Un travolgente Tullio De Piscopo infiamma l’estate casalese del Monfrà Jazz Fest.
Tullio De Piscopo per l’anagrafe è nato nel 1946…avrebbe quindi 76 anni…ma non può essere vero! Perché ieri sera, nel Castello di Casale Monferrato, Tullio De Piscopo aveva al massimo 35 anni, da come suonava, ovvero con un’energia incredibile e trascinante, che ha infiammato e travolto tutti noi che lo abbiamo ascoltato…Ascoltato? Ma va! De Piscopo ci ha diretto tutti quanti, noi come il suo splendido gruppo, ci ha fatto cantare, gridare, ballare, battere le mani per tenere il ritmo…e applaudire entusiasti, a scena aperta e fra diverse standing ovation!
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E se questa recensione vi pare partita con troppo entusiasmo, vi dico che, no, non è troppo, anzi…ieri notte è stata veramente, senza dubbio, una serata musicalmente fantastica ed indimenticabile. Ma voglio ricordare in primis alcuni momenti anche commoventi…intanto l’inizio, perchè per tutti i suoi concerti, Tullio De Piscopo inizia, o meglio, fa iniziare la serata dal suo compagno musicale che siede al pianoforte, Fabrizio Bernasconi, con le note di “Tu dimmi quando quando” di Pino Daniele, che lui definisce “Il mio fratello in Blues”. Poi Tullio ci ha narrato che oggi sarebbe stato a Venezia per ricevere il Leon d’Oro per la carriera musicale, primo batterista Jazz ad avere questo prestigioso premio. E lo ha dedicato, commosso, a due grandi amici e musicisti: Pino Daniele, appunto, ed Astor Piazzolla, il grandissimo musicista argentino. E i nostri applausi, altrettanto commossi, sono saliti verso le stelle del cielo di Casale…dopo varia altra musica, ci ha narrato ancora di come lui e Pino Daniele lavorassero insieme. Pino chiedeva a Tullio, tutte le mattine in cui suonavano insieme, di improvvisare qualcosa alla batteria…”…ed era così intelligente da capire da come suonavo, se stavo bene o male, cosa pensavo, cosa volevo…” quindi ci ha proposto un “solo” per batteria che si chiama “Drums Conversation”…con Pino…da noi tutti ascoltato con un silenzio sospeso e commosso…e ammirato per l’incredibile virtuosismo che Tullio sfoggia con totale nonchalance.
Poi, tutto il resto. Che è stato un crescendo di partecipazione ed entusiasmo! Intanto fatemi dire di come Tullio e il suo straordinario bassista, Cesare Pizzetti, siano una vera e propria macchina ritmica implacabile e travolgente. I due si guardano di continuo, producendo un amalgama basso/batteria fatti di potenza, precisione e pulizia sonora ineccepibile: stupendo! Non che gli altri musicisti siano da meno, perché sia Bernasconi al piano e alle tastiere che il chitarrista Gianluca Silvestri, guidati e diretti da gesti e sguardi assai eloquenti di Tullio, fanno più che egregiamente la loro parte. Anche se la cosa più impressionante è come Tullio De Piscopo sappia interagire con la sua grande batteria con un flusso costante e continuo di energia vitale quasi incredibile. E qui potrei parlare dei tanti brani di un Jazz-Rock davvero impeccabile quanto coinvolgente.
E poi la parte vocale. Della splendida Patrizia Conte, che Tullio ha presentato…confidenzialmente…così: “…è bianca…ma ha una voce da nira….”. E ha infatti cantato con impeto trascinante, in perfetta combinazione con il gruppo, alcuni brani, compreso il primo dei due bis, una “Summertime” molto mossa e vissuta. Ma poi c’è lui stesso, Tullio, con la vocazione del cantante, che lascia il posto alla sua immensa batteria al giovane (ma molto bravo) Rosario Di Giorgio, e si mette a suonare un singolo tamburo con un singolo piatto e canta, parla, incita, grida… ci trascina tutti in brani fra il Jazz e il Pop con la maestria di un istrione impareggiabile. Tra i tanti, ricordo due brani: “O’Sarracino” di Renato Carosone, dove Tullio ha diretto prima di tutti noi, il pubblico, preda di genuino entusiasmo, mentre lui cantava e ci incoraggiava senza posa, dirigendo tutto e tutti con le bacchette della sua batteria. Ma il culmine è stato raggiunto con il grande successo Pop “Andamento Lento”, che è durato tantissimo, diventando praticamente un Concerto per Tullio, jazz band ed ipnotizzato coro di spettatori infervorati e plaudenti….una vera festa musicale nella notte d’estate Jazz di Monfrà Jazz Fest!
Un concerto, come avrete certamente inteso, davvero variegato, musicalmente rigoroso, ma anche molto Pop e molto, infinitamente trascinante. Ed infine, l’ultimo bis per tornare al grande Jazz: “Caravan”, capolavoro di Duke Ellington riproposto con una grinta incredibile: dopo due ore di musica Tullio De Piscopo appariva irrefrenabile ed entusiasta. Ha finito col salutare tutti con due frasi bellissime. La prima per dire quanto sia meravigliosa la musica…la seconda che riporto a memoria “Sorridete, quagliò, che un sorriso è la cosa più bella che ci sia…è bella e nun costa niente”…e vai con la più sincera, meritata e plaudente standing ovation!
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Concludo con le parole della sorridente presentatrice, Anna Portinaro, che è salita sul palco per i saluti finali, e ha detto con spontaneo ardore; “Non ho mai visto il pubblico di Monfrà Jazz così entusiasta come stasera!” …io non so di altri concerti, ma ieri sera senza ombra di dubbio è stato un concerto semplicemente fantastico!
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