Trapianto di microbiota intestinale all’ospedale di Alessandria: nel 2022 effettuati 5 interventi perfettamente riusciti

Alessandria – Nuovo importante traguardo per l’Azienda Ospedaliera di Alessandria. Il “Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” è il primo in Piemonte, settimo in Italia, a ricevere l’autorizzazione a effettuare trapianti di microbiota intestinale da parte del Programma nazionale. Quest’anno, come ha sottolineato Aso, sono già stati eseguiti cinque trapianti, tutti perfettamente riusciti.
La ricerca sul microbiota intestinale è aumentata rapidamente nel corso degli ultimi diciotto anni soprattutto negli Stati Uniti. Acidi biliari, acidi grassi a catena corta, dieta, batteriofago, intestino-asse cerebrale, screening del donatore di feci sono le parole chiave più utilizzate per la ricerca di articoli scientifici sull’argomento. Ciò implica che potrebbero essere potenziali punti nevralgici per la ricerca futura, meritevole di grande attenzione.
“Il trapianto di microbiota fecale – spiega Andrea Rocchetti responsabile del Cus (Centro unificato di sequenziamento) e coordinatore della Unit ‘Microbiota’ – è il processo di impianto del microbiota intestinale tramite tecnica endoscopica da un donatore sano nel tratto gastrointestinale del ricevente malato. Questo processo, che rende un prodotto di scarto, le feci, in un prodotto curativo, viene svolto nel laboratorio di Microbiologia utilizzando tecniche di emulsione e filtrazione in una stanza dedicata alla lavorazione. Il risultato è una sospensione liquida priva della componente inorganica e che mantiene solo gli organismi vitali. Il microbiota completo ed equilibrato del donatore viene inviato in Gastroenterologia per essere trapiantato. Tutto il processo deve svolgersi in un tempo massimo di sei ore. Il trapianto è stato recentemente proposto come opzione terapeutica in casi di infezione ricorrente da ‘Clostridium difficile’, resistente alla terapia antibiotica nell’adulto, ma nel futuro le applicazioni potrebbero essere estese ad altre patologie. L’infezione da ‘Clostridium difficile’ si può manifestare con un quadro di colite grave soprattutto in pazienti anziani e ospedalizzati, e può portare a complicanze anche molto severe e mortali.”
“Il fenomeno – sottolinea il Dr. Rocchetti – sembra essere correlato al persistere dello stato di alterazione cronica del microbiota intestinale. Il trapianto di microbiota intestinale eseguito attraverso la colonscopia ha dimostrato un’efficacia di oltre il novanta per cento nel prevenire le recidive di infezione da ‘Clostridium Difficile’ e di essere una procedura molto sicura e con un numero molto basso di effetti collaterali rispetto ad altre terapie farmacologiche”.

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