Sempre più italiani in fuga dal Belpaese: il rapporto Italiani nel Mondo 2021 della Fondazione Migrantes
Al 1 gennaio 2021 il totale degli Italiani iscritti all’AIRE ammontava 5.652.080 persone, il 9,5% degli oltre 59,2 milioni di Italiani residenti in Italia. L’Italia nel 2020 ha perso circa 384.000 residenti (di cui 109.528 cittadini italiani), la presenza di italiani all’estero e’ aumentata del 3,9% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda le mete la nostra emigrazione, sempre nell’ultimo anno, si e’ diretta per la maggior parte in Europa (78,7%): in complesso sono state 180 le destinazioni scelte, di cui ben otto sono paesi europei Le comunità più numerose di cittadini italiani iscritti all’AIRE si trovano nell’ordine: In Argentina (884.187, il 15,6% del totale); in Germania (801.082, 14,2 %), Svizzera (639.308,11,3%); seguono il Brasile (poco più di 500.000, 8,9%), la Francia (cica 444.000, 7,9 %), il Regno Unito (oltre 412.000, 7,3 %), gli Stati Uniti (quasi 290.000, 5,1 %). Questi sono alcuni dei dati che si desumono dal Rapporto Italiani nel Mondo 2021 redatto dalla Fondazione “Migrantes” della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), presentato lo scorso mese di novembre. Alla presentazione del Rapporto il Presidente Mattarella ha fatto pervenire un messaggio nel quale si sottolinea come “La Comunità di italo-discendenti nel mondo viene stimata in circa ottanta milioni di persone, cui si aggiungono gli oltre sei milioni dii cittadini italiani residenti all’estero. La portata umana, culturale e e professionale degli italiani nel mondo e’ di valore inestimabile, nell’ambito di quel soft-power che consente di collocare il nostro Paese tra quelli il cui modello di vita gode di maggiore attrazione e considerazione”.
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Queste parole del Presidente anche se stridono con la realtà che vede le nostre comunità di emigrati trascurate e abbandonate a se’ stesse in tutti i campi, tuttavia dichiarano ad alta voce quanto importante sia la presenza di noi emigrati all’estero per il contributo che diamo alla nostra Italia non solo in termini di conoscenza, stima e ammirazione per il nostro Paese e per le sue eccellenze culturali, artistiche, produttive, ma anche in termini strettamente economici contribuendo significativamente alla crescita delle nostre esportazioni. Se l’Italia spendesse di piu’ per la sua rete consolare in modo da fornirci maggiori e migliori servizi, per rafforzare e migliorare il sistema delle Scuole Italiane all’estero e degli Istituti di Cultura per diffondere e aumentare la conoscenza e lo studio della nostra Lingua e della nostra Cultura, le parole del Presidente Mattarella non sarebbero “Vox clamantis in deserto”.
Aldo Rovito (aldo.rovito@libero.it)