La mia cara Alessandria a Radio BBSI per il 3 maggio, compleanno della città: la storia della donazione di un terreno a Papa Alessandro III per costruirvi il Duomo, ma anche di più… – Un omaggio a Francesca Calvo
Alessandria – LMCA (La mia cara Alessandria), la trasmissione radiofonica su Radio BBSI che Piercarlo Fabbio scrive e conduce da 13 anni, ormai giunta alla 574esima puntata, è dedicata questa settimana al 3 maggio, compleanno della città. La nuova puntata andrà in onda il 2 maggio dalle 12:15 alle 13:15.
Fabbio parte da un antico documento sottoscritto dai consoli della città e dalla corte papale che in quell’anno, il 1170, è insediata a Benevento. Di cosa si tratta? Del dono di un terreno al Papa affinché gli alessandrini vi costruiscano la Chiesa di San Pietro in Platea
Maior. Ma anche qualcosa di più: la sottoposizione ad un censo da pagare alla chiesa da parte di tutto il popolo alessandrino e il giuramento di fedeltà al Pontefice.
Tutti d’accordo gli storici su quest’interpretazione? Nemmeno per sogno. Fabbio si fa aiutare dal gotha degli annalisti di casa nostra: Francesco Gasparolo, Giuseppe Bissati, Giuseppe Antonio Chenna, Pietro Civalieri, Tommaso Canestri, Carlo Avalle, Guglielmo Schiavina, Girolamo Ghilini ed Umberto Eco. E racconta il loro accapigliarsi intorno al documento e alle sue possibili interpretazioni. La polemica più vigorosa è sulla sottomissione di Alessandria al papato. Era effettivamente possibile oppure i consoli donarono solo un terreno ad Alessandro III e poco più?
E Umberto Eco? Lo scrittore, ricordato anche per l’intitolazione delle scuole alessandrine che avverrà proprio il 3 maggio, viene citato dal suo Baudolino. Anche in questo caso, una vera e propria sottomissione o solo una furbizia per tenersi Chiesa e terreno senza pagare dazio?
La puntata si snoda poi con le rubriche tenute da Simona Robotti, Gianni Pasino e Roberto Cristiano, non mancando di sottolineare alcune attualità, come quando Gianni Pasino legge il ritratto di Francesca Calvo scritto da Fabbio, in ricordo del ventesimo anniversario della morte.
E se gli storici non sono d’accordo su tante questioni, ecco che, nell’Almanacco del giorno prima, Fabbio ricorda che lo Schiavina fissa la data del 5 maggio per registrare il viaggio dei nostri consoli a Lodi e non quella del 3 maggio. Questioni che dalla storia di 855 anni si dipanano fino ad oggi.
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