Condizioni lavorative ritenute “disumane”: i sindacati disertano le celebrazioni del 205° anno di fondazione della Polizia Penitenziaria
Alessandria – “Le organizzazioni sindacali del comparto sicurezza del Piemonte disertano la cerimonia celebrativa del 205° anniversario della fondazione del corpo di Polizia Penitenziaria in segno di protesta che sarà celebrata a Torino il giorno 8 luglio 2022 – si legge in una nota congiunta emessa da Sappe, Osapp, Uil Pa, Uspp, Fns Cisl e Fsa Capp del Piemonte – per le condizioni disumane e lavorative in cui sono costretti a operare i poliziotti penitenziari negli istituti penitenziari della Regione Piemonte che sono diventate delle vere e proprie “polveriere”.
Noi non ci saremo perché non c’è nulla da festeggiare, adesso basta con le chiacchiere occorrono interventi concreti la pazienza è giunta al termine.
Dopo l’ultima in ordine di tempo aggressione a Torino da parte di un detenuto sottoposto al regime di cui all’art. 41 bis che non avrebbe dovuto nemmeno essere presente nell’istituto (per osservazione psichiatrica) (sic!), dopo la mancata concessione del congedo parentale a personale di polizia penitenziaria del carcere di biella (in parte risolto dopo l’intervento del provveditore), non c’è proprio nulla da festeggiare se non smetterla con le passerelle da etichetta e con le chiacchiere ed assumere seri e concreti provvedimenti a tutela delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria che sono giunti allo stremo delle loro forze.
Le condizioni e gli eventi critici sono divenuti devastanti da Vercelli agli istituti penali di alessandria, da asti a cuneo da Biella a Ivrea, da Novara a Saluzzo, dal carcere minorile Ferrante Aporti a Verbania ecc… Insomma, nessun istituto è esente da gravissimi problemi al punto che la polizia penitenziaria non ce la fa più a fronte di turni massacranti e di diritti non concessi (i riposi settimanali al personale vengono programmati addirittura dopo 30 giorni consecutivi di lavoro (siamo ritornati al medioevo), ferie negate al personale, vestiario carente, mezzi roventi e ansimanti per eseguire le traduzioni, sovraffollamento alle stelle condizioni dei luoghi di lavoro penosi e fatiscenti, gravissima carenza di organico.
Molti istituti sono privi di punti di riferimento per il personale perché non ci sono direttori e comandanti di reparto e questo nel totale silenzio dell’amministrazione centrale (Vercelli senza direttore e comandante, Ivrea senza direttore, Verbania senza direttore, Novara senza comandante, Biella senza direttore, carcere minorile Ferrante Aporti senza direttore, Torino senza direttore, Saluzzo senza comandante, Cuneo senza direttore) ecc…
Questi sono solo alcuni dei gravi motivi per il quale diserteremo la festa affinché la politica, il capo del dap e la ministra Cartabia dichiarino lo stato di emergenza delle carceri italiane dove il ‘caos’ e la confusione regnano sovrane e il personale della polizia penitenziaria è totalmente abbandonato a se stesso. È necessario aprire gli occhi la polizia penitenziaria è diventata un sacco da boxe!”
Continua a leggere l'articolo dopo il banner