“L’amore e odio” per l’Imperatore: il 16 gennaio 1749 nasceva Vittorio Alfieri

Uomo di grande cultura fu Vittorio Alfieri nato ad Asti il 16 gennaio del 1749. Personalità complessa e avventuriera la sua che fu scrittore e attore italiano, drammaturgo e poeta.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

I suoi viaggi in Europa, intrapresi dopo il periodo degli studi, lo misero di fronte alla realtà della monarchia che fece crescere in lui un sentimento di avversione verso la tirannia. “Dalla paura di tutti nasce nella tirannide la viltà dei più.” scrisse il poeta.

La passione è un sentimento completamente libero non controllato dalla ragione; Alfieri nonostante la sua formazione illuminista era contro il progresso scientifico sostenendo nella passione la vera essenza dell’uomo. Fu, a livello politico, un uomo completamente lontano dal suo tempo e questo lo condusse a un isolamento. Trova ostacolo non solo nella tirannide ma anche in sé stesso, la consapevolezza dei limiti umani gli impediscono di raggiungere la libertà dell’animo.

Con lo scoppio della Rivoluzione francese, la “Servile Licenza” la definiva, fu animato da sentimenti di giustizia che lo entusiasmarono ma il degenero della stessa mutarono questi in una forte avversione per la Francia sia di natura ideologica che di natura biografica.

“Vero è, che la penna in mano di un eccellente scrittore riesce per sé stessa un’arma assai più possente e terribile, e di assai più lungo effetto, che non lo possa mai essere nessuno scettro, né brando, nelle mani d’un principe.” Il “Conte repubblicano” Alfieri si trasformò in un reazionario feroce e al suo rientro in Italia iniziò a scrivere in versi e in prosa contro “i Galli”.

Si occupò idealmente del regime di Napoleone, “Lo sdegno di Dio” così lo definiva; non poteva che rappresentare il principale oggetto del suo odio, Bonaparte era per lui l’opposto di tutti gli ideali che perseguiva.

Il Misogallo “colui che odia i francesi” è un’opera letteraria satirica esasperata ispirata agli eventi della Rivoluzione Francese tra l’insurrezione di Parigi nel luglio 1789 e l’occupazione francese di Roma nel febbraio 1798. Le pagine di prosa e di poesia furono scritte fra il 1789 e il 1798 e pubblicate nel 1814 dopo la caduta di Napoleone Bonaparte e alla vigilia della Restaurazione.

Nel 1792 L’Alfieri tornò a Firenze dalla Francia giurando che non avrebbe più fatto poesia col compiere dei cinquanta anni.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Morì nel 1803 e con lui l’individualismo che lo portò sempre a scontrarsi: “Volli, e sempre volli, e fortissimamente volli.” (Vittorio Alfieri)

Giulia Gallina