Buona Destra: “L’amara fine della Pernigotti”

Dopo le tante parole e le mille promesse mai mantenute, si esauriscono gli ammortizzatori sociali previsti per la Pernigotti e nello stabilimento di Novi, con i macchinari non più in funzione da troppo tempo, la ripresa della produzione è diventata utopia.
“Da domani i dipendenti godranno di un periodo di ferie mai maturato, mai richiesto e deciso unilateralmente dalla proprietà turca”, così Claudio Desirò, Segretario Regionale di Buona Destra Piemonte, “la proprietà dei fratelli Toksoz, dopo non aver ottemperato a nessuno degli impegni presi con il MISE in questi anni, ha nuovamente preso una decisione che non lascia intravedere finali diversi da una definitiva chiusura dell’impianto”.
“Nelle scorse settimane INPS ed ispettorato del lavoro hanno proceduto ad una serie di verifiche ispettive per valutare il rispetto degli accordi del 2021 e del piano industriale che ha permesso l’accesso alla Cassa Integrazione per Ristrutturazione e che avrebbe dovuto portare lo stabilimento ad un profondo rinnovamento ed i dipendenti ad una nuova formazione lavoro”, aggiunge Desirò.
“Rimaniamo in attesa di conoscere l’esito di queste visite ispettive, che dovrebbero essere comunicate nella giornata di Venerdì 1 Luglio dal MISE, con la speranza che eventuali accordi non rispettati possano portare ad azioni del nostro Governo contro una proprietà che è risultata manchevole in tutto fin dall’inizio”, conclude Desirò.
La Buona Destra del Piemonte da tempo segue da vicino la vicenda Pernigotti, un marchio che rappresenta la storicità della produzione agroalimentare di qualità della nostra Regione, ed esprime la massima solidarietà verso i dipendenti e le famiglie vittime di una politica industriale aggressiva, che fin da principio si è dimostrata unicamente interessata allo shopping di un marchio Made in Italy e poco propensa a proseguire l’attività produttiva nel nostro Paese.
Chi ha sbagliato, chi non ha mantenuto fede agli accordi ed è risultato un costo sociale, non solo sui dipendenti, ma su tutta la collettività, deve essere messo di fronte alle proprie responsabilità.