“Un bel giorno dire basta e andare via”

“Vedrai che cambierà” le parole rivolte alla donna, Teresa Zoccola, che il 21 marzo 1938 diede alla luce Luigi Tenco.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Nato a Cassine, comune dell’alessandrino, dove trascorre la sua prima infanzia fino al trasferimento a Genova con la famiglia. La sua sensibilità è subito riconoscibile, gli amici d’infanzia lo ricordano come un ragazzino generoso disposto a condividere la propria bicicletta in modo che tutti potessero giocare.

Una personalità timida la sua ma al contempo passionale; la sua malinconia lo accompagna in ogni dimostrazione. Personalità che si rispecchia anche nella sua produzione canora. In una scena di transizione italiana dalla musica leggera alla canzone d’autore Tenco si distingue insieme ad un gruppo di autori e cantanti che operano tra Genova e Milano.

La scena Genovese è quella che vede la nascita del cantante Tenco, città transito di molteplici culture e informazioni. Diceva Gino Paoli: “Genova ha una personalità così forte da influenzare tutto quello che viene da lì”. Ma nonostante questa influenza Tenco non è genovese di nascita e sempre risente della necessità di ritornare alle sue origini dove la gente “lavora i campi dalla mattina alla sera”.

“Luigi non era assolutamente una persona cupa” afferma sempre Gino Paoli, “ma era allegro. L’unico tratto diverso dagli altri giovani era il suo essere ribelle.”.

Lungo tutta la sua produzione, molto discontinua, non troviamo solo sentimenti tormentati ma anche temi di protesta sociale e politica e canzoni ironiche. Una voce profonda, emozionale, capace di toccare corde fuori dal comune.

La morale di allora non accettava trasgressioni e censurava spesso i contenuti non ritenuti esprimibili. Ma Tenco diceva tutto ciò che gli andava di dire; questo coraggio lo portò anche ad essere censurato dalla Rai che all’epoca era l’unica fonte di visibilità.

Diceva De André: “Il dato più certo che emergeva dalle canzoni di Luigi era una sorta di orrore per l’ingiustizia: questo però era accompagnato da una ferma volontà di cambiare le cose e questo dato era quello che lo faceva scrivere canzoni.”.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

“Non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà” cantava alla madre condividendo con lei la speranza di un cambiamento della propria vita.

Maledette le giurie che per decenni non hanno capito nulla della sua opera.

“Ciao Amore Ciao”: Tenco pone fine alla sua vita, in una stanza d’albergo di Sanremo, il 27 gennaio 1967. Consapevole del suo valore artistico ma troppo poco paziente nel veder realizzare questo pezzo della musica italiana.

“Faccio questo non perché sono stanco della vita ma come atto di protesta…”.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Giulia Gallina