Bob Dylan (Mister Tamburino): un grande che ha compiuto 80 anni.

Bob Dylan è stato (per qualcuno ancora è) un grande artista di parole+musica, quello che il Italia chiameremmo cantautore…i suoi testi, spesso di biblica ispirazione, uniti ad una musica quasi sempre assolutamente in armonia con tali testi, hanno fatto cantare, emozionare e a volte commuovere intere generazioni…basti pensare che il suo primo LP è del 1961…certo, il personaggio è spesso urticante, basti pensare al suo atteggiamento quando gli hanno assegnato il Nobel…

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Ma per parlarne in maniera non banale, vogliamo ricordarlo per quella sua prima volta in Italia? Che è un episodio nella carriera artistica di Bob Dylan che rischia di diventare davvero una leggenda, anzi: forse già lo è diventato. Nel 1961, più per puntiglio verso la sua ragazza, che lo aveva abbandonato, che per altro, Dylan venne in Italia, o meglio “in Europa”, come dicono gli americani. La sua ragazza era a Perugia e lui ne approfittò per visitare Roma e Londra.

A Roma alcuni amici musicisti, chissà perché, lo portarono al Folkstudio, un piccolo locale di Trastevere che già da due anni ospitava nuovi talenti, italiani e stranieri, in fatto di folk, jazz e canzone politica da cui uscirono tra l’altro due straordinari personaggi della musica italiana come De Gregori e Venditti.

In America Dylan aveva appena inciso il suo primo disco per la CBS: un disco che conteneva anche dei pezzi suoi ma che in ultima analisi sentiva fortissima l’influenza di cantanti folk impegnato come Woody Guthrie, Hudie Ledbetter, e altri. Per chi non avesse mai sentito nominare questi musicisti, vi dico soltanto che sulla chitarra che portava con sé nei suoi vagabondaggi, Guthrie aveva scritto: “Questa macchina uccide i fascisti“.

In Italia ovviamente Dylan era pressoché sconosciuto. E qui la leggenda si infittisce e diventa un vero e proprio “giallo”. Perché in realtà della vicenda vi sono diverse versioni. Giancarlo Cesaroni, il patron del Folkstudio, purtroppo ci ha lasciti da parecchi anni, e non può più né confermare né smentire nulla. In alcuni ricordi di suoi amici, Cesaroni avrebbe assicurato che quella sera in sala, mentre si esibiva quel ventunenne sconosciuto, non c’erano più di quindici persone. Visto che la serata non era sua, Dylan avrebbe cantato qualche pezzo e via. La cosa finì lì.

Tuttavia, altri ricordi di altra gente dicono che Cesaroni, dopo aver ascoltato quella voce aspra e ben poco educata, semplicemente gli disse che, no, non era il caso…praticamente un vero e proprio “gran rifiuto”! E quindi Dylan in realtà non avrebbe mai cantato neppure una canzone al Folkstudio…

Ma qualunque sia la versione “vera”, se mai esiste, il fatto divenne storico. Perché nel giro di pochi anni la popolarità di Dylan divenne universale. E quell’episodio senza importanza assunse contorni mitologici!

Infatti accade che, sia che quella sera in sala, mentre si esibiva quel ventunenne sconosciuto, non ci fossero più di quindici persone, sia che in effetti la presunta esibizione non sia mai avvenuta, ci sono in giro centinaia di persone che giurano di esser state presenti a quell’avvenimento eccezionale. Ma c’è di più. Nel 1962 il Folkstudio era nella sua antica sede di Via Garibaldi e non ancora in Via Sacchi, sempre a Trastevere, dove sarebbe arrivato solo molti anni più tardi. Naturalmente questi bugiardi delle sette note assicurano di averlo ascoltato in Via Sacchi, segno che non si sono presi neppure la briga di farsi i conti un po’ più esattamente.

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Come concludere questa storia così paradossale? Ma certamente con le parole di Dylan, da uno dei suoi capolavori: Mr Tambourine Man del 1965. Nel gergo il Mr Tambourine potrebbe essere un pusher, ma metaforicamente potrebbe riferirsi anche allo “spacciatore di illusioni” che “suona una canzone per me”, ovvero lo stesso Dylan….Ve ne propongo un estratto, a mio avviso di straordinaria forza poetica:

…sono pronto ad andare ovunque

sono pronto a svanire

nella parata di me stesso:

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getta verso di me il tuo incantesimo di danza

io mi sottoporrò

anche se sentirai risate

rotolare ondeggiando pazze verso il sole,

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non sono rivolte a nessuno

fuggono semplicemente corrono

ed eccetto per il cielo

non hanno barriere davanti…

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e se senti confuse tracce

di brandelli di rime saltellanti

al tempo del tuo tamburello…

non hanno dietro che un clown lacero:

non gli presterei attenzione

è solo un’ombra quella che vedi

che lui sta inseguendo….

 

Buon compleanno, Mr Tambourine Man…

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