Premio Acqui Ambiente XIV edizione: cerimonia di premiazione sabato 2 luglio a Villa Ottolenghi
Acqui Terme – Grande attesa sabato 2 luglio, nella prestigiosa cornice di Villa Ottolenghi per la cerimonia di consegna del Premio Acqui Ambiente, giunto alla XIV edizione, che si terrà alle ore 17,00 nello spazio antistante il celebre Tempio di Herta e sarà condotta dalla nota conduttrice televisiva, blogger e ambientalista italiana, Tessa Gelisio, insignita del premio Testimone dell’Ambiente nell’anno 2021, la cui sensibilità ecologica ha determinato profondamente le sue scelte professionali e il proprio stile di vita.
Questa edizione ha segnato una svolta significativa per il Premio Acqui Ambiente, organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Acqui Terme: in considerazione della crescente importanza attualmente rivestita dalle tematiche ambientalistiche, l’Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno trasformare il concorso letterario biennale in un concorso annuale con lo scopo di valorizzarlo quale strumento di partecipazione attiva nello scenario nazionale e internazionale.
Una cerimonia ricca di novità e di interventi diversificati nel genere e nella forma accoglierà i premiati, con un alternarsi di proposte innovative.
La Giuria ha voluto premiare quale “Testimone dell’Ambiente” una personalità di rilievo, che, nella propria carriera, si è dimostrata particolarmente sensibile al tema dell’ambiente: Licia Colò. Conduttrice di trasmissioni di successo, quali, solo per citarne alcune, Geo & Geo, Alle falde del Kilimangiaro e Eden – Un pianeta da salvare (in onda su La7), autrice televisiva, scrittrice e blogger, nota al grande pubblico come presentatrice di programmi di viaggi e per la sua attività di divulgazione scientifica, è altresì autrice di vari libri che raccontano di animali e delle sue esperienze esplorative accumulate lungo cinque continenti. Data la grande passione nei confronti dei viaggi e della natura, Licia Colò inizia a condurre trasmissioni in cui viene trattata proprio questa tematica. Da sempre impegnata nella difesa dei diritti degli animali e nella salvaguardia dell’ambiente quando ancora la serietà di queste problematiche non era ancora particolarmente percepita, ambientalista convinta e amante di ogni specie animale, Licia si è sempre battuta per la difesa di questi principi, scegliendo la strada della comunicazione in tutte le sue forme, al fine di convogliare l’attenzione del pubblico verso un tema che sarebbe diventato in un prossimo futuro il punto cruciale della convivenza tra uomo e natura. Licia Colò ha inoltre fondato un’associazione Onlus chiamata Animali e animali, volta a salvaguardare gli animali e coordinare i movimenti ambientalisti. Ha scelto di dedicare tutta la sua carriera a questa missione, affrontando sempre nuove tematiche con lo scopo di risvegliare le coscienze e creare consapevolezza.
Due personalità d’eccezione si apprestano a ricevere l’altro massimo riconoscimento del Premio, intitolato a Ken Saro Wiwa: l’Arch. Gianfranco Paghera, fondatore del Gruppo Paghera, e il Professor Marco Simonetti insieme al post-doc Vincenzo Gentile del Dipartimento di Energia del Politecnico di Torino.
L’Arch. Gianfranco Paghera, fondatore del Gruppo Paghera, ha intrapreso, ancora giovanissimo, il percorso formativo che dalla scuola di Agraria di Minoprio lo ha portato in California, dove ha frequentato i master della Los Angeles University, ottenendo il Bachelor of Arts in Landscape Architecture e il Master of Science General Engineering. Si è trasferito quindi in Brasile, per specializzarsi al fianco del grande paesaggista e architetto brasiliano Burle Marx. Infine a Losanna dove ha conseguito la laurea in architettura. L’Azienda Paghera è composta da paesaggisti, architetti, protagonisti di complessi interventi di recupero e trasformazione territoriale, una storia che si sviluppa sempre a stretto contatto con la natura. Come Gruppo, da sempre, ha guardato al futuro con la consapevolezza che la specializzazione professionale rivesta un ruolo decisivo per lo sviluppo di progetti che mirino alla qualità della vita, alla sostenibilità ambientale e alla salvaguardia del pianeta.
