Lavoro: con il click day al via la manodopera straniera ‘salva raccolti’ impegnata nei campi
ROMA – È scattato oggi, primo febbraio, il click day per l’ingresso di 42mila lavoratori stagionali stranieri che in una buona parte saranno impegnati in agricoltura dove gli occupati a tempo determinato rappresentano il 90% del totale.
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Lo rende noto Coldiretti Alessandria nel sottolineare che l’appuntamento per gli stagionali segue quello del 27 gennaio 2022 per l’assunzione di lavoratori non stagionali e lavoratori autonomi secondo quanto fissato dal Decreto flussi 2022 che riguarda complessivamente quasi 70mila lavoratori stranieri.
“La possibilità di ingresso è importante per salvare i raccolti e garantire con la ripresa dei contagi Covid l’approvvigionamento alimentare in un settore che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri nonostante la crescita di interesse tra gli italiani – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Con la piena ripresa delle attività agricole è facile prevedere l’accentuarsi della mancanza di lavoratori necessari nelle campagne in un momento in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di incertezza, accaparramenti e speculazioni che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali come l’energia e il cibo”.
In questo contesto l’apertura delle frontiere agli stranieri rischia però di essere vanificata dal fatto che molti braccianti provenienti da Paesi extracomunitari non possono lavorare in quanto sono vaccinati con il siero russo Sputnik o con quello cinese Sinovac, che non sono riconosciuti in Italia ed in Europa.
Un limite che va superato anche considerando il fatto che un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura.
“Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Ma per salvare le produzioni Made in Italy occorre anche dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter essere impiegati nei campi attraverso una radicale semplificazione del lavoro agricolo. Un provvedimento che interesserebbe almeno 25mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà”.
In provincia di Alessandria negli anni scorsi sono stati oltre 2.500 lavoratori con contratti stagionali, di questi il 90% impiegati nei vigneti, circa 500 le aziende che hanno usufruito dei voucher.
In questo contesto va segnalato che le difficoltà agli spostamenti dei lavoratori alle frontiere per effetto della pandemia, ha ridotto la presenza di lavoratori stranieri ed aumentato quella degli italiani che sono tornati a considerare il lavoro in agricoltura un’interessante opportunità.
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Per favorire un cambio generazionale in un momento di crescente interesse per il lavoro in campagna a contatto con la natura è importante introdurre strumenti di flessibilità che consentano ai giovani italiani di fare un’esperienza in agricoltura dove accanto alle figure tradizionali come potatori di alberi da frutta, vigneto o ai trattoristi venga affiancata la sfida della rivoluzione digitale con gli investimenti in droni, gps, robot, software e internet per combattere i cambiamenti climatici, salvare l’ambiente e aumentare la sostenibilità delle produzioni.
Per cogliere questa opportunità e garantire l’adeguata copertura degli organici necessari a salvare i raccolti è urgente dunque adottare con strumenti concordati con i sindacati, che consentano anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi per questo Coldiretti chiede un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.