All’Ospedale di Novi la più recente innovazione per la cura dell’ipertrofia prostatica
È attiva presso la Struttura Complessa di Urologia di Novi diretta dal dottor Franco Montefiore una pratica innovativa che ha già fornito consolidati risultati in campo internazionale e che permette il trattamento in tempi rapidi con minimi effetti collaterali dell’ipertrofia prostatica, una delle più frequenti patologie che affliggono l’uomo adulto, non necessariamente anziano.
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Il nuovo trattamento, sviluppato negli Stati Uniti, è denominato REZUM ed è l’ultima novità in fatto di intervento endoscopico mininvasivo dell’ipertrofia prostatica. Prevede di eliminare l’eccesso di tessuto prostatico impiegando solo energia termica e vapore acqueo e superando così le tradizionali pratiche chirurgiche endoscopiche. È una soluzione particolarmente indicata quando le terapie farmacologiche non sono efficaci, per i pazienti che non vogliono affrontare un intervento chirurgico che può comportare altre complicazioni oppure, ancora, per i pazienti a elevato rischio anestesiologico.
Il sistema utilizza una corrente di radiofrequenza per generare vapore acqueo che viene iniettato nella prostata per circa 9 secondi, per un totale di 4-10 iniezioni per ogni seduta. Mentre viene iniettato, il vapore si raffredda e si condensa rilasciando l’energia immagazzinata che va così a ridurre il volume del tessuto prostatico.
Presso l’Ospedale di Novi il trattamento REZUM viene erogato con il Sistema Sanitario Nazionale e prevede un brevissimo ricovero ospedaliero di 1 sola notte di degenza e la dimissione con catetere vescicale che verrà successivamente rimosso in Ambulatorio dopo 4/5 giorni evitando il pericolo delle infezioni intraospedaliere. I risultati si consolideranno entro i 2-3 mesi successivi all’intervento. Se pur mininvasivo, l’indicazione a tale intervento deve essere posta dallo Specialista Urologo sulla base di una visita medica e corredata dagli esami necessari (PSA, ecografia apparato urinario).
L’Ipertrofia Prostatica Benigna colpisce il 5-10% degli uomini dopo i 40 anni di età e oltre l’80% dopo i 70 e si manifesta con l’aumento volumetrico della prostata, piccola ghiandola attraverso cui passa l’uretra, ovvero il condotto che dalla vescica porta l’urina verso l’esterno. Quando la prostata si ingrossa va a comprimere proprio l’uretra, ostacolando la fuoruscita dell’urina. La patologia è progressiva, peggiora con il tempo e, se non adeguatamente trattata, può provocare danni permanenti alla vescica. Le prime terapie sono, in genere, farmacologiche. Quando però i farmaci non risultano efficaci, si rende necessario l’intervento chirurgico tradizionale (TURP), oppure il ricorso a soluzioni terapeutiche alternative. Il trattamento REZUM invece non prevede alcuna chirurgia: caratteristiche come la rapidità di esecuzione, i ridotti tempi di degenza, la riduzione del rischio di complicanze postoperatorie offrono la possibilità di effettuare un maggior numero di interventi rispetto alle tecniche tradizionali, contribuendo a ridurre le tempistiche di attesa che la pandemia COVID19 ha fatto sensibilmente aumentare.
“Il nostro Ospedale” – commenta il Direttore, Dottor Montefiore – “è l’unico del territorio a effettuare questi interventi con il Servizio Sanitario Nazionale e un ricovero di sole 24 ore, in condizioni di massima sicurezza per il paziente”. “Le caratteristiche non invasive della procedura” – prosegue – “ci permettono di intervenire anche su pazienti problematici, sottoposti a terapie anticoagulanti, portatori di cateteri o di dispositivi medici, condizioni che spesso precludono gli interventi. Con i nuovi trattamenti si hanno miglioramenti visibili dopo un mese, la rapida ripresa delle attività quotidiane e – aspetti irrinunciabili soprattutto per i pazienti più giovani – la preservazione delle normali funzioni sessuali (erezione ed eiaculazione) e il mantenimento della corretta funzione urinaria. Abbiamo già verificato che REZUM non genera fenomeni di incontinenza, neppure temporanei, una complicanza che può presentarsi, invece, dopo interventi chirurgici di altro tipo”.