La Fanfara all’ombra della torre.

A Solero c’è un castello, ma…ma in realtà non è un vero e proprio castello antico, ovvero di origine medievale, ma una dimora gentilizia del ‘500, alla quale, nell’800, in pieno revival gotico – medievale, è stata aggiunta una torre coperta, che però a dire il vero non stona affatto nell’insieme, anzi, rende il tutto più solenne e più imponente. Qualche esperto di queste cose potrebbe definire il tutto un “falso dugentesco”, ovvero una posticcia rivisitazione moderna di un medioevo un po’ favolistico. Ma per me che non sono un esperto, la suggestione di una sera d’estate all’ombra del castello, o meglio, all’ombra della sua torre, ha il suo piacevole perché… anche perché sabato scorso, nella corte del castello, che è poi il parco comunale del paese, si ospitava la Fanfara Alpina Valle Bormida, che, su invito degli Alpini di Solero, ha proposto il suo repertorio, che è davvero vasto e notevole.

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Io a dire la verità mi aspettavo una compagine prettamente maschile, com’erano le fanfare di questo tipo quando ho fatto il militare (ehm, era il 1982, di cose ne sono cambiate da allora!), ma anche mi aspettavo un repertorio fatto soprattutto di marce ed inni militari. Ho sbagliato su tutta la linea, a dimostrazione che le prevenzioni, in ogni cosa, vanno messe da parte! Intanto la fanfara è composta sia da signori che da signore, presenti in numero notevole. La “portavoce” del gruppo è, ad esempio, una giovane signora che ha, giustamente e secondo me come andrebbe fatto in ogni concerto, presentato brano per brano, con sintetiche ma puntuali spiegazioni. Il loro Direttore, il Maestro Roberto Giuliano, le lasciava ampio spazio di parola addirittura allontanandosi dal podio, per poi riprenderlo per dirigere con polso sicuro ogni singolo brano. Tra l’altro ci ha spiegato che questa compagine non è formata da militari, ma l’ispirazione che ha guidato la loro nascita e, naturalmente, guida un po’ tutta la loro realtà artistica, è proprio il “Glorioso Corpo degli Alpini”, così l’ha definito. Di cui, perdonate l’intrusione personale, ho fatto parte.

E poi, il repertorio che ci hanno proposto, che è stato tutt’altro che scontato, anzi, direi persino sorprendente: perché le poche marce militari proposte sono state alternate con sapienza a brani di tutt’altro genere; siamo passati da una toccante interpretazione della splendida canzone di Bryan Adams Everything I Do (I Do It For You), ad un medley di brani degli Abba, da un Tango Infuocato ad una piccola suite di Cha-cha-cha, e così via. Insomma, una musica estiva, che scorreva serena e piacevole all’ombra severa della torre. E se a volte qualche attacco non è stato del tutto omogeneo, subito però il Maestro Giuliano riprendeva in mano la situazione, guidando tutti ad un suono compatto e assai ben amalgamato. E queste piccole sbavature…beh, li hanno resi ancora più simpatici, anche perchè la loro portavoce ci ha ben spiegato le enormi difficoltà nel tenere unita la Fanfara nonostante il Covid che ha dominato questo periodo atroce.

Applausi a scena aperta, comunque, per tutto il concerto, sorrisi e buonumore. E un finale che un po’ mi ha commosso, e mi scuserete se apro una parentesi parzialmente personale. Perché su richiesta degli stessi Alpini di Solero, gli organizzatori della serata, la Fanfara Alpina Valle Bormida ci ha proposto come bis la “Marcia dei coscritti del Piemonte”: retorica di fine ‘800, certamente, tutto quello che volete, ma parole (peraltro in dialetto, ma le trascrivo qui in italiano, salvo la strofa finale, facilmente comprensibile a tutti) e musica, che per chi come me il militare l’ha fatto, certo non in tempo di guerra, per mia fortuna, ma comunque in tempo di brigate rosse e lontano da casa, non possono portare che un vento di commozione e, perché no, di nostalgia.

Nessun italiano desidera la guerra,

nè massacri nè scene di orrore;

sono emblema della nostra Bandiera

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la Speranza, la Fede, l’Amore.

Ma il giorno che occorre difendere

il buon diritto o l’onore italiano

noi avremo coraggio da vendere.

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 L’è ‘l Piemont ch’a dà a l’Italia

soa pi bela gioventù!

E il finale, forza: tutti in piedi, nell’emozione dell’Inno di Mameli. Una serata d’estate, insomma, all’ombra della torre, fra buona musica e un po’ di commozione, grazie alla Fanfara Alpina Valle Bormida.