Novi Ligure: chiesto il processo per l’automobilista che travolse e uccise un’anziana donna sulle strisce pedonali

Novi Ligure (Nicola De Rossi) – A più di due anni dalla tragedia, finalmente si avvicina il momento della giustizia per i familiari di Maria Verdina Salis, l’ottantasettenne di Novi Ligure, nell’Alessandrino, travolta assieme al marito da un’auto mentre attraversava a piedi la strada sulle strisce pedonali e deceduta dopo una settimana di agonia: una tragedia resa ancora più grave dal fatto che il conducente inizialmente si era dileguato. A conclusione delle indagini preliminari il Pubblico Ministero della Procura di Alessandria titolare del relativo procedimento penale, il dott. Andrea Trucano, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’automobilista, iscritto da subito nel registro degli indagati: si tratta di M. G. C., oggi 88 anni, anche lui di Novi Ligure. Deve rispondere del reato di omicidio stradale con le aggravanti di aver causato lesioni gravi anche a un’altra persona, il coniuge della vittima, che aveva 91 anni, e della fuga e omissione di soccorso. Riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale di Alessandria dott. Paolo Bargero ha fissato per l’11 aprile 2023, alle 12, l’udienza preliminare di un processo dal quale i congiunti dell’anziana, assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., si si aspettano una risposta.
Il sinistro si è verificato a Novi nel tardo pomeriggio, verso le 18.25, del 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, del 2019. I due coniugi erano appena usciti dalla messa nella chiesa di Sant’Antonio, a un isolato di distanza dalla loro abitazione, e stavano rincasando quando, attraversando viale della Rimembranza, regolarmente sulle strisce pedonali all’altezza del civico 46, sono stati falciati dalla Hyundai condotta dall’imputato, “per colpa consistita in imprudenza, imperizia, negligenza nonché nella violazione delle norme sulla circolazione stradale” per citare l’atto del magistrato. Più in particolare, prosegue il Sostituto Procuratore, l’art. 40, comma 11 del Codice della Strada, “che prescrive che in corrispondenza degli attraversamenti pedonali i conducenti dei veicoli devono dare la precedenza ai pedoni che hanno iniziato l’attraversamento”, laddove invece M. G. C. “non ha arrestato il suo mezzo nonostante le persone offese avessero già iniziato l’attraversamento sulle strisce pedonali”; l’art. 40, “che prescrive agli utenti della strada di comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia salvaguardatala sicurezza stradale”; l’art. 141 commi II e IV, “che prescrive ai conducenti di conservare sempre il controllo del veicolo e di essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizioni di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo, nonché di ridurre la velocità e, ove occorre, anche di fermarsi in prossimità degli attraversamenti pedonali”, mentre, come detto, l’imputato “non ha arrestato il veicolo da lui condotto nonostante le persone offese stessero attraversando la strada sugli attraversamenti pedonali; l’art. 146 “che prescrive agli utenti della strada di osservare i comportamenti imposti dalla segnaletica stradale”, considerato il fatto che l’attraversamento pedonale era regolarmente e ben segnalato con segnaletica orizzontale e verticale; l’art. 191, “che prescrive ai conducenti, quando il traffico non è regolato da agenti o semafori, di fermarsi quando i pedoni transitano sugli attraversamenti pedonali”. Il tutto aggravato dal fatto che il conducente, come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, “non ottemperava all’obbligo di fermarsi e prestare l’assistenza necessaria ai due anziani che rimanevano feriti”: l’oggi ottantottenne, come accertato dai carabinieri di Novi Ligure che hanno effettuato i rilievi, “dopo l’urto si fermava circa 20 metri più avanti, scendeva dall’autovettura e si dava alla fuga per poi tornare sul posto venti minuti dopo”, assumendosi (solo allora) le sue responsabilità.
Il resto è tristemente noto: i due anziani sono stati trasportati in ambulanza in gravi condizioni all’ospedale cittadino, dove però, purtroppo, la signora Maria Verdina non ce l’ha fatta: è deceduta il 2 gennaio 2020, troppo gravi le lesioni riportare, in primis un trauma cranico con emorragia subaracnoidea, oltre a fratture vertebrali e del bacino. Si è invece miracolosamente salvato il marito Marino, ma ha a sua volta riportato lesioni pesanti, per una prognosi ben superiore ai 40 giorni, e, soprattutto, ha perso per sempre la moglie e compagna di una vita: l’anziano nel frattempo è mancato, la giustizia per lui arriverà troppo tardi.
Originaria di Alghero, in Sardegna, come il marito, la signora Salis risiedeva da quasi sessant’anni, dal 1962, a Novi Ligure, dove si era trasferita con il consorte, dipendente dell’allora Italsider. Ha fatto per tutta la vita la casalinga prendendosi cura del marito e dei due figli, Luigi e Marco, ed era molto conosciuta e ben voluta tra la comunità anche per il suo impegno in parrocchia, in particolare nel coro che anima le funzioni: all’epoca la tragedia aveva profondamente colpito tutta la città. I suoi familiari, per essere assistiti, attraverso l’Area Manager Piemonte dott. Giancarlo Bertolone, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già da tempo ottenuto per loro il risarcimento dovuto dalla compagnia di assicurazione del veicolo investitore, ma ora, pur sapendo che nessuna pena sarebbe commisurata a ripagare la loro perdita, si aspettano anche una condanna da parte della giustizia penale per il responsabile del grave fatto.

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