“Fermare la guerra per salvare l’Italia”: un convegno a Roma
In una campagna elettorale svoltasi finora all’insegna della delegittimazione reciproca degli avversari e non della discussione di programmi concreti che possano risolvere i veri problemi degli italiani, lunedi’ prossimo a Roma sara’ gettato un sasso nello stagno del conformismo. A lanciarlo sara’ una pattuglia di politici, studiosi, ex militari, diplomatici, girnalisti, tra i quali spiccano l’ex ministro delle Politiche Agricole del primo governo Berlusconi, Gianni Alemanno, l’ex Comandante della Folgore Gen. Marco Bertolini, il vice direttore de La Verita’ Francesco Bertolini, lo storico Franco Cardini, l’economista Nino Galloni, che lunedi’ pomeriggio sara’ presentato a Roma presso il Centro Congressi Cavour, con l’intervento anche di .
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“Come in quelle commedie in cui c’e’ il morto in casa ma tutti fanno finta di nulla, in questa campagna elettorale si litiga su ogni cosa meno che sul princ ipale problema dell’Italia: la partecipazione alla guerra in Ucraina” – dice Gianni Alemanno annunciando l’iniziativa- “su questo sono tutti d’accordo: bisogna continuare a mandare armi e insistere sulle sanzioni”.
“Poco importa che le economie europee e quella italiana in particolare non siano in grado di reggere questa situazione, che in questo autunno all’inflazione si unira’ una devastante recessione, con le industrie ferme per mancanza di energie, milioni di disoccupati, il gas razionato per le famiglie”.
“La politica italiana sa immaginare solo costosissimi palliativi alla crisi energetica, che non fanno altro che aggravare la situazione economica. L’Unione Europea non e’ d’accordo su nulla se non sul ritorno i vincoli che da 30 anni ci stanno uccidendo. Biden sta facendo una guerra sulla nostra pelle, ma e’ troppo debole e screditato per offrirci una qualche forma di aiuto. L’UNICA STRADA PER SALVARE L’ITALIA E’ TENTARE DI FERMARE LA GUERRA, non abbandonando l’Ucraina ma aprendo un vero tavolo di trattative, smettendo di inviare armi, in cambio di un cessate il fuoco e negoziando con la Russia il superamento delle sanzioni. Il lancio del nostro Manifesto costringera’ la politica italiana a non fare finta di nulla mentre stiamo andando verso ol baratro”
Fin qui Alemanno, promotore dell’iniziativa assieme al vicedirettore de La Verità, Francesco Borgonovo.
Avendo letto il documento posso dire che non c’è solo questo, non c’è solo una generica contestazione alla politica interventista voluta dall’asse USA- Regno Unito e pedissequamente anzi servilmente perseguita dal Governo draghi, ma c’è anche una proposta di politica economica in linea con i principi costituzionali, ma alternativa a quanto messo in pratica da tutti i governi italiani negli ultimi decenni le (privatizzazioni selvagge volute dal governo D’Alema, la liquidazione dell’Iri voluta da Romano Prodi, la deregulation delle “lenzuolate” di Bersani che ha distrutto il piccolo commercio e il tessuto produttivo del ceto medio). Quello che si propone nel documento e’ uno Stato interventista in economia che può essere il naturale alleato del tessuto delle piccole e medie imprese italiane, nonché dei pochi “campioni nazionali” ancora in mano al capitale privato italiano. Lo Stato è l’ombrello che permette ai “piccoli produttori” di resistere all’assalto dei grandi gruppi multinazionali, le sue regole e tutele sono lo strumento con cui il ceto medio si difende dalla proletarizzazione e dal precariato.
E’ chiaro che i promotori del Manifesto hanno un obiettivo che va al di la’ delle elezioni del 25 Settembre: il Comitato che sicuramente nascerà dall’Assemblea del prossimo lunedì a Roma e’ destinato a costituire una vera e propria spina nel fianco di qualunque governo verrà fuori dalle elezioni del 25 Settembre. D’altronde la crisi economiche che ci si prospetta (quante famiglie riusciranno a pagare la prima e la seconda rata del riscaldamento nei prossimi mesi?) non necessita di “pannicelli caldi”, ne’ di promesse elettorali impraticabili: occorre una decisa sterzata che riconduca la politica economica italiana nell’ambito dei principi della nostra Costituzione.
Aldo Rovito (aldo.rovito@libero.it)
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