La grande bellezza su un’isola minuscola: la Basilica di San Giulio sul Lago d’Orta.
Lasciate che vi accompagni in un luogo davvero particolare, per farvi conoscere un’opera d’arte più unica che rara, in un piccolo, affascinante luogo di questo Splendido Piemonte. Il luogo è la minuscola Isola di San Giulio sul Lago d’Orta. Il Lago d’Orta, a me particolarmente caro, sta al Lago Maggiore come le Alpi stanno alle Langhe…ma ciò non toglie che ciascuno di questi spazi abbia il suo fascino, a volte nascosto, ma molto particolare. Da dire che l’isola è scarsamente visitabile: le case e le ville sono tutte private, e il Convento…nulla da fare!
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Rimane la Basilica… E allora eccoci, tanto per cambiare, ad una leggenda: che ci racconta che San Giulio, arrivato in zona con suo fratello Giuliano, nel quarto secolo, dall’Isola Egina nel Mar Egeo, raggiungesse l’isola, allora selvaggia e infestata dai serpenti, usando il suo mantello come barca e il suo bastone da pellegrino come remo. Giunto sull’isola egli avrebbe comandato alle serpi di abbandonare l’isola e poi costruito la prima chiesa originaria. Della quale è rimasto poco o nulla. In effetti la prima versione della chiesa, assai più piccola di quella attuale, venne effettivamente eretta da San Giulio nel quarto secolo, tanto che durante i lavori di rifacimento della pavimentazione sono stati individuati, sotto il livello del pavimento attuale, le tracce di un’abside del quarto secolo e di una chiesa paleocristiana di poco successiva.
Ma…Basilica? Se uno pensa a quelle che di solito chiamiamo Basiliche non è che qui i conti tornino un granché, perchè di fatto è una piccola chiesa romanica, di pregevole fattura, ma dall’esterno non c’è nulla di più. Infatti non è una “normale” Basilica, ma una cosiddetta “Basilica Minore”, denominazione onorifica che il Papa in persona dispensa a chiese che hanno qualche pregio molto particolare…a questa notizia conviene iniziare ad essere più attenti…vuoi vedere che qui troviamo qualche straordinario capolavoro?
E allora entriamo…e rimaniamo con il naso per aria ad osservare la magnificenza di un interno ampiamente rimaneggiato in epoca Barocca…ma incredibilmente bene, e dall’alto ci piomba negli occhi una bellezza davvero mozzafiato…
Dopo aver guardato gli spettacolari affreschi, però, l’occhio viene attirato da un oggetto davvero particolare: un “Ambone” di origine romanica, risalente al XII Secolo. Intanto vi dico cos’è un Ambone. Semplicemente una tribuna in marmo, pietra o legno, chiusa da tre lati da un parapetto…potrebbe sembrare un pulpito, ma tecnicamente il pulpito è presente nelle chiese solo a partire dal XIV secolo, era più alto e soprattutto era destinato solo alla predicazione. Qui ci troviamo comunque di fronte ad uno straordinario esempio di scultura romanica, dal carattere superbo, simbolico ed aggressivo. Basti osservare la magnifica aquila sporgente, che sembra voglia prendere il volo per planare sul popolo che assiste alle funzioni!
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L’Ambone, a prima vista, sembra in bronzo, ma è fatto in pietra (detta serpentino) e lucidato ad arte per sembrare bronzo). Artisticamente, è strutturato in modo tale da evidenziale le caratteristiche simboliche dei 4 Evangelisti (il bue di Luca, l’uomo alato di Matteo, il leone di Marco, l’aquila di Giovanni), ma poi ha un paio di rappresentazioni di scene di lotta fra animali esotici o mitologici (c’è una lotta fra un coccodrillo e un grifone: e chi lo avrà mai visto ad Orta un coccodrillo? Per non dire del grifone), che forse rappresentano l’eterna lotta fra il bene e il male. E infine c’è…un mistero: tra il leone di Marco e l’aquila di Giovanni trova curiosamente posto una figura maschile, in posizione ieratica, con il mantello e le mani appoggiate su bastone con l’impugnatura a tau: sulla identità (o significato simbolico) della figura ci si è a lungo interrogati. Un’interpretazione che pare sufficientemente fondata vuole trattarsi della figura di Guglielmo da Volpiano, nato sull’isola e venerato dalla Chiesa come santo, ma in realtà non se ne sa nulla di certo.
Ora, però, abbandoniamo la descrizione e parliamo del senso del sacro e del mistero, che questa piccola e magnifica chiesa possono regalare al visitatore attento e sensibile. Come ho già detto in precedenti occasioni, occorre restare in silenzio e saper ascoltare la tenue voce che da queste antiche pietre ci possono portare preziosi insegnamenti….