Il Salone delle Donne: un reportage al femminile dal Salone del Libro di Torino, fra donne che scrivono, donne impegnate nel sociale e che fanno ricerche storiche…donne che ci insegnano la bellezza.
Come potrei iniziare questo reportage un po’ sui generis, breve diario, redatto cronologicamente – passando da un mattino dove stavo in forma e pimpante, ad un tardo pomeriggio dove invece ero semplicemente stanchissimo – della mia presenza al Salone del Libro di Torino 2023, se non esplicitandone il tema? Un tema un po’ particolare, perché vi propongo questo articolo come una lunga dedica alla presenza, importante anzi straordinaria, delle Donne al Salone.
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Inizio allora a presentarvi la mia compagna di viaggio nel marasma e nella bellezza di questo evento culturale che è il Salone: Silvia Perosino. Che non è solo socia – e importante collaboratrice della Presidente del Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato – ma è anche una raffinata intellettuale, che sa destreggiarsi fra diverse realtà artistiche, fra il teatro, l’insegnamento di Storia dell’arte, la grafica e la narrativa. Tra le tante cose, è appena uscito un suo libro, dal titolo suggestivo: Colline di carta…un libro decisamente sui generis, dove Silvia ci accompagna in notevoli passeggiate sentimentali fra le colline del nostro splendido Piemonte, fra Monferrato, Langhe e Roero. Non si è arrivati a tempo per presentarlo al Salone, è appena uscito: ne riparleremo. Ci siamo incontrati, in mattinata, quando il salone era ancora abbastanza tranquillo, allo stand della Laurana Editrice. Dove le han fatto molta festa, perché è lei che ha disegnato la copertina e le mappe interne, di uno dei libri di maggior successo della casa editrice di Lillo Garlisi, “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi, ed è lei, che fra le tante cose è anche attrice (Il Teatro delle Donne, ma guarda un po’), che in tante, tantissime presentazioni, ha letto, anzi, interpretato, alcune pagine di quell’immenso romanzo.
Da sinistra: Silvia Perosino, Lillo Garlisi e Giulio Mozzi, della Laurana, Greta Bertella – editor – e il Direttore di Alessandria24,com Massimo Taggiasco.
Ed è alla Laurana che conosco due delle notevoli donne di cui vi parlerò in questo articolo. Sono loro che Gian Marco Griffi ringrazia sempre per lo straordinario lavoro di Editing che han fatto al suo grosso tomo di 800 pagine: Lucia Zago e Greta Bertella. A Lucia poi domando quanto è stato faticoso il suo lavoro di editing su quel librone. Sorride ma mi confessa che è stata veramente dura, ma anche molto appassionante, lavorare con un immenso materiale narrativo come quello di Ferrovie del Messico. Gian Marco Griffi mi ha spiegato in più occasioni che, senza queste due straordinarie compagne di viaggio, probabilmente il suo romanzo, così come lo abbiamo ora, non sarebbe mai venuto alla luce.
Lucia Zago, editor per la Laurana e Silvia Perosino
Proseguendo nella mattinata del Salone io e Silvia andiamo a trovare, allo stand della Parallelo45 (ma loro lo scrivono al contrario), Maura Maffei. Maura, che ho conosciuto all’inaugurazione di Golosaria 2023: il suo intervento sul tema dell’emigrazione mi aveva davvero colpito moltissimo, perché era dedicato ad una vicenda storica a me sconosciuta, ma allucinante. Perché Maura è una scrittrice che ha dedicato molte ricerche ed un paio dei suoi romanzi storici ad un terribile episodio accaduto agli emigranti italiani in Gran Bretagna, durante la II Guerra Mondiale. Che furono – ingiustamente – rastrellati dopo l’ingresso dell’Italia in guerra, ma solo gli uomini e le donne e i bambini lasciati nell’indigenza – e in parte caricati sulla nave (da crociera), la Arandora Star, che venne affondata da un sommergibile tedesco perché non correttamente segnalata dagli inglesi ai tedeschi. Ci saranno occasioni di parlare della tremenda vicenda che lei ha narrato, a partire dal suo romanzo storico Quel che abisso tace, che ho ora in lettura. Al quale ha dato seguito con un altro romanzo storico, Quel che onda divide. Ma Maura è anche una grandissima esperta del mondo Irlandese, tanto che se prendi un suo libro ti regala un segnalibro con il tuo nome in gaelico, e te ne insegna la pronuncia! Ed è per di più una simpaticissima affabulatrice. Io e Silvia, dato che era un momento ancora abbastanza tranquillo, abbiamo avuto il piacere di una bella e tranquilla conversazione con lei, che di romanzi ne ha scritti parecchi.
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Nel frattempo il Salone di sta riempiendo a dismisura. Ora ci sono code kilometriche per un accesso al bagno, altrettanto per un caffè. Mangio un Hot Dog costoso come un piatto di agnolotti con tanto di ketchup che mi si sbroda sulla macchina fotografica. Sob! E poi via, si ritorna alla Laurana per avere il piacere di conoscere di persona una notevole scrittrice, che sino ad oggi avevo conosciuto solo su Facebook: Silvia Grossi. Di Silvia, avevo letto con piacere il libro precedente, “L’ultimo respiro del sole“, appassionante e decisamente impegnato dal punto di vista sociale e ecologico. Che poi Silvia è una persona che crede davvero che l’impegno sociale, politico e civile siano un tutt’uno con l’impegno di scrittrice e semplicemente di donna. Tanto è vero che lo scorso anno è stata insignita della menzione speciale del Premio Internazionale Ignazio Silone, denominata Premio Fontamara, proprio per le tematiche affrontate in quel romanzo. Ma di persona, al Salone, alla precedente conoscenza virtuale ora posso aggiungere, di Silvia Grossi, la sua divertita cordialità e il suo splendido sorriso. Parliamo dell’Ultimo respiro del sole, che ha avuto anche un ottimo successo di pubblico, e se lo merita, a mio avviso…e poi c’è il suo ultimo libro, fresco di stampa ed in