Novità NEOS. “Il Procuratore e il diavolo di Lucedio” di Giorgio Vitari
Il magistrato Francesco Ròtari ha lasciato la sua Ivrea per assumere l’incarico di procuratore della Repubblica a Vercelli. Le indagini sull’omicidio del noto antiquario Giulio Valinotto, colpito alla testa con una statuetta raffigurante il diavolo, lo portano a investigare nei meandri di una causa tra la vittima e un’agiata famiglia del posto per una questione di partenità rivendicata e contestata, ma anche sul mistero che circonda l’inquietante spartito dipinto in una chiesa sconsacrata a Lucedio.
Infatti, dalla casa dell’antiquario è sparito un quadro che raffigura l’interno della chiesa del Santissimo Nome di Maria meglio nota come Madonna delle Vigne, non lontano dall’abbazia di Lucedio. L’affresco che si trova sopra l’ingresso di questa chiesa rappresenta un organo a canne e uno spartito, conosciuto come lo “spartito del diavolo”. Infatti, se suonato al contrario, avrebbe il potere di liberare il demone anticamente imprigionato da un monaco esorcista nelle cripte della chiesa di Santa Maria di Lucedio. Ma cosa rende davvero prezioso il quadro scomparso? Forse il fatto che vi sono dipinte le note mancanti dello spartito, oppure perché cela il ritratto di una donna senza veli? Che rapporto c’è tra il quadro e una statua lignea, anche questa scomparsa, raffigurante la Madonna che regge un grappolo d’uva?
Con un intricato quanto incalzante meccanismo investigativo, che strizza l’occhio a La donna della domenica, l’Autore svela il lavoro quotidiano degli uffici della procura ed accompagna il lettore in un crescendo di colpi di scena e cambi di prospettiva, tra gli scandali di una Dynasty tra le risaie ed il mondo dell’esoterismo, delle leggende sataniche e delle credenze gnostiche.
Per poi dover constatare, alla fine, che ad essere veramente diaboliche sono le donne e i loro arguti giochi di seduzione.
Torinese, Giorgio Vìtari (1948) si è laureato in Giurisprudenza dopo gli studi classici al liceo “Cavour” di Torino. Nel 1977 è entrato in magistratura dove ha lavorato per oltre quarant’anni, come sostituto procuratore a Torino e poi procuratore della Repubblica a Ivrea, Vercelli e Asti, infine avvocato generale presso la Procura generale di Torino. Sposato, una figlia, è in pensione dal giugno 2018. Con Neos edizioni ha pubblicato nel 2019 il romanzo d’esordio “Il vestito nuovo del Procuratore” (in parte ispirato alle vicende del cosiddetto “caso Zampini” che precorse Tangentopoli), quindi nel 2020 “Il Procuratore e la bella dormiente”, ambientato a Ivrea durante il carnevale.
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