In Biblioteca a San Giorgio Monferrato prosegue il «Salotto delle Parole»: il 1° aprile ospite della rassegna sarà Massimo Brusasco
Sabato 1° aprile, alle 17, la Sala Lettura «Rosalinda Miglietta» della Biblioteca Civica di San Giorgio Monferrato (piazza Don Guglielmo Caprioglio, 3) ospiterà la presentazione libraria di Massimo Brusasco, autore del romanzo «Secondo me finisce bene» (Puntoacapo, 156 pagine, 2022).
Sarà il secondo appuntamento del «Salotto delle Parole», la rassegna di presentazioni librarie che si propone di realizzare l’incontro fra scrittori e lettori, rendendo la Biblioteca Civica di San Giorgio Monferrato un punto di accesso alle informazioni, alla conoscenza e al patrimonio bibliotecario e culturale.
Dialogherà con l’autore il giornalista sangiorgese Francesco Romano Pivetta.
L’ingresso è gratuito. I posti sono limitati: è necessaria, infatti, la prenotazione. Si può inviare un messaggio al seguente recapito: 346 / 50 65 440. In alternativa, è possibile spedire un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica della Biblioteca Civica: bibliotecasangiorgio@gmail.com.
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Massimo Brusasco, cenni biografici.
Così si racconta l’autore sul proprio sito-web:
«Sono nato l’8 gennaio 1970 con qualche giorno di ritardo rispetto al previsto. E la puntualità non è mai stata il mio forte. Mi chiamo Massimo per colpa di mamma e Brusasco, per colpa di padre. Vivo a Fubine, provincia di Alessandria, fin che dura (la Provincia, si intende). Dopo eccellenti performance alle elementari e alle medie, conseguo il diploma di maturità classica al liceo Plana, dove conosco Marina, che sarebbe diventata mia moglie. Mi iscrivo all’Università di Alessandria, senza successo; mi iscrivo all’Università di Genova, senza successo. Mi iscrivo alla Pro loco, ma anche all’Aido, al Fai, alla Uilt. Ho pure la tessera punti di un paio di supermercati. Vanto, in curriculum, esperienze editoriali gratificanti e gratuite con testate locali. Ora, giornalista professionista, sono redattore del bisettimanale Il Piccolo, specializzato nel di tutto un po’, dalla cronaca nera agli spettacoli. Mi occupo di teatro, sport e la scrittura in generale. A parte Juventus, i miei interessi di solito finiscono per A. Sono autore Siae, ho pubblicato libri e vinto concorsi letterari. Il mio unico nemico è il formaggio, ma lui non lo sa. Di solito non mi annoio.
Scrivo per professione e per hobby. Mi mantengo con le notizie, poi spazio dal teatro al cabaret, dai racconti alle canzoni. Ho una proficua collaborazione col duo cabarettistico Marco e Mauro e con la Compagnia Teatrale Fubinese per la quale organizzo anche la rassegna “Fubine Ridens”, oltre a dirigere la maggior parte degli spettacoli che il sodalizio propone. Mi cimento pure come attore brillante e come cabarettista, col trio Valter Ego. Dal 2002 conduco il talk show teatrale “Il Salotto del Mandrogno” ad Alessandria e, una dozzina di anni prima, ho avviato un legame con Radio Voce Spazio 93.8 (mi potete ascoltare ogni lunedì dalle 8.15) cui ha fatto seguito quello con Radio Alex e Radio Gold. Dalla stagione 2020-2021, mi ospita Radio Grp: sono l’inviato (molto sui generis) da Alessandria per il “Morning show” con Marco e Giò: commento notizie, tra il serio e il faceto, e cerco di trasmettere allegria. Continuo a praticare calcio: pensavo che fosse meno faticoso allenare che giocare, ma non è vero (specie se la squadra è una giovanile). So fare il giro di do con la chitarra, cimentarmi con la “rava” (è una zucca con piccole pretese di strumento musicale), giocare a briscola in 5 e mi piace guardare avanti. Quando posso, mi dedico al volontariato: non sta bene dirlo, ma magari qualcuno mi imita…».
Sinossi dell’opera
«Anno 2020. Ettore, ex postino, scapolo, orfano, per festeggiare il raggiungimento della pensione si regala un viaggio in Africa. L’esplosione della pandemia di Covid, però, gli impedisce di rientrare in Italia, complice il blocco dei voli. Nel periodo della permanenza forzata e a seguito di un’azzardata escursione in Congo, è sequestrato da una tribù di indigeni che, dopo averlo segregato per alcuni giorni, decide di decapitarlo, cosa prevista per il giorno di Pasqua, secondo un antico rito propiziatorio che si concretizza allo spegnimento di 15 candele.
Durante l’estenuante attesa, Ettore rievoca la propria vita, fra rimpianti, progetti, strampalerie e situazioni imbarazzanti, come quando Adriana, appassionata di calcio e futura psicologa, lo abbandonò sul sagrato della chiesa il giorno del matrimonio, con tutti gli invitati vestiti da clown, in onore dell’associazione benefica alla quale entrambi erano iscritti».
Contatti:
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