Monfrà Jazz Fest: la grande festa continua con il weekend al Castello di Casale
Abbiamo ancora negli occhi (e nelle orecchie) la splendida esibizione di Tullio De Piscopo (“ricordatevi che la musica è vita!), ma fortunatamente il Monfrà Jazz Fest non si ferma e ci offre altri imperdibili appuntamenti con grandissimi interpreti del panorama jazzistico internazionale.
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Da venerdì a domenica nove imperdibili concerti e tante interpreti femminili. Gran finale domenica sera con 20 elementi diretti da Eugenia Canale
Venerdì 24 giugno Tazio Forte, Eleonora Strino quartet e Wally Allifranchini con Michael Rosen
Si comincia alle ore 19.00 con un “Ice Jazz”, un appuntamento che abbina il concerto a una degustazione di uno straordinario gelato gourmet. In questo caso assaggeremo la fisarmonica di Tazio Forte insieme a Tobia Davico alla chitarra che in “Gipsy jazz ed altre storie…” ci trasporteranno attraverso la tradizione del jazz europeo e della tradizione gitana passando per Django Reinhardt, Stéphane Grappelli e il Quintette du Hot Club de France. La duttilità della formazione fisarmonica e chitarra Manouche spinge i due musicisti ad inserire nel programma brani di provenienza ben distante, come tradizionali finlandesi , pasodoble spagnoli e celebri standards tratti dai grandi songbook americani (Porter, Mercer, Kern ).
Alle ore 21 si esibisce sul palco Eleonora Strino Quartet, ricordandoci più che mai che il tema dell’edizione di quest’anno sono le donne del jazz sempre più strumentiste, compositrici, direttori di orchestra. Eleonora Strino alla chitarra si esibisce insieme a Alex Orciari, contrabbasso, Simone Daclon, pianoforte e Pasquale Fiore, batteria. Appartenente a una famiglia di artisti di origine fieramente napoletana, per Strino la chitarra è una rampa di lancio per far decollare una performance swingante e discorsiva, in cui si rinnova con stile la lezione di Wes Montgomery e del primo George Benson. Sul palco colpisce per stoffa e quel pizzico di carisma che le permette di affrontare l’improvvisazione su noti standard e classici, quasi come se si trattasse di un flusso di consapevole coscienza.
La serata finisce alle 22.00 con Wally Allifranchini Quartet feat. Michael Rosen. Il quartetto del noto sassofonista e arrangiatore ospiterà per il Monfrà Jazz Fest un artista di caratura internazionale, il sassofonista Michael Rosen. Eseguiranno brani originali di Allifranchini e Rosen e jazz standards, da Ellington a Rollins e molti altri. Oltre al grande sassofonista il quintetto vanta la presenza di uno dei più grandi chitarristi italiani e non solo: Sandro Gibellini. A chiudere la formazione il contrabbassista casalese Giorgio Allara ed il batterista Nicola Stranieri che vantano collaborazioni con jazzisti internazionali di altissimo livello.
Concerto con degustazione a base di gelato gourmet intero € 7, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5. Doppio concerto serale intero € 10, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5. Abbonamento doppio concerto serale + degustazione intero € 15, ridotto under 25 e soci Le Muse € 8.
Sabato 25 giugno Roger Beaujolais, Riccardo Fioravanti trio, Joyce Yuille & Concettini Quartet
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La serata di Sabato 25 giugno al Castello comincia alle 19.00 con un aperitivo “Ice Jazz” insieme al Roger Beaujolais Trio. Beaujolais è un musicista jazz molto noto e apprezzato in Inghilterra, la sua attività è allargata a collaborazioni anche nell’ambito del pop inglese, tra cui Robert Plant e Paul Weller, e all’insegnamento del vibrafono presso il Trinity College of Music di Londra. Accompagnato da Giacomo Dominici al contrabbasso e basso elettrico e Alessandro Pivi alla batteria Roger Beaujolais affronterà un repertorio di brani originali e standard jazz, riarrangiati secondo il suo estro tipico trasversale, di grande fascino ed estrema godibilità.
Alle 21.00 Riccardo Fioravanti Baritone Trio presenta “Cerri, una volta il Wes!”: un omaggio a due dei più grandi chitarristi di tutti i tempi, caratterizzati da un’innata creatività melodica, un fantastico senso dello humour e una grande signorilità e gentilezza d’animo. Franco Cerri e Wes Montgomery, così distanti geograficamente, così vicini musicalmente, Wes Montgomery è un vero e proprio gigante della chitarra jazz, a cui Franco Cerri si è ispirato sia nella musica che nell’eleganza musicale e stilistica. Riccardo Fioravanti reinterpreta con questa proposta artistica con un basso a sei corde, accordato in maniera baritona per avere sonorità a cavallo tra il basso elettrico e la chitarra, il repertorio ed il linguaggio di questi due grandi interpreti del jazz. Al suo fianco due musicisti di grande spessore artistico: Maxx Furian alla batteria e Francesco Chebat al piano e tastiere daranno vita ad un concerto veramente particolare.
