Borsalino, un cappello, una storia

Il nome Borsalino, da più di 160 anni, è sinonimo di alta qualità e modello di stile del “Made in Italy” nell’industria del cappello.
Diceva Giuseppe Borsalino “Non è un cappello che fa un uomo, lo è la testa che lo indossa.”. Da sempre è stato la scelta di attori e personaggi noti da sfoggiare come accessorio “trend” e come dettaglio distintivo. Non c’è uomo che conti che non ne abbia indossato uno.
Nata il 4 aprile del 1857 dal genio dei fratelli Giuseppe e Lazzaro Borsalino in un piccolo laboratorio della città di Alessandria, in circa una trentina d’anni diventa stabilimento manifatturiero e vede la sua sede nel palazzo che oggi ospita l’Università e il museo Borsalino. “Alessandria e Borsalino un binomio indissolubile da 166 anni” – afferma Philippe Camperio Presidente della Fondazione Borsalino.
La sua eccellenza viene riconosciuta anche dal Ministero per lo Sviluppo Economico del Governo Italiano che nel 2017 le conferisce il riconoscimento di “Eccellenze del sistema produttivo”.
La parola Borsalino compare tra le voci dell’Oxford Dictionary quale nome comune di cappello di feltro a falda larga. Uno dei modelli distinti diventa appunto il classico cappello in feltro, icona di stile senza tempo e ambasciatore del savoir-faire artigianale: per realizzarlo sono necessari oltre 50 passaggi individuali e 7 settimane di lavorazione. “Fedora e Trilby” sono due dei più famosi tra questi modelli. Il ritroviamo in molte pellicole italiane e straniere che hanno permesso il divulgare del nome Borsalino in tutto il mondo. Totò e Peppino indossavano il Fedora in una scena nel film “La banda degli onesti”. Humphrey Bogart lo indossò in “Casablanca”, Robert De Niro ne “Gli Intoccabili” e Roberto Benigni ne “La vita è bella” premio Oscar nel 1999. Come dimenticare il distintivo copricapo di Harrison Ford in Indiana Jones e ancora quelli indossati da John Belushi, Audrey Hepurn e Charlie Chaplin. Lo indossarono anche personaggi famosi come il presidente francese François Mitterrand, il regista Federico Fellini e fu il preferito addirittura del gangster Al Capone. Borsalino è il cappello che usava Michael Jackson durante esibizioni come Billie Jean o Smooth Criminal.
Icona estiva diventa il “Panama”; l’intreccio viene realizzato in Ecuador, rispettando le antiche usanze locali e poi i semilavorati vengono presi in consegna dagli artigiani di Alessandria che si occupano delle ultime fasi di lavorazione. Come sostiene la Borsalino “Con la preziosa trama di paglia, frutto di un processo complesso, rappresenta una tradizione artigianale trasmessa di generazione in generazione in seno alle comunità d’origine”.
Nel 1930 realizza una collezione tutta al femminile; nel film Australia, ambientato proprio in quell’epoca, Nicole Kidman ne sfoggia un modello. La regina Elisabetta II ne possedeva addirittura oltre 5000.
Il cappello diventa un accessorio che definisce epoche storiche, professioni, stili e nel marchio Borsalino raccoglie fan ancora oggi; il brand mantiene vivo lo stile tradizionale innovandosi allo stesso tempo attraverso l’uso di materiali innovativi e colori particolari.
Il cappello Borsalino è e rimarrà sempre un’icona di stile senza tempo, un must-have nell’armadio maschile e femminile perché un Borsalino non è solo un cappello ma racconta anche una storia.

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Giulia Gallina