“Una vita da social”, il truck della Polizia di Stato ha fatto tappa ad Alessandria

Alessandria – Ha fatto tappa, questa mattina in Piazza Garibaldi, il truck della Polizia di Stato nell’ambito della campagna itinerante di educazione alla legalità “Una vita da Social”. L’iniziativa, volta alla sensibilizzazione e prevenzione dei rischi connessi all’utilizzazione del web e dei social in particolare, è rivolta in primo luogo ai giovani e alle loro famiglie come momento di riflessione e di apprendimento per promuovere l’uso consapevole dei social network.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Il Truck della Polizia di Stato in Piazza Garibaldi ad Alessandria

Il truck della Polizia Postale, allestito con le tecnologie di ultima generazione e grazie al personale formato e competente, è in grado di fornire tutte le informazioni necessarie per utilizzare al meglio il mondo digitale, in particolar modo i social network, al fine di un utilizzo consapevole del mondo effimero e spesso sfuggente del web.

Diverse le scolaresche della città e della provincia che hanno aderito all’iniziativa attraverso i propri insegnanti e dirigenti scolastici, ma anche semplici e privati cittadini si sono avvicinati con curiosità ed interesse.

Presenti, la Polizia di Stato alessandrina, la Polizia Postale, agenti della Polizia Stradale e della Polizia Ferroviaria, oltre alla Questura di Alessandria con uomini e donne in divisa formati nell’ambito dei reati che colpiscono i minori.

Oltre al Prefetto ed al Questore di Alessandria, a corredo dell’evento e per avvicinare maggiormente i giovani alla problematica, si è avuta la presenza, come testimonial, di Roberto LA BARBERA, campione paralimpico di atletica leggera, nonché di Riccardo TAVERNELLI e Leonardo CANDI giocatori della squadra di basket di serie A1 Bertram Derthona.

Leo Candi in azione con la canotta della Bertram Derthona

Così proprio Leo Candi, ai nostri microfoni a margine dell’evento: “Non sono troppo social, ci sono persone molto più social di me, però li utilizzo anche io. Pochissime volte ho ricevuto insulti da parte di “haters”, per fortuna non sono molto colpito da questo problema che però purtroppo esiste. Come detto ci sono anche io sui social e mi accorgo di quello che succede nel mondo virtuale, sono abbastanza consapevole delle problematiche riguardanti questo argomento. Credo che sia molto brutto ricevere ingiurie, ma anche brutto farle, perché secondo me, molte persone non si rendono conto realmente di quello che scrivono sui social nascosti dietro un dispositivo. Si sentono liberi di poter insultare nascondendosi dietro ad un account o a un nickname, non rendendosi conto che dietro a un profilo c’è una persona vera, in carne e ossa, non virtuale che si sente realmente colpita dalle parole, che spesso fanno molto male. Sono cose da evitare e da condannare con forza!”

Il Vice Questore Esposito della Polizia Postale

 

“Una Vita da Social è una campagna itinerante della Polizia di Stato, in particolare della Polizia Postale che porta questo truck nelle principali città italiane” ci spiega il Vice Questore Assunta Esposito della Polizia Postale e Telecomunicazioni di Torino, “Ormai è alla sua decima edizione, quindi da molti anni. Portiamo un messaggio di prevenzione su determinate tematiche che sono il cyber bullismo, l’adescamento on line, i rischi legati al sexing. Spieghiamo ai ragazzi che si può fare un utilizzo consapevole della rete e che però se ne devono conoscere anche i rischi. I rischi maggiori riguardano l’adescamento in primis, che tocca sempre più ragazzi molto molto giovani: 11/12 anni è già una soglia preoccupante per noi, perché a quell’età posseggono già lo smartphone e possono chattare con degli sconosciuti e nella rete, si possono veramente celare soggetti malintenzionati che nascondendo la propria reale identità, riescono a carpire la fiducia dei ragazzini, ottenendo che cosa? Materiale fotografico, video, spesso sessualizzato, fino ad ottenere a volte degli incontri. Nella peggiore delle ipotesi, l’incontro dal vivo, può degenerare in qualcosa di molto più grave.”

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

(Si ringrazia per la collaborazione l’Ufficio Comunicazione Derthona Basket e l’Ufficio Stampa della Polizia dello Stato)