Roberto Milano (Pd Casale Monferrato) sul caso Ginepro: “Tanto tuonò che piovve”

Casale Monferrato – “Un amministratore di ottantacinque condominii che per motivi da accertare era da tempo in ritardo nel pagamento dei fornitori non ce l’ha più fatta ed ha smesso di pagare, pur avendo già ricevuto soldi per farlo. Si è innescata quindi una situazione paradossale: un numero di persone che costituisce circa un sesto della popolazione di Casale deve pagare due volte bollette e spese.
Si pensi ai pensionati, ai lavoratori, alle classi meno abbienti che, già messi a dura prova dall’impennata dei costi, non riescono a far fronte alla situazione. Apriti cielo.
Troupe televisive arrivano a Casale; le Iene (inteso come programma TV) si aggirano dalle parti dello studio dell’amministratore; si formano comitati più o meno spontanei, magari incoraggiati dalla stessa amministrazione comunale; gli avvocati accorrono a sostenere le legittime pretese degli assistiti; i notai costituiscono comitati; tutti sono adirati e confusi. Ma è purtroppo la politica a dare il peggio di se stessa.
Dice il Sindaco: gli sciacalli (intesi come animali) dell’opposizione speculano su quanto accaduto. Aggiunge sempre il Sindaco (immagino in vista delle prossime elezioni): pagheremo noi (ovviamente con i soldi degli altri) le spese legali per la riscossione coattiva delle bollette. Quindi AMC fa causa a noi pagando lei le spese legali che spetterebbero a noi, ma noi siamo gli azionisti di AMC (tramite il Comune e molti Comuni del territorio) e paghiamo AMC per pagare le spese che dovremmo pagare ad AMC……….
Dice il Presidente di AMC: se a Gennaio 2023 mi avessero chiesto se l’amministratore paga avrei risposto: paga come un banchiere. Dice il Consiglio di Amministrazione nel settembre dell’anno prima: l’amministratore è il maggior debitore e va tenuto sotto controllo. Insomma, un bel pasticcio.
Ma anche dalle situazioni più delicate si può uscire in modo costruttivo, con la verità e con le regole, quelle esistenti e quelle da introdurre.
Occorre quindi: ritrovare uno spirito di comunità, visto che la vicenda travalica il confine della sfera privata e coinvolge migliaia di persone; mantenere, nonostante tutto, la fiducia nei meccanismi di garanzia e nelle istituzioni; in particolare conservare la fiducia nelle nostre società pubbliche di erogazioni dei servizi; trovare soluzioni per aiutare coloro che non sono (veramente) in grado di pagare;
cercare, applicare ed eventualmente introdurre (nei limiti consentiti dai poteri del Consiglio Comunale) regole che prevengano il crearsi di situazioni simili; cercare la verità sui fatti. La strada per arrivare alla verità è tortuosa ed in salita, piena di incantatori di serpenti e cantastorie digitali, ma è l’unico modo per capire cosa non abbia funzionato. Noi ci siamo.”

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