A Marengo domenica 27 l’occasione per sviluppare una “diplomazia culturale” del nostro territorio
Ritengo che quello di domenica prossima a Marengo (questo il programma) sarà un appuntamento importantissimo non solo per la città di Alessandria, ma per tutta la nostra provincia.
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A ricordarcelo sono in primis le importanti presenze previste: dal Console Generale di Francia François Revardeaux al Principe Pierre Murat, al Presidente della Provincia Bassolino ai tanti sindaci, almeno una quarantina provenienti dal capoluogo e dal territorio.
È però importante non trasformare questo evento in una sfilata autoreferenziale di più o meno note autorità.
Vorrei offrire, a tal proposito, alcuni spunti di riflessione.
Intanto c’è l’aspetto storico: chi vuole potrà cogliere questa occasione per studiare o “ripassare” una delle poche vicende in cui la nostra storia si è incontrata con il flusso impetuoso della storia europea.
Dal mio recente interesse per Marengo ho purtroppo tratto la conclusione che siano ancora in molti a non sapere non solo cosa accadde a Marengo il 14 giugno del 1800, ma neppure dell’esistenza del museo della battaglia.
Appunto, una battaglia che, domenica, offrirà lo spunto per parlare di pace, di “diplomazia culturale”. “Guerra e pace”, è questo in DNA che ci portiamo dentro e che ci unisce oltre ogni frontiera.
Il fascino di questo luogo e dell’avvenimento di domenica sarà proprio quello di richiamare l’attenzione, in un momento non certo facile, sull’amicizia tra due popoli che non può fondarsi solo sulla effimera cronaca del presente, ma che trova radici profonde ed incancellabili nella storia, appunto, ma anche nella nostra comune cultura, nel nostro essere uomini ed Europei nati non “per viver come bruti”,
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Ci sono poi considerazioni di carattere più contingente e pratico.
Si fa un gran discutere, in questi tempi, di un annoso problema che, in termini volgari, possiamo così sintetizzare: “la cultura dà da mangiare?”.
Mi pare chiaro che mai come oggi la cultura (ed il turismo che può derivarne) possa e debba essere un fattore fondamentale di sviluppo economico per il nostro territorio.
La prevista presenza di tanti sindaci all’appuntamento di domenica prossima sottolinea il fatto che Marengo può e deve essere il polo in grado di unire e stimolare tutte le esperienze che, nella nostra provincia, operano per rivalutare e valorizzare un enorme patrimonio storico e culturale.
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Da soli, però, non si va da nessuna parte, se si vuole operare da protagonisti nel “mercato culturale” globale si deve saper offrire un prodotto complessivo che può nascere solo da una visione di insieme in grade di raccogliere risorse e investirle in un progetto comune.
E, a questo proposito, chiudo con una riflessione su Alessandria: Marengo è uno dei gioielli delle nostra città, uno di quei “nomi” che ci rendono famosi e ci distinguono anche all’estero, direi insieme alla Borsalino.
Eppure, anche in questo caso, ognuno sembra essere andato per conto proprio.
Sale d’arte, Palatium Vetus, Museo del Cappello (di cui attendiamo la riapertura), Marengo, Museo Etnografico della Gambarina, Museo della Bici e non solo: se ne parla sempre, ma questa sinergia non nasce mai.
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Da Marengo può e deve partire un progetto di valorizzazione della nostra città. Smettiamo di piangerci addosso, incominciamo ad operare concretamente.
In questo Napoleone ha tanto da insegnarci.