Ucraina, Farnesina: “Gli italiani lascino subito il paese”. Trenta navi russe in manovra di guerra. Di Maio ha convocato una riunione di coordinamento all’Unita di crisi

KIEV – Tra Russia e Ucraina la situazione è sempre più instabile e già nei primi giorni della prossima settimana è atteso l’attacco sovietico. Sedici paesi hanno già invitato nelle scorse ore i propri cittadini a lasciare lo stato. Si tratta di USA, Olanda, Giappone, Corea del Sud, Israele, Montenegro, Norvegia, Danimarca, Lettonia, Gran Bretagna, Estonia, Macedonia del Nord, Finlandia, Canada, Nuova Zelanda e Belgio. Poco fa, però, a questi sedici stati si è unita anche l’Italia. La Farnesina, infatti, in un comunicato ha chiesto che “in considerazione dell’attuale situazione, in via precauzionale, si invitano i connazionali a lasciare temporaneamente l’Ucraina con i mezzi commerciali disponibili. Considerata, inoltre, la situazione di incertezza ai confini, si raccomanda di posticipare tutti i viaggi non essenziali verso l’Ucraina e di mantenersi costantemente aggiornati”.

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Trenta navi della Marina russa, in queste ore, sono in manovra di guerra nel Mar Nero. Secondo l’agenzia Tass l’obbiettivo di queste manovre è “difendere la costa della penisola di Crimea, le basi delle flotta del Mar Nero, infrastrutture economiche da eventuali minacce militari”.

Nel pomeriggio, per tentare di scongiurare quella che tutti definiscono la terza guerra mondiale, è atteso il colloquio telefonico tra Biden e Putin che, da diversi giorni, si affrontano in duelli mediatici a distanza.

Alle 13 di oggi, inoltre, è stata convocata dal Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, una riunione di coordinamento all’Unita di crisi della Farnesina. Alla riunione si parlerà di come evacuare i cittadini italiani e di eventuali azioni. In Italia si è espresso sulla crisi anche il leader della Lega Matteo Salvini che, in un tweet, ha detto che “al mercato italiano vengono destinati circa 30 miliardi di metri cubi di gas russo, attraverso l’Ucraina. Attenuare le tensioni ed evitare un’escalation militare è una questione di sicurezza nazionale per il nostro Paese”.

Anche, le ambasciate si stanno svuotando. Gli USA, infatti, hanno disposto l’evacuazione di quella di Kiev. La Russia, invece, ha preferito usare il termine “ottimizzazione del personale” per annunciare la chiusura della sua ambasciata.