Tanto pubblico e tanto swing per il settembre del Monfrà Jazz Fest
Ben nove affollatissimi concerti, dove protagonista, insieme al panorama è stata soprattutto la musica della swing era, declinata in tanti modi
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Ben nove affollatissimi concerti, dove protagonista, insieme al panorama, è stata soprattutto la musica della swing era, declinata in tanti modi
La lunga settimana del Monfrà Jazz Fest di metà settembre è così lunga da cominciare addirittura il giovedì, alla birreria Moonfrà di Casale, dove di esibiscono Serafina Carpari, Mario Martinengo ed Ezio Vescovo: il Maes Trio. Un ottimo modo per ripassare una carrellata di evergreen dal rock al folk, dal latino al pop, tutto con una punta di originalità che li fa inserire a buon diritto nella rassegna. Inoltre la voglia di cantare insieme a loro non manca.
E’ un inizio ancora soft per la valanga di note in programma da sabato: Casale sta cominciando un’intensa stagione di manifestazioni e il Monfrà Jazz Fest contribuisce a organizzare una vera festa per la città riempiendola letteralmente di musica. Cinque concerti, cinque declinazioni del Jazz: c’è quello allegro e scanzonato che propone “La banda della collina”, diretta da Luca Cecchini che fa cantare a tutti “La casetta in Canadà” in piena via Roma; di fronte alla Mazzetti di Via Saffi troviamo le delicate nuance della “Bossa Nova” con Fabiana Rosa, Stefano Cavalliere e Alberto Graziani; sotto i portici corti c’è il blues di Nicola Bruno. Il jazz sofisticato tra post-bop e fusion trova posto di fronte alla pasticceria Ninin con il quartetto Four Jam di Samuel Perinotto, Alessio Pagliero, Alessandro Rosin, e Samuele Cavallone. C’è persino un viaggio nella musica tradizionale ebraica con il trio di Massimiliano Limonetti, Antonio Sacco, e Frediano Perucca che omaggia i Krumiri Rossi (che notoriamente sono anche kosher).
La sera stessa, immerso in un intenso aroma di fermentazione, il jazz torna alla Distilleria Magnoberta. Appuntamento fisso della rassegna praticamente dalla sua fondazione. Si ripete il rito delle visite tra alambicchi e distillati condotte dalla famiglia Luparia, delle degustazioni tra bottiglie che per riflessi rivaleggiano con i saxofoni. Quest’anno in abbinamento ci sono i dolci della pasticceria Ninin, ma c’è anche un’altra novità intuibile fin dallo spazio messo a disposizione tra i musicisti e il pubblico. ”É doveroso danzare” intima Genny Notarianni presentando il concerto. E in effetti è difficile rimanere fermi al suono di classici dello swing come “Buonasera Signorina” o “L-O-V-E”. La voce di Mara Panico, il sax di Lorenzo Cucco in primo piano e una buona sezione ritmica formata da Alberto Gandin, Gigi Andreone, Marco Serra, rendono il suono ricco come una big band. Riscoprono persino il “ballo blues” con The thrill is gone di BB King. Mancano solo i leggii con il logo dell’orchestra per essere al Savoy. A incentivare la voglia di muoversi ci pensano i ballerini della scuola di Nicole Pipino che nell’intervallo spiegano anche i passi base ad una vera folla. Così sul finale l’unico modo per non essere coinvolti è legarsi alla sedia.
Baciata dal sole di una tiepida domenica mattina settembrina, la big bench “Tartufina” di Odalengo Grande si scalda grazie anche delle sonorità dello swing. Caterina Accorsi, voce e Sergio Di Gennaro, piano, inaugurano questa domenica del Monfrà Jazz Fest. La coppia si esibisce immersa nei colori dei filari della Valcerrina mentre la Pro Loco di Odalengo Grande pensa anche al senso del gusto con una tipica colazione monferrina per un vasto pubblico. Un premio più che meritato per i molti che hanno deciso di raggiungere questo panorama a piedi o in bici tra le linee morbide delle colline. Ad accoglierli e ringraziarli anche il sindaco Fabio Olivero. Lo spettacolo, rileggendo i grandi classici da Cole Porter a Irving Berlin, passando anche per Ray Charles e Duke Ellington poi si concede toni romantici con The boy next door e titoli ritmati, primo fra tutti Nobody else but me. Il sipario è calato infine sul duo con un bis acclamato dal pubblico: la suadente voce di Accorsi che interpreta Georgia on my mind di Ray Charles.
Domenica il Monfrà Jazz Fest ha concluso ufficialmente la rassegna esattamente nello stesso luogo dove è stato presentato a maggio: sul belvedere di Gabiano. Al pubblico, arrivato in cima alla collina, il Sindaco Domenico Priora ha ricordato come la piazza, costruita un secolo fa, sia diventata uno dei più bei punti panoramici del Monferrato. La serata, infatti, ha offerto le luci di un tramonto incantato sul Po e il Monviso, oltre alla merenda sinoira preparata dalla Proloco e naturalmente tanta musica con lo swing dei Vinaccia ensemble. La formazione (Daniele Soriani, voce e chitarra, Marco Tessarin basso, Luigi Scuri batteria e Lele Pelli tromba) era nata come tribute band di Vinicio Capossela, oggi propone invece un viaggio a ritroso nel tempo con le canzoni dal ritmo swing degli anni 60. Inizia col tema de “I ricordi della sera”, passa per il mambo e i ritmi cubani per approdare a Sweet Georgia Brown di Django Reinhard. Qualcuno accenna passi di danza, ma loro sono incontenibili e al bis finale di “Quando Quando” la piazza intera si scatena nel ballo.
Ricordiamo che la rassegna è stata possibile grazie all’impegno e alla passione di tanti volontari, delle amministrazioni pubbliche coinvolte e degli sponsor: Rolandi Auto, Krumiri Portinaro, Magnoberta, Distilleria Mazzetti d’Altavilla, cantina Hic et Nunc, Marco Botto Vini, Pasticceria Ninin, Due Buoi, Amici del Po.
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Il calendario ufficiale di quest’anno si è chiuso, anche se in realtà il Monfrà Jazz Fest non finisce qui, ci saranno ancora due concerti: il primo sabato 17 settembre alle 10 alla Pasticceria Ninin e un concerto venerdì 30 settembre alla distilleria Mazzetti d’Altavilla.
Per tutte le info www.monjazzfest.it