno anche insieme alla Diocesi che ringraziamo per il suo aiuto nel rendere il messaggio sempre più capillare. Al progetto è inoltre associata la raccolta fondi per un professionista che possa implementare i processi di raccolta dei materiali biologici relativi al tumore alla mammella nella nostra Biobanca”.

La campagna di comunicazione vedrà quindi coinvolti tutti i componenti del team a partire dagli oncologi: “Grazie al miglioramento deli trattamenti, alla ricerca e all’approccio multidisciplinare – spiega la Dr.ssa Maura Rossi, Responsabile di Oncologia – abbiamo assistito a un aumento significativo della sopravvivenza, ma a seguito dell’emergenza Covid ci aspettiamo anche un incremento di diagnosi di tumori avanzati. Ecco perché è importante parlarne e sensibilizzare le donne su questo tema”.

Seguendo il percorso della paziente, tra i primi a incontrarla dopo la visita vi sono i radiologi: “Noi eseguiamo le indagini strumentali – afferma Stefano Barbero, Direttore di Radiologia – ovvero l’ecografia e la mammografia, utili alla diagnosi, e poi in una fase successiva la biopsia. Il nostro compito è quello di interfacciarci con le donne in modo competente ma molto umano, per rendere questo momento il più rapido e utile possibile e nello stesso tempo meno doloroso”.

Rimanendo sempre nell’ambito degli esami che la donna deve eseguire durante la sua cura, rilevante è anche il ruolo della Radioterapia e della Medicina Nucleare, entrambe sempre più all’avanguardia: “La maggior parte delle pazienti – sottolinea la Dr.ssa Paola Franzone, Direttore di Radioterapia e coordinatrice del gruppo – viene sottoposta a radioterapia, nelle forme iniziali, dopo un intervento conservativo. Il nostro trattamento è già fortemente personalizzato, ma l’applicazione di tecnologie come l’intelligenza artificiale porterà a ottenere schemi predittivi di risposta ancora più precisi e studiati ad hoc sulle caratteristiche della donna”. “Possiamo dire che il nostro obiettivo è guidare il chirurgo nell’asportazione del tumore – aggiunge Alfredo Muni, Direttore di Medicina Nucleare – in quanto attraverso la scintigrafia localizziamo il linfonodo più vicino al tumore della mammella, detto sentinella”.

Si arriva così all’intervento chirurgico, in primis di asportazione del tumore e poi di ricostruzione del seno: “La grande attività della senologia chirurgica – spiega il Responsabile Carlo Vecchio – ci ha permesso di entrare a far parte del Senonetwork Italia, ovvero la rete dei Centri Italiani di Senologia, nonché di parlare effettivamente di Breast Unit. Si tratta di un tassello importante anche nel percorso di riconoscimento a IRCCS che l’Azienda sta portando avanti e ritengo che la collaborazione tra i professionisti interni sia la base di questo successo”. “Grazie al miglioramento degli interventi demolitivi – afferma il Dr. Renzo Panizza, Direttore di Chirurgia Plastica – non ci troviamo più davanti a gravi menomazioni, ma la ricostruzione del seno è fondamentale per permettere alla paziente di tornare a una vita normale dal punto di vista fisico, piscologico e sociale. Il nostro compito è quindi ripristinare la normalità, facendo dimenticare alla donna, per quanto possibile, il tumore e i trattamenti invasivi subiti”.

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Il percorso di cura della donna con tumore al seno si conclude con la riabilitazione fisica condotta all’interno del Presidio Riabilitativo Borsalino, come ricordano Marco Polverelli, Direttore di Medicina Fisica e Riabilitazione, e Marco Invernizzi, Direttore del Corso di Laurea in Fisioterapia dell’Università del Piemonte Orientale e referente della ricerca traslazionale per il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione dell’Azienda Ospedaliera, diretto dal Dr. Antonio Maconi: “Noi interveniamo ad esempio sul linfodema dell’arto superiore e sull’affaticamento e/o dolore cronico con trattamenti riabilitativi mirati al fine di ridurre la disabilità e migliorare la qualità di vita delle pazienti. Per potenziare sempre di più l’approccio è però imprescindibile l’attività di ricerca che conduciamo grazie al DAIRI e alla collaborazione con l’UPO”.

Non si può poi dimenticare il supporto psicologico di cui le donne hanno bisogno al momento della diagnosi e durante tutto il periodo del trattamento. A questo proposito l’Azienda Ospedaliera di Alessandria darà a breve avvio ai Gruppi psicoeducativi per donne con tumore al seno: “Durante questi incontri – illustra la Dr.ssa Rossella Sterpone, Direttore di Psicologia – le pazienti si interfacceranno con tutti gli specialisti coinvolti in questo team, mentre lo psicologo farà da mediatore. L’obiettivo è quello di condividere le proprie esperienze e preoccupazioni relative alla malattia, facilitando così la decompressione e attribuendo nuovi significati agli eventi dolorosi”.

Infine vi sono alcuni professioni che non incontrano mai i pazienti direttamente, ma studiano i campioni prelevati per eseguire la diagnosi e migliorare le cure attraverso la ricerca: sono gli anatomopatologi e i biologi che si occupano della Biobanca. “Interveniamo sia subito dopo la mammografia, in fase diagnostica, – afferma Paola Re, Responsabile dell’Anatomia Patologica – sia durante l’intervento chirurgico per dare indicazioni al chirurgo su come operare e poi nuovamente nella fase finale della prognosi per determinare le terapie necessarie”.

Roberta Libener, Responsabile della Biobanca aziendale, invece, insieme al suo team raccoglie materiale biologico per una ricerca di qualità: “Abbiamo deciso di affiancare alla Biobanca del Mesotelioma anche la raccolta di campioni di tumori mammari per favorire la ricerca in questo campo a livello internazionale. La banca biologica dell’Ospedale di Alessandria, infatti, è parte della rete europea delle Biobanche, quindi i dati clinici inseriti nel nostro database possono essere utili a moltissimi ricercatori per gli studi futuri”. Ed è proprio l’organizzazione, il monitoraggio e l’analisi di questi dati ad essere supportato dalla campagna di comunicazione sul tumore al seno in quanto in ogni post pubblicato sui social sarà presente un QR Code che rimanda al progetto della Fondazione Solidal a sostegno della ricerca sul tumore al seno attraverso la raccolta e lo stoccaggio di campioni. Tutti i fondi raccolti andranno infatti a finanziare una borsa di studio per un datamanager dedicato alla Biobanca per questa tematica.

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Ad essere “Alleati contro il tumore al seno” non sono quindi solo i professionisti impegnati nella cura delle pazienti, ma anche le realtà del territorio che in maniera più o meno diretta difendono la loro salute. La campagna, oltre ad essere sostenuta da Solidal per la Ricerca, è realizzata anche in collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, l’Associazione Bios – Donne Operate al Seno e l’Ufficio per le Comunicazioni sociali della Diocesi di Alessandria: “La Diocesi ha sempre partecipato alla comunicazione dell’Ospedale – afferma Enzo Governale, Direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali – grazie alla figura del cappellano, oggi Don Stefano, che ogni giorno è accanto ai pazienti. Tuttavia in questo caso abbiamo deciso di mettere a disposizione tutti i nostri mezzi di comunicazione e quindi La Voce Alessandrina, RadioVoceSpazio e i nostri canali social, per diffondere questo importante messaggio per le donne della nostra comunità”.

La campagna non durerà solo in questo mese rosa di ottobre, ma proseguirà fino alla fine del 2021 per poter dare spazio a tutte le voci che compongono il team di lavoro, sensibilizzando così sul tema della prevenzione e valorizzando l’importanza di un approccio multidisciplinare per la migliore gestione possibile del tumore al seno.