Incontro con Giorgio Bucci, imprenditore italiano che vive e lavora negli States

Alessandria24 ha intervistato Giorgio Bucci, imprenditore italiano che vive e lavora negli Stati Uniti, che ci parla di sé e della comunità italiana di St. Louis nel Missouri
D. Lei nel 2001 ha conseguito la Laurea in Economia Aziendale a Bologna, poi ha proseguito i Suoi studi negli Stati Uniti presso la St.Louis University, sempre in ambito Finanziario e Direzione di Impresa. Come  e’ nato il Suo interesse per gli impianti di sicurezza e in particolare di videosorveglianza, tanto da farLa diventare in breve tempo amministratore e anche responsabile operativo di una importante impresa multinazionale del settore?
R. Fin dal dopoguerra la mia famiglia è sempre stata contratta nel campo della sicurezza fisica. Tant’è che mio nonno, Giovanni Bucci, aveva ideato e brevettato la prima elettro serratura, che apriva le porte a distanza tramite un cavo elettrico. Con questo prodotto Giovanni e Roberto, suo fratello, hanno fondato la società CISA, diventata famosa in tutto il mondo per le serrature e lucchetti. Negli anni 70 è stata una delle prime aziende italiane con filiali, anche produttive, in tutto il mondo. Dopo essere cresciuta in maniera esponenziale l’azienda è stata poi ceduta alla multinazionale Ingersoll Rand nell’anno 2002. Da quel momento, prima mio padre, Carlo Bucci, e poi dal 2005 io personalmente, abbiamo focalizzato le nostre energie e risorse sull’azienda Arteco, che lavora sempre nel campo della sicurezza, ma è focalizzata alla produzione di un software di videosorveglianza intelligente. Ho così contribuito ad aprire la prima filiale estera di Arteco a St. Louis nel 2005 perché ero consapevole che il mercato americano era più propenso ad accogliere nuove tecnologie rispetto al mercato nazionale italiano. Oggi Arteco e’ un’azienda multinazionale che appartiene ad un gruppo internazionale di diritto svizzero.
D. Il Suo Ufficio da cui dirige la Sua Società si trova a Chesterfield, mentre Lei abita a St. Louis, sempre nel Missouri, ma la Sua azienda ha un ufficio anche in Italia, a Faenza: significa che i Suoi legami con l’Italia sono anche di natura economica e non solo affettiva-sentimentale?
R. Certamente, i miei rapporti con l’Italia sono molto incentrati sulla sfera del lavoro oltre che degli affetti, infatti sono il Presidente del Consiglio di amministrazione si di Arteco Italia che della maggiore società di distribuzione di materiale di sicurezza e networking con sede a Torino che si chiama Compass Distribution. Mi sento quotidianamente con i miei collaboratori oltre oceano, quindi posso dire che il mio rapporto con l’Italia sia “giornaliero”.

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D.  Dal Suo osservatorio particolare, come giudica la situazione economica dell’Italia, situazione che anche prima della pandemia presentava molti punti di criticità e per l’alto tasso di disoccupazione, l’esistenza di milioni di nuclei familiari in condizioni al di sotto della soglia di povertà con un Sud che non e’ mai riuscito ad accorciare le distanze con il Nord produttivo?

R. La situazione Italiana e’ a mio parere molto critica. A differenza degli Stati Uniti il mercato del lavoro e’ completamente inflessibile e questo porta ad avere meno assunzioni e più disoccupazione. Anche a livello di tasse devo notare con rammarico che l’Italia non e’ competitiva con gli altri paesi occidentali. Entrambe queste condizioni portano i cervelli migliori ad uscire dal paese invece di contribuire alla sua crescita. MI auguro che la classe politica che dirige il paese si adoperi per arginare questa fuga con manovre economiche adatte. La pandemia non ha fatto altro che inasprire questa condizione di crticita’ a cui si sono sommati i problemi legati alla chiusura di moltissime aziende che quindi hanno perso competitivita’ a livello internazionale.