Il Prof. Marco Simonetti e il post-doc Vincenzo Gentile fanno capo al gruppo di ricerca del Politecnico di Torino dal quale nasce il progetto Aquaseek che si inquadra nella tematica del recupero dell’umidità presente nell’atmosfera al fine di un suo utilizzo come acqua potabile anche in zone difficili come quelle aride, lontane da reti di distribuzione idrica, o caratterizzate da falde inquinate. Il progetto si è in seguito sviluppato anche in collaborazione con Princeton University. L’idea di estrarre acqua dall’aria non è nuova, ma questo progetto grazie a due brevetti esclusivi (uno detenuto al 100% dal Politecnico di Torino, l’altro al 50% con la Princeton University) consente di farlo con un consumo energetico nettamente inferiore rispetto alle tecnologie attualmente in uso grazie a un processo termodinamico che può essere attivato anche quando l’umidità relativa nell’aria è molto bassa, come nel deserto. L’acqua dovunque e comunque: è questo l’obiettivo di Aquaseek, proprio mentre le risorse idriche diventano un bene sempre più raro e conteso; secondo i dati di OMS e ONU, 785 milioni di persone non hanno accesso a servizi di base per l’acqua potabile, e in 4 miliardi vivono in zone caratterizzate da grave carenza idrica per almeno un mese all’anno (un numero destinato a salire fino a 5,7 miliardi nel 2050, anno in cui si stima che anche paesi “insospettabili” come Italia, Spagna o Stati Uniti soffriranno di elevato stress idrico). È un problema, questo, che tocca infatti ormai tutto il mondo. Non a caso la disponibilità di acqua è uno dei Sustainable Development Goals (il numero 6) presenti nell’Agenda dell’ONU 2030. La desertificazione, l’inquinamento delle falde acquifere, l’utilizzo massivo nei processi industriali e l’inaridimento delle terre coltivabili a fronte di un continuo aumento della popolazione rendono questo tema di drammatica attualità. La tecnologia di Aquaseek permette così di affrontare una delle più grandi sfide che l’essere umano sarà chiamato ad affrontare nei prossimi anni. Diversi i campi di applicazione: l’obiettivo è rendere Aquaseek un sistema diffuso per ogni tipo di utilizzo, dal domestico all’industriale, fino a diventare una fonte di acqua alternativa disponibile per tutti i 7 miliardi di persone al mondo.
Vincitori ex aequo della XIV edizione, per la sezione opere a stampa sono risultati Beppe Conti con il volume Dolomiti da leggenda. Dal 1937 ad oggi edito da Reverdito e Antonello Provenzale con il volume Coccodrilli al Polo Nord e ghiacci all’Equatore. Storia del clima della Terra dalle origini ai giorni nostri edito da Rizzoli.
Il libro di Beppe Conti, Dolomiti da leggenda. Dal 1937 ad oggi, è un vero e proprio inno dedicato all’entusiasmante mezzo di trasporto che è la bicicletta e al suo legame con un ambiente di ineguagliabile bellezza, come le Dolomiti. Ogni capitolo è la cronaca appassionata e coinvolgente di famose e meno conosciute imprese sportive portate a termine su due ruote da campioni come Coppi e Bartali e da ciclisti meno famosi ma non meno bravi e amanti della natura prima ancora che dello sport.
Il volume Coccodrilli al Polo Nord e ghiacci all’Equatore. Storia del clima della Terra dalle origini ai giorni nostri di Antonello Provenzale è un’approfondita e appassionante storia di come si è sviluppato il clima della Terra, dalle più remote origini fino ai nostri giorni, arricchita da facili e sorprendenti consigli e suggerimenti, contenuti nel fondamentale capitolo “Conoscere per prevedere, prevedere per agire”. Stimato e apprezzato docente universitario in Italia, Francia, Stati Uniti e Israele, Provenzale collabora con le più note riviste scientifiche internazionali ed è autore di vari libri divulgativi sul clima e sull’ambiente.
Una menzione andrà agli Autori Coralie Bickford-Smith per l’opera Il lombrico e lo storno edito da Salani Editore, Lisa Casali per l’opera Il dilemma del consumatore Green edito da Gribaudo, Fabio Genovesi per l’opera Il calamaro gigante edito da Feltrinelli e Eliana Liotta per l’opera Il cibo che ci salverà. La svolta ecologica a tavola per aiutare il pianeta e la salute, edito da La nave di Teseo.
In considerazione del significato particolare che la presenza di tale Premio riveste nella realtà acquese, in quanto ha preso avvio dalla celebrazione della lotta degli abitanti della valle Bormida contro l’inquinamento del fiume causato dall’ACNA, il cui stabilimento sorge a Cengio, in provincia di Savona, si è voluto dedicare un momento della cerimonia alla testimonianza che ci vorranno gentilmente offrire il professor Luigi Vallebona, autore del volume Nero colato. Una storia ai tempi dell’Acna, edito da De Ferrari Editore, che sarà intervistato dalla conduttrice insieme al Prof. Bruno Bruna, dirigente scolastico e uno dei leader storici dell’Associazione per la Rinascita della Valle Bormida.