Alle 22.00 va in scena il Joyce Yuille & Concettini Quartet in cui il saxofonista molisano ritorna per il consueto gemellaggio col festival Borgo in Jazz, accompagnato dalla splendida voce di Joice Yuille, energica front woman di origine newyorkese di Harlem dalla vocalità sofisticata, grintosa e al tempo stesso elegante che ci accompagnerà in un viaggio nell’American Songbook. Accanto a lei e al sax di Nicola Concettini ci sono Daniele Cordisco alla chitarra, Alberto Gurrisi all’ organo Hammond e Luca Santaniello alla Batteria.
Concerto con degustazione a base di gelato gourmet intero € 7, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5. Doppio concerto serale intero € 10, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5. Abbonamento doppio concerto serale + degustazione intero € 15, ridotto under 25 e soci Le Muse € 8.
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Domenica 26 giugno Volver Trio, Rita Payès, Maxentia Big Band
Ultima data del mese il 26 giugno. Alle ore 19.00 un nuovo appuntamento dei concerti aperitivo Ice Jazz con Volver trio in “Bolero in jazz”. Il Progetto “Volver” prende il nome dalla celebre canzone del compositore argentino Carlos Gardel (1890-1935) e riprende alcune grandi ballate (tango, bolero) del Sudamerica, poco frequentate nei repertori dei musicisti jazz nordamericani ed europei (con alcune eccezioni, come Charlie Haden). Come nella tradizione jazz queste canzoni degli anni ’20 e ’30 sono re-interpretate e trasformate in chiave moderna con l’intenzione però di restare fedeli all’originale ispirazione “romantica” latino-americana. Formano il trio Paolo Manasse (piano), Marco Volpe (batteria) e Riccardo Vigoré (contrabbasso).
Conclusione della serata tutta al femminile nello spirito del Festival. Alle ore 21.00 sarà sul palco Rita Payès, virtuosa e pluripremiata stella nascente del jazz europeo alla voce e al trombone, a cui si unisce Pol Batlle, chitarrista di Barcellona, per creare il duetto più intimo ed emozionante che possiate mai ascoltare. Una messa in scena familiare: una chitarra elettrica, un trombone e due splendide voci per raccontarci la storia de “La Mela” (appunto ‘Manzana’ in catalano). Nella Barcellona degli anni 80 c’era un giovane musicista di nome Gabriel Hernández fortemente ispirato dai musicisti catalani. I suoi amici lo hanno aiutato a registrare un nastro delle sue canzoni dal vivo, e se Gabriel Hernández non proseguì la carriera, quasi quattro decenni dopo, Batlle si imbatté in quest’opera e in “La manzana” in particolare, facendola ascoltare a Rita. “La canzone ci è piaciuta così tanto che l’abbiamo suonata nel tour europeo”, spiega la cantante. Oltre a questo ed altri brani di loro composizione eseguiranno alcuni brani della tradizione catalana uniti a richiami di famosi standard jazz, per un concerto dai toni caldi ed avvolgenti.
Conclusione spettacolare alle 22 con la Maxentia Big Band, venti elementi diretti da Eugenia Canale, affermata pianista e compositrice. Il titolo della serata “Cape” è un diretto riferimento a Città del Capo per esplorare un filone davvero particolare del Jazz: quello nato e sviluppato in Sudafrica, dove già dall’inizio del XX secolo i nuovi stili musicali che arrivarono dall’America, come il ragtime, il dixieland e lo swing, si mescolarono alla musica tradizionale locale dando vita a generi inediti come il marabi e il kwela, caratterizzati da una ciclicità rituale delle melodie e delle armonie che trasportano l’ascoltatore in uno stato di coinvolgimento fisico ed emotivo. Negli anni dell’apartheid il Jazz sudafricano è diventato occasione per ribadire l’identità di un popolo e il suo desiderio di libertà: «Chi potrà mai sottometterci finché avremo la nostra musica?» (Miriam Makeba). In “CAPE” la Maxentia Big Band accompagnerà il pubblico in un percorso che parte dalla musica dei primi importanti pionieri di questo filone, per arrivare ad alcuni tra i più interessanti esponenti del jazz sudafricano contemporaneo.
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Concerto con degustazione a base di gelato gourmet intero € 7, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5. Doppio concerto serale intero € 10, ridotto under 25 e soci Le Muse € 5. Abbonamento doppio concerto serale + degustazione intero € 15, ridotto under 25 e soci Le Muse € 8.
Per il programma completo e per acquistare i biglietti è attivo il sito www.monjazzfest.it