D.  Venendo ora a parlare della Comunità Italiana di St. Louis, puo’ dirci anche approssimativamente gli Italiani di St. Louis, includendo nel novero anche gli Italodiscendenti? Si tratta di una emigrazione recente (come potrebbe essere il Suo caso) o di una emigrazione risalente all’epoca delle grandi migrazioni dell’800 e poi del 900 dopo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale?
R. La comunita’ Italiana di St. Louis e’ nata da un’idea di Michael Cross e Franco Gianotti nel 2017 rendendosi conto dell’alto numero di Italiani presenti sul territorio ma non organizzati. Oggi la Comunita’ conta circa 2000 persone con cittadinanza Italiana che sono emigrate piu’ o meno recentemente con le loro famiglie nel midwest.

D. Esistono Scuole (pubbliche o private) in cui viene insegnata la Lingua Italiana?

 
R. Per la Comunità italiana di St. Louis e’ molto importante che la lingua italiana venga parlata e quindi ci siamo adoperati per fondare una scuola per l’insegnamento della lingua italiana a tutti i livelli chiamata St. Louis Italian Language Program sotto la guida di Giovanna Leopardi. La Comunita’ italiana di St. Louis annovera anche il club “Italiano per Piacere” fondato da Franco Giannotti nel 1999 dove a tutti gli incontri culturali si parlo solo italiano.

D. Esistono a St. Louis media (cartacei, online, radiofonici o televisivi) indirizzati alla Comunità italiana?

R. Certamente, la comunità italiana di St. Louis ha una newsletter mensile in cui vengono condivise le novita’. Inoltre la Comunità e’ presente su Facebook e altri social media incluso il proprio sito web www.stlouisitalians.comOgni primavera viene inoltre organizzato Il festival del Film Italiano organizzato da Barbara Klein dove si proiettano i film contemporanei italiani più famosi.

D.  Tornando a parlare della Sua persona vuol dirci qualcosa della sua famiglia d’origine? Lei è sposato? Ha figli? Sport? Hobby? Letture? Film?

R. Sono nato e cresciuto a Faenza in provincia di Ravenna. Sono venuto a St. Louis nel 2013 per lavorare ad un internship sul controllo qualità in un’azienda manifatturiera chiamata Hydromat. Questa azienda aveva dei forti legami con una società italiana posseduta dalla mia famiglia.  Una volta finito l’internship, ho deciso di rimanere a St. Louis e ho proseguito il mio percorso di apprendimento con un corso di Master in Business and Administration presso la St. Louis University. Una volta terminato il mio percorso di studi alla St. Louis University ho avuto l’intuizione che il mercato della sicurezza fisica fosse in forte crescita. Ho così gradualmente spostato il core business di Arteco, società a quell’epoca diretta da mio padre, Carlo Bucci, dall’elettronica industriale (PLC e CNC) alla sicurezza nel campo della videosorveglianza intelligente. Ho così contribuito ad aprire la prima filiale estera di Arteco qui a St. Louis nel 2005 perché ero consapevole che il mercato americano era più propenso ad accogliere nuove tecnologie rispetto al mercato nazionale italiano. Da quel momento ho sempre vissuto a St. Louis e contribuito alla crescita di Arteco soprattutto negli Stati Uniti. Ho sempre avuto affinità con gli sport acquatici e durante i miei anni universitari ho giocato a pallanuoto a Bologna a livello professionistico. Oggi insieme alla mia compagna abbiamo una famiglia allargata con 4 splendidi bambini. Dal mio primo matrimonio ho due figli Giovanni e Giulia che parlano fluentemente l’italiano. I miei film preferito sono legati alla mia infanzia e prediligo tutti i film di Bud Spencer e Terence Hill che a malincuore nessuno conosce negli Stati Uniti.
D. Per concludere, se dovesse mandare un messaggio ai tanti giovani italiani che, non trovando lavoro in Italia, sono tentati dalla strada dell’emigrazione, cosa vorrebbe dire, che consigli darebbe?
R. Per venire negli Stati Uniti serve una motivazione fuori dal comune perché le difficoltà a livello di permessi di lavoro e di soggiorno possono sembrare insormontabili. Quello che mi sento di dire e’ quello che si dice dalle mie parti in Romagna: “testa bassa e pedalare”.
Aldo Rovito