La cerimonia prevede inoltre l’intervento eccezionale di Roberta Castiglioni, naturalista zoologa, membro del Consiglio direttivo della Società Italiana di Scienze Naturali (SISN) di cui è socia dal 1997, fondatrice e coordinatrice del Centro Studi Fauna Vertebrata “Luigi Cagnolaro” (SISN), titolare della DARWIN Ricerca e Divulgazione Naturalistica (azienda che dal 1999 ha lavorato con migliaia di scuole e più di 200.000 studenti oltre che su numerosi progetti di ricerca zoologica in collaborazione con Università italiane e straniere), direttrice della ricerca scientifica del Parco Faunistico Le Cornelle, consulente scientifico e conduttrice di trasmissioni televisive per Mediaset/Rai/Sky, autrice di pubblicazioni scientifiche e mostre fotografiche. Roberta Castiglioni tratterà i temi ambientali più scottanti. La questione ambientale è ogni giorno di più al centro del dibattito politico ma è anche un argomento che ci troviamo ad affrontare sia come singoli cittadini – attraverso le nostre scelte di consumo e i nostri comportamenti quotidiani – sia collettivamente, ovvero come società e come Paese. Su quello che sta accadendo al nostro Pianeta e sulle soluzioni per contrastare gli effetti nefasti del cambiamento climatico la dottoressa Castiglioni ci chiamerà a fare una seria riflessione.
Scopo principale del Premio è la divulgazione, considerata lo strumento più importante di educazione ambientale, che si realizza attraverso molteplici linguaggi, offrendo anche approcci diversificati che possano risultare maggiormente incisivi e indirizzare verso un corretto comportamento in un’ottica globale di salvaguardia del Pianeta. Non soltanto la letteratura, ma anche il Teatro, nel presente come nel passato, ha toccato la tematica ambientale: in occasione della cerimonia, il pubblico avrà la possibilità di apprezzare un progetto di Maurizio Cabona e Alberto Oliva, quest’ultimo il regista che ha adattato e curato la regia dell’esibizione teatrale tratta dal romanzo di Jack London “La peste scarlatta”, realizzato in collaborazione con Scenaperta. Andrà in scena un estratto di uno dei romanzi di fantascienza più famosi e straordinari del Novecento. Scritto nel 1912 da Jack London, La peste scarlatta racconta, attraverso la memoria di uno dei pochissimi superstiti, un morbo che ha fatto estinguere la popolazione mondiale proprio intorno al 2020, con incredibile preveggenza da parte del suo autore. Protagonista del nostro adattamento è Alice Arcuri, attrice di grande esperienza teatrale e cinematografica, che ci accompagna nel cuore della pestilenza, raccontando come il “morbo rosso” abbia eliminato gran parte della popolazione umana e fatto ripiombare i pochi sopravvissuti nell’età della pietra. Di fronte a un ragazzo selvaggio – uno dei nipoti dei pochissimi sopravvissuti alla peste – intorno al fuoco dopo la caccia quotidiana, la protagonista racconta come la civiltà sia andata in fumo poiché l’umanità, con il pretesto del morbo inarrestabile, si è affrettata a riportarsi con perversa frenesia a stadi inimmaginabili di crudeltà e barbarie. A risuonare con forza oggi è soprattutto il grande tema dell’ambiente e di come l’uomo ne debba essere il custode e farsi carico del rispetto del mondo in cui vive, nonostante la paura e l’esigenza di sopravvivere anche durante periodi di estrema precarietà.
Il sindaco di Acqui Terme sottolinea come il Premio Acqui Ambiente, arrivando alla sua XIV edizione, dimostri di essere ancora una volta capace di attrarre l’attenzione nazionale su di sé. Proprio per questo motivo, l’Amministrazione comunale ha deciso di valorizzare questo premio trasformandolo da evento biennale a concorso annuale. I problemi ambientali, secondo il sindaco di Acqui Terme, necessitano dell’impegno delle Istituzioni e delle comunità, e sono proprio eventi culturali come il Premio Acqui Ambiente ad avere un ruolo di sensibilizzazione importante e soprattutto a essere un palcoscenico nel quale delineare idee e proposte più rispettose dell’ambiente.
Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, notaio Luciano Mariano, esprime vivo apprezzamento per la decisione del Comune di dare cadenza annuale al Premio Acqui Ambiente dimostrando grande sensibilità verso un tema estremamente attuale e di vitale importanza per la sopravvivenza dell’intero pianeta. L’alto livello delle personalità individuate dalla Giuria del Premio e il loro impegno, a vario titolo, in difesa dell’ambiente testimoniano la validità dell’iniziativa che trova, nella cornice green di Villa Ottolenghi, la collocazione ideale. La Fondazione conferma, pertanto, il proprio sostegno al Premio che si inserisce perfettamente nella linea operativa dell’Ente tra i progetti del settore rilevante “protezione e qualità ambientale”.
Il Parco di Villa Ottolenghi, che ospiterà la cerimonia, è un’opera architettonica che gode di un continuo comunicare con la natura, nella quale è inserita in modo armonico: le aree verdi che circondano la Villa costituiscono un giardino di circa 10 mila mq. Gli immensi spazi verdi progettati in modo consapevole da Pietro Porcinai sono ricchi di emergenze scultoree come le eleganti panchine girevoli scolpite nel marmo, la statua del Tobiolo e i particolari in ferro battuto dei Maestri Ferrari; e a stupire ancora maggiormente è il primo Giardino Giapponese di Pietro Porcinai, chiamato “Giardino delle Pietre”. Il complesso di Villa Ottolenghi è l’unico esempio in Italia di stretta collaborazione tra architetti, pittori, scultori e mecenati per dar vita a una Dimora padronale ricca d’importanti opere d’arte. Villa Ottolenghi-Wedekind è frutto delle migliori menti creative del secolo scorso e riconosciuto manifesto del Bello, dell’Armonia e del Buon Gusto, grazie al mecenatismo dei Conti Ottolenghi che chiamarono a Borgomonterosso i più grandi artisti ed architetti del secolo. Il primo ad essere contattato affinché desse vita al sogno della Famiglia fu l’architetto Federico D’Amato; si susseguirono Marcello Piacentini, Ernesto Rapisardi e Giuseppe Vaccaro. Molti altri giovani artisti furono ospitati grazie al mecenatismo dei Conti, tra cui Ferruccio Ferrazzi, Fortunato Depero, Adolfo Wildt, Libero Andreotti, Fiore Martelli, Arturo Martini, Rosario Murabito, Venanzio Crocetti ed i maestri del ferro Ernesto e Mario Ferrari. Il parco – unico esempio visitabile di un capolavoro di Pietro Porcinai, ha valso a Villa Ottolenghi il 1° Premio “European Garden Award” del 2011 (http://villaottolenghi.it/).
Il Mausoleo, oggi “Tempio di Herta”, non lontano dalla Villa, è il singolare risultato di un progetto straordinario. Maestosa e incombente, la costruzione a pianta circolare in marmo di Candoglia, supera i 20 metri di altezza e i 18 di diametro. Il Portale, monumentale opera dei Maestri Ernesto e Mario Ferrari per lavorazione artistica e meccanica, del peso di 20 quintali, fa da preludio ai 700 metri quadrati degli affreschi ad encausto di Ferruccio Ferrazzi, Accademico d’Italia, (insieme a Guglielmo Marconi, Filippo Tommaso Marinetti, Giovanni Gentile, Gabriele D’Annunzio) e ai mosaici sull’Apocalisse, da cartoni dello stesso pittore e realizzati della scuola musiva di Ravenna e della Città del Vaticano. Il grande parco, disegnato dall’architetto paesaggista Pietro Porcinai, che circonda l’imponente costruzione era stato battezzato dai conti Ottolenghi “Paradiso terrestre” e ha ospitato opere scultoree di Arturo Martini, come il Tobiolo, le due versioni dell’“Adamo ed Eva”, “Il leone di Monterosso”, che sovrastava l’ingresso del Tempio ed i due leoni-chimere di ispirazione etrusco-assiro babilonese. Per l’occasione la dottoressa Silvia Invernizzi, proprietaria di Villa Ottolenghi, ha deciso di offrire al pubblico dell’Acqui Ambiente la possibilità di visitare il Mausoleo con l’aiuto di guide preparate che illustreranno gli splendidi mosaici e affreschi del Tempio a partire dalle ore 14,30.
Villa Ottolenghi dispone inoltre di un ampio parcheggio gratuito, che sarà a disposizione di tutti i presenti.
Il Premio Acqui Ambiente ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica, del Ministero della Cultura, della Regione Piemonte e della Provincia di Alessandria ed è sostenuto dagli enti promotori la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e il Comune di Acqui Terme, cui fa capo la concreta organizzazione della manifestazione. E’ inoltre sostenuto dalla CTE Costruzioni Tecno Elettriche Spa.
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