Alessandria davvero vostra: c’era una volta FloreAle

Hanno il coraggio di chiamarla ancora “FloreAle, mostra mercato dei fiori”.
Siamo andati a visitarla convinti, dopo aver frequentato la bellissima Frascaro in fiore” animata da quasi un centinaio di espositori, tutti a tema, e decine di eventi, e la delusione è stata cocente.
La prima edizione di FloreAle nel 2010, nella splendida cornice della Cittadella, aveva fatto registrare oltre centomila visitatori che si erano piacevolmente aggirati tra i quasi 200 stand, tutti rigorosamente dedicati al florovivaismo e all’arredamento da giardino. In tema anche i tanti eventi collegati.
L’idea, vincente, era stata quella di ispirarsi alla “tre giorni per il giardino” di Masino, una delle più riuscite manifestazioni del settore di tutto il nord Italia. Allora, almeno, c’era qualcuno che aveva delle idee.
FloreAle 2023, invece, è il trionfo della mancanza di idee, ovvero dell’unica idea che caratterizza l’attuale amministrazione cittadina di centrosinistra a guida Abonante: l’accozzaglia farraginosa di tutto quello che capita.
Gli stand sono solo 50, ma di questi unicamente una sparuta minoranza è dedicata ai fiori o al giardino: poca scelta, poca originalità dei prodotti offerti.
In compenso, c’è di tutto: si parte coi piatti per il Tajine “originale Marocco” (ma cosa c’entra?) per passare alle maglie, ai calendari, ai vestiti, le caramelle, i palloncini.
Viale Repubblica, poi, è l’apoteosi della mancanza di un’idea concreta: ci sono gli stand gastronomici che di Piemontese hanno poco o nulla, per passare alle palestre, ai centri sportivi, alle associazioni di volontariato. Insomma, il caos che non serve a promuovere il territorio o la città e, tantomeno, a vendere fiori.
Perché chiamarlo ancora mercato floreale? La differenza con il concomitante mercato di Piazza Garibaldi è davvero difficile da cogliere, si ha l’impressione che questo non sia altro che il suo prolungamento.
Per vedere una qualunque fiera bastano e avanzano “San Baudolino” e “Gagliaudo tra i mercanti” che, almeno, hanno una partecipazione molto numerosa.
FloreAle è diventata una manifestazione senza identità e senza un progetto definito, come fosse il frutto di un’organizzazione frettolosa e raffazzonata.
Per rendere attrattiva Alessandria ci vogliono ben altro spirito, ben altra visione programmatica, ben altri disegni ideali, insomma tutto quello che da 10 mesi a questa parte la giunta Abonante non è stata in grado di formulare. E il tempo passa: sarebbe questa l’Alessandria”# davvero vostra”?

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