La “Prima” della Scala 2021: un grande Verdi, un grande Macbeth, fra molta meraviglia e qualche perplessità e un po’ di irritazione.
La sera del 7 Dicembre, ovviamente Sant’Ambrogio, abbiamo potuto gustarci, su Rai 1, l’inaugurazione Scaligera 2021, finalmente con il pubblico e soprattutto con un grande Melodramma di un Verdi ancor giovane, ma già capace di suscitare emozioni incredibili: “Macbeth“. E ora, dopo averla vissuta con appassionata attenzione, mi consentite di fare una recensione?
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Premetto che io sono un ascoltatore assai meticoloso, nel senso che ho la TV collegata ad un discreto impianto stereofonico ad alta fedeltà, quindi ascolto davvero tante sfumature sonore che chi ha una normale TV non percepisce…faccio semibuio, e escludo ogni fonte di rumore…e mi lascio andare al piacere dell’ascolto con orecchie da pipistrello…
Ma qual è il senso di questo cupo e tremendo Melodramma verdiano? Tratto dalla tragedia di Shakespeare, Macbeth ci racconta la storia allucinante e terribile di un guerriero che, ammaliato e travolto dalle sottili ma irresistibili seduzioni del potere (rappresentate dalle streghe che sono un po’ co-protagoniste, anche quando non sono in scena, perché diventano per Macbeth una vera e propria continua ossessione), ne viene talmente lusingato da uccidere prima il suo Re (Duncan) e poi diventare un sanguinario tiranno, uccisore dei suoi antichi amici e compagni d’armi per timore che possano togliere a lui e alla moglie il potere conquistato con il sangue.
Ma se la parte vocale del baritono protagonista è straordinaria, ancora più indimenticabile è, a mio avviso, quella della moglie, Lady Macbeth, che richiede una vocalità da vero e potente soprano drammatico di agilità…manco a dirlo una delle più grandi è stata Maria Callas, che possedeva pienamente tali doti vocali.
E veniamo allora a questa proposta scaligera.
La molta meraviglia: dovuta alla davvero notevolissima qualità musicale. Perché la produzione scaligera ha proposto un cast davvero eccellente, a cominciare dal protagonista, il baritono Luca Salsi, che ha saputo vivere tutte le sfaccettature del personaggio che interpretava, Dall’ansia del potere alla sete di sangue… Un’interpretazione basata su una tecnica vocale davvero ottima. Del resto lo ha detto lui stesso, intervistato la sera della prima: “Senza una grande tecnica, è impossibile una grande interpretazione”: queste più o meno le sue parole. Sacrosante. Che poi abbia avuto qualche piccola sbavatura, direi è più che comprensibile: la sera della “prima” in un grande teatro, l’emozione che c’è anche in un cantante professionista.
Poi abbiamo come co-protagonista una Lady Macbeth eccezionale davvero: Anna Netrebko, che ha letteralmente “posseduto” il personaggio diabolico di Lady Macbeth, con capacità sia vocali che attoriali davvero magnifiche. La presenza sia vocale che scenica della Netrebko è stata davvero incredibile, sinanco partecipando con la sola recitazione al balletto dell’”Atto delle Streghe”. Anna ha sfoggiato qualità canore notevoli, con quel suo timbro inconfondibile, con una vocalità che sa affrontare i passi più difficili di un personaggio verdiano strepitoso, con indimenticabile e suprema maestria.
Ma occorre dire che anche il resto del cast è stato assolutamente all’altezza della situazione: il tenore Francesco Meli, nella sua unica aria, è stato limpido di voce e dolente di accento, così come vuole il suo personaggio, ed altrettanto si può dire del basso, Ildar Abdrazakov, che se l’è cavata benissimo in una parte importante anche se non certo troppo complessa.
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Poi dobbiamo dire di come sono stati straordinari orchestra e coro, anche perché il Maestro Riccardo Chailly è uno dei più grandi direttori d’orchestra verdiani di oggi, ed è alla guida di una compagine orchestrale, quella scaligera, nonché dal coro, importantissimo in quest’Opera (condotto da Alberto Malazzi, una new entry scaligera), che definire di altissimo livello è dir poco. Così ci è accaduto di vivere tantissimi momenti davvero strepitosi di suono orchestrale e corale, dove musica, canto e recitazione che si amalgamavano in una fantastica alchimia sonora.
Ora qualche perplessità. Perché decisamente più controversa si è rivelata la regia di Davide Livermore (peraltro regista già apprezzato in altre sue imprese alla Scala, compresa la stupenda Tosca del 2019) che è decisamente stata…come dire…postmoderna? Per noi che abbiamo visto la rappresentazione da casa, dobbiamo dire che la messa in scena teatrale era forse molto valorizzata dalla straordinaria regia televisiva, e molto meno in teatro, a mio avviso. Ma soprattutto secondo me, più che avere idee davvero proprie, il regista ha optato per una serie di citazioni cinematografiche e non solo, che andavano da Blade Runner a Quarto Potere a Star Wars fino agli Zombi delle clip di Michael Jackson…dove le Streghe erano impiegate di concetto e il bosco dove muore (o meglio: dovrebbe morire) Banco è diventato un salotto molto serio e lussuoso. Insomma, una vera manna per chi ama sfogliare metafore su metafore…penso però ad un grande critico della Lirica, che purtroppo ci ha lasciati tanti anni fa, Rodolfo Celletti, che diceva, più o meno: “Insomma se io vedo in scena un carciofo, per me un carciofo rimane, per quanto metaforico!”
E un po’ di irritazione? Causata dai formidabili presentatori che la Rai ci ammannisce! Se fate un giro online su Youtube troverete molte opere di buona qualità audio/video…potrete constatare che la maggior parte hanno una presentazione, che viene fatta da una/un cantante di ottimo livello, o quanto meno chi presenta ha conoscenze musicali professionali…qui mettiamo la pur simpatica e professionale Milly Carlucci, che passa dal ballo del sabato all’opera del martedì, dicendo per prima lei di non essere pratica di Lirica…ad un bruno Vespa che dice soprattutto banalità, buttando lì qualche notizia stila Wikipedia: tra tutti e due sono arrivati a dire che Verdi è un “Verista”: Verdi è il massimo dei nostri autori ROMANTICI, altro che verista! E poi tutta questa insistenza di Vespa sul fatto di quest’opera, poverina, poco considerata, ma che è un immenso capolavoro…non è così, e ve lo dice, credetemi, un verdiano convinto come me! Quest’Opera, che ha momenti meravigliosi, certo, è però tutt’altro che del tutto riuscita, tanto è vero che lo stesso Verdi ne era scontento, la riprese, la rimaneggiò, ed era ancora scontento…Volete che vi faccia capire meglio con un esempio? Prendete il pur bel coro “Patria oppressa“…molto suggestivo ed emozionante, vero? Il tema è risorgimentale, giusto…più o meno come? Ma come “Va pensiero” del Nabucco. Ecco, ora ascoltateli entrambi, e capirete subito, esperti o non esperti di melodramma che voi siate, quale dei due brani corali è davvero un capolavoro.
Comunque, proprio per l’eccelsa qualità musicale di questa proposta scaligera, consiglierei tutti coloro che sono anche solo curiosi della lirica, di provare a tuffarsi in questo mondo lontano ma incredibilmente affascinante…visto che, per una quindicina di giorni dopo la “prima”, l’Opera potrà essere vista liberamente online sul sito di Raiplay (e anche scaricata sul proprio PC, per chi preferisce, per poi essere rivista con agio e calma).
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E infine, ora e sempre, W VERDI!