Notizie dall’Oltre Bormida

Chi è mai questo presidente di regione (pardon governatore) salito all’onore delle cronache in
questi giorni? È semplicemente il presidente della Calabria, una regione che si è trovata da tempo
allo sfascio nel suo sistema sanitario pubblico (ma in parte anche privato).
Già il suo cognome sembra tutto un programma. Infatti occhiuto vorrebbe dire “colui che guarda o
vigila molto attentamente, accorto, oculato”. E il dr. Occhiuto pare proprio concentrare su di sé
queste doti. Poco più che cinquantenne, un tempo democristiano, ultimamente è approdato a
Forza Italia, ma sembra muoversi in maniera del tutto autonoma rispetto ai criteri di scelta del suo
partito.
Non può essere accusato, come ad esempio il “governatore” della Lombardia, di aver fatto
mancare i soldi alla sanità pubblica per favorire la sanità privata, anche perché i soldi in Calabria
hanno preso in passato forse altri rivoli estranei alla sanità comunque.
Sulla sanità lombarda, oggettivamente non da oggi una delle migliori del nostro paese, si potrebbe
solo dire che qualche risorsa in più avrebbe potuto prendere la strada degli ospedali pubblici, per
evitare di vedere ciò che abbiamo visto in occasione dello scoppio della pandemia da Coronavirus.
Ricordo bene quando in occasione del ricovero del paziente numero Uno inquadrarono l’esterno
del famoso Ospedale pubblico San Matteo di Pavia, un tempo fiore all’occhiello della sanità
regionale. Poiché un tempo ebbi occasione di vedere da vicino quel nosocomio, i miei occhi si
posarono sulla facciata del San Matteo e fui colpito dallo stato di degrado dei serramenti oltremodo
usurati e le scrostature degli intonaci.
Perché fare certe figuracce in televisione davanti a tutto il mondo?
La regione Calabria non può essere paragonata alla Lombardia per quantità di risorse. Già può
contare su meno di 2 milioni di abitanti, contro i 10 milioni lombardi, anche se in teoria dispone di
un numero proporzionalmente ragguardevole di strutture sanitarie pubbliche, che sono, oltre alle
tre aziende sanitarie di Cosenza, Catanzaro e Reggio, i presidi ospedalieri di “primo livello” di
Lamezia Terme, Castrovillari, Cetraro/Paola, Corigliano/ Rosarno, Crotone, Locri, Polistena e Vibo
Valentia, oltre ai presidi ospedalieri di primo soccorso di Soverato, Gioia Tauro e Melito Porto
Salvo, Oppido Mamertina e Scilla.
In teoria i calabresi non potrebbero pretendere nulla di più. Però c’è un però! Già a settembre, se
non arrivano rinforzi, alcuni nosocomi dovranno appendere il cartellino: chiuso per mancanza di
personale. In molti reparti, infatti, c’è in servizio un solo dottore, che si sottopone a turni massacranti
per non lasciare vuota la struttura. All’ospedale di Polistena, per esempio, si rischia lo stop a un
reparto ogni settimana per l’impossibilità di fare i turni e già sono stati interdetti i punti di primo
intervento di Palmi, Oppido Mamertina e Scilla. E così altri ospedali come Rossano o Corigliano,
mentre a Paola la carenza di medici è ormai al 60% e a Cetraro manca il personale medico per la tac.
A questo punto il presidente Occhiuto, per superare le molte barriere burocratiche che ostacolano il
reclutamento di nuovo personale medico, ha avuto l’ottima pensata di reclutare circa 500 medici
cubani, ignorando del tutto i pregiudizi politici verso quel paese che quanto meno di facciata si
proclama ancora “comunista”, ma che è da tutti riconosciuto come patria di medici preparati e
soprattutto poco pretenziosi di stipendi favolosi.
Per la verità anche i giovani medici nostrani non possono pretendere di nuotare nell’oro e, stando ai
racconti dei protagonisti, fra il numero chiuso da anni adottato ed il blocco delle carriere
accompagnato da un lungo praticantato a stipendio zero, i nostri giovani appena possono emigrano o
in strutture private italiane o se ne vanno all’estero, come ha fatto la mia nipotina Martina, la quale
appena laureata a Torino ha inutilmente cercato un approdo di specializzazione in neurologia presso
l’Ospedale Molinette, ma senza fortuna. Per lei tutte le porte erano chiuse. Alla fine ha dovuto
emigrare all’estero ed ha scelto di andare in Germania, dove è stata accolta subito presso l’ospedale
di Friburgo, dove l’hanno assunta in regola e dove adesso lavora da anni, accasandosi e mettendo su
famiglia sposando un tedesco di nome Cristian, con il quale ha avuto una bellissima bimba dai capelli
biondissimi e dagli occhi azzurri, di nome Laura. Privatamente l’operazione si è conclusa con
successo, ma se penso cosa è costato alla famiglia e soprattutto allo Stato italiano il percorso di studi
di mia nipote, non posso che pensare che l’Italia sia diventato un paese di masochisti, che vogliono a tutti i costi il loro danno. I testa quadra italiani hanno pagato per far ridere i tedesconi dall’altra parte
della frontiera.
Il presidente calabrese, non guardando in faccia nessuno, ha deciso in autonomia di far ricorso ai
quasi 500 camici bianchi castristi, per evitare di chiudere gli ospedali della Calabria. Ovviamente è
stato criticato a sangue da molte parti politiche, anche del suo stesso versante, ma si è difeso dicendo
che l’urgenza è scaturita da dodici anni di commissariamento della sanità calabrese e dal blocco del
turn over per il rientro del debito sanitario, un disastro che sta sotto gli occhi di tutti e viene pagato
dagli ammalati, oltre che dai cittadini.
La Regione ha deciso di sottoscrivere un accordo temporaneo (tre anni) con un ente privato cubano
(la Commercializadora de Servicios Medicos Cubanos) partendo dal fabbisogno di personale
registrato dalle Aziende Sanitarie, dove mancherebbero in tutto ben 2409 dottori da distribuire nelle
diverse discipline e aree mediche regionali. (Ricordiamo che in Italia la carenza di medici arriva
attualmente addirittura a circa 40.000 unità e lo vediamo anche noi in Alessandria, dove per un banale
intervento di operazione di cataratta bisogna mettersi in fila ed aspettare quasi due anni) Altrimenti si
va verso una soluzione a pagamento, per chi ne ha la possibilità.)
L’iniziativa del governatore non poteva non suscitare reazioni e polemiche. Anaao Assomed e Anaao
Giovani esprimono totale disappunto e sconcerto rispetto all’accordo, mentre il segretario nazionale
della Federazione Italiana Sindacale dei Medici Uniti-Fismu, Francesco Esposito, parla di una trovata
agostana e di una operazione di dubbia legittimità. Uno schiaffo ai professionisti italiani. Se il governo regionale smettesse di precarizzare e sottopagare i medici calabresi avremmo una adeguata pletora medica nella nostra regione.
Qualcuno ha anche messo in dubbio il vantaggio economico derivante dall’utilizzo di medici cubani,
ma ogni medico cubano, dice Occhiuto, costerà 4.700 euro al mese; si consideri che la spesa
aziendale per ciascun medico italiano è di 6.700 euro. Se si dovesse arrivare a utilizzare
effettivamente 497 medici cubani l’esborso sarebbe di oltre 2,3 milioni di euro al mese (in teoria, circa
28 milioni all’anno, sempre nell’ipotesi di un utilizzo a pieno organico).
Intanto, nonostante l’ilarità di molti avversari, il primo aereo proveniente da Cuba è già atterrato in
Calabria ed è pronto per inserirsi, ad iniziare dallo studio della lingua. Se non ci raccontano delle altre
balle, pare proprio che i medici cubani siano i migliori di tutta l’America latina.
Gli avversari politici di Occhiuto hanno parlato di “farsesco sbarco di 500 medici cubani” ed hanno
gridato “basta!” perché lo sbarco dei 500 mortifica e sbeffeggia le migliaia di giovani che ogni anno, il
mese di settembre, debbono scelleratamente sottoporsi alle forche caudine del “borbonico test” di
ammissione a medicina. Imbarchiamo 500 medici della Repubblica cubana (scareri verrebbe voglia di
dire pensando in politichese) e poi tormentiamo, vessandola, la nostra gioventù studiosa della
repubblica italiana: Che vergogna! Noi calabresi facciamo ridere tutta l’Italia!”
E giù sventolando il tricolore, come quando ci siamo sbracati per difendere l’italianità della telefonia
pubblica, della compagnia aerea di bandiera, del latte italiano, tutte bandiere che ci sono costate nel
tempo milioni o miliardi di euro, senza arrivare ad alcun risultato positivo per le nostre tasche.
Se fossi calabrese mi verrebbe voglia di votare per lui, il governatore Roberto Occhiuto, sicuro di non
sbagliare certo di più di quelli che hanno votato coloro che hanno governato prima.
Vorrei domandare a qualcuno che conta nell’ambito degli organi rappresentativi dei medici calabresi:
dove eravate quando i vertici regionali precarizzavano e sottopagavano i giovani medici appena
laureati della vostra regione nel ventennio di sfacelo della vostra sanità pubblica?
Non è che abbiate coltivato per decenni orticelli concorrenti di privata sanità?
Se le cose stanno così, vergognatevi e tacete,
Diamo adeguata accoglienza ai cubani, i quali almeno non sembrano ancora contagiati dalle
insane abitudini della vostra mala sanità.

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