Il canto e l’incanto…una voce e una fisa, e Jazz, ricordi, progetti & nostalgia: Gianni Coscia e Silvia Benzi in concerto a Valenza.

Gianni Coscia ha 92 anni, e scusate se è poco! Ma il suo intrigante e divertente modo di spiegare la sua musica e la sua vita artistica – e non solo – è sempre lo stesso, sottile, svagato, acuto, coinvolgente. L’ho visto in concerto parecchie volte, ed il suo sistema di colloquio con noi ascoltatori è sempre straordinariamente ironico e sorridente, con la regalia di aneddoti, storie, scoperte, ricordi…di una lunga vita dedicata alla musica.

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Ma il momento a mio avviso più commovente è stato il finale del concerto, quando Gianni Coscia ci ha parlato del suo vecchio amico e quasi coetaneo Umberto Eco (che era nato nel 1932, mentre Coscia è del 1931), che, dopo averlo ascoltato suonare, lui, quattordicenne, un suo brano con la fisa, ha composto di getto una quartina dedicata appunto alla musica appena ascoltata…e Gianni ci ha chiesto di attendere, dopo aver riproposto, ovviamente oggi filtrato attraverso le sue ben più avanzate esperienze musicali, quell’antico pezzo, perché quei versi ce li avrebbe letti, in memoria e ricordo del suo vecchio amico. Lo ha fatto, eravamo tutti con il fiato sospeso, fra il sorridente immaginare quei due ragazzini, uno su una sedia a suonare e l’altro sul divano ad ascoltare, con i loro pantaloncini alla zuava, giovani di belle speranze e un grande futuro, con una guerra che ancora doveva terminare ed infinite speranze, per finire il loro pomeriggio con quei quattro versi ammirati, forse un po’ presuntuosi, forse commoventi. Che emozione, che tenerezza.

E prima di questo finale così particolare? Un sacco di bella musica e di aneddoti e di storie e…di nostalgia…nostalgia per un tempo trascorso, fatto di tanti ricordi, di incontri, di storie musicali e no. Come il padre che gli ha insegnato a suonare la fisa…perché altri strumenti in casa non ce n’erano! E poi un brevissimo ricordo della moglie, appena un accenno pieno di pudore, da vero alessandrino… ma molti accenni anche per gli amici, come Umberto Eco, appunto, che non ci sono più. E quelli che ancora ci sono, con quel mare immenso che li separa dalla giovinezza. Ma mica è stata solo una serata legata al passato, no di certo. Perché Gianni Coscia, che è davvero più unico che raro, pur avendo uno splendido avvenire…dietro le spalle…ha il coraggio di avere ancora progetti per il futuro! A cominciare proprio dalla collaborazione con Silvia Benzi, con la quale farà altri concerti e almeno un disco. Mica male per un signore di 92 anni, no?

Ma ora fatemi dire di Silvia Benzi, che non avevo mai ascoltato. Pur dovendo lottare con l’acustica non certo ideale del Centro di Cultura (troppo alta la struttura, troppo cemento (la musica non “gira intorno” come nello splendido Teatro Comunale, a Valenza, ma rimbalza malamente sui muri e si perde verso l’alto, in quella sorta di nuda spirale che se la trascina su con sé), ci ha donato una splendida performance. Una voce molto estesa, ben timbrata, utilizzata in modo assai duttile ed intelligente. Si è opportunamente scaldata nel corso della serata, regalandoci davvero parecchie emozioni musicali. Certo, ha parlato molto poco, peccato, perché mi sarebbe piaciuto sentirla parlare del suo rapporto musicale con Gianni Coscia, dei loro progetti…ma, si sa, il suo partner è strabordante, istrionico e…beh, simpaticissimo…ma toglierli la parola è un’impresa erculea! Silvia è riuscita a prenderla giusto pochi istanti per dirci quanto era felice di suonare con Gianni…of course, direi, ma tant’è!

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E il repertorio? Le musiche che Gianni Coscia ama da sempre, certo. Con magari alcuni brani che arrivano da un passato lontano, ma oggi vengono riproposti dopo la sua straordinaria esperienza con svariati grandi jazzisti d’oggi, come Enrico Rava, Gianluigi Trovesi, Battista Lena. Sono quindi ricchi di armonie cangianti e complesse, che mi lasciano spesso genuinamente ammirato: variazioni armonicamente fantasmagoriche su musiche di un mondo lontano, si potrebbe dire. Molto, molto affascinante. In un viaggio assai denso di proposte notevoli, siamo stati guidati dai due fra svariate canzoni italiane anni ’40, tra cui un bellissimo – ed applauditissimo – medley che è partito dal “classico” Ma l’amore no, per poi svariare su molti brani di quel tempo lontano. Per poi volare verso l’amata America del Jazz e dei Musical, con brani di Duke Ellington e Gershwin…con lui, Gianni,  che tutto spiega ed introduce con quel suo modo sornione ed ironico di narrare: eh come sono belle queste canzoni italiane, ci si può improvvisare sopra davvero tanto…beh, però anche gli americani, no? E con un sorriso attacca a suonare Love is here to stay di Gershwin!

E poi gli altri suoi grandi amori: il grande, amatissimo Gorni Kramer, peraltro fisarmonicista pure lui, per il quale Gianni compose la sua bellissima Krameriana (per chi fosse interessato, rimando al mio articolo https://www.alessandria24.com/2021/11/26/ma-chi-era-questo-kramer-la-krameriana-di-gianni-coscia/ ), di cui i due hanno proposto una trascinante versione di Donna, composta da Kramer e dal grande Franco Cerri. E il Tango. Ancora una volta Gianni Coscia ha espresso con grande intensità, introducendo i due tanghi porposti, il suo affetto per questa musica così erotica e coinvolgente. Con la ben nota, divertentissima prolusione finale, che molte volte gli ho sentito dire: il tango è l’espressione verticale di un desiderio orizzontale!

Dopo il poetico ricordo di Ginetto Prandi (che se n’è andato ad 85 anni, nel 2015), a cui Gianni aveva dedicato un brano dal simpatico tiolo Valzeretto, che ci ha riproposto armonicamente assai rimaneggiato, e reso assai interessante dallo scat ben modulato di Silvia Benzi, e subito prima di quel commovente ricordo di Umberto Eco di cui ho detto, un brano che è una delle pietre miliari del Jazz moderno: Round Midnight di Thelonious Monk, veramente trascinante. Eh sì, una serata davvero speciale, di musica e parole, iniziata con l’assegnazione del Premio Valenza Jazz 2023 a Gianni Coscia, terminata con il ricordo dell’immenso Umberto Eco, con applausi scoscianti e davvero pieni di entusiasmo. E speriamo di ritrovarlo presto, questo azzeccatissimo duo, con le sue coinvolgenti proposte di musica e parole. Del resto, da un giovanotto come Gianni Coscia, ci aspettiamo molte altre avventure musicali, no?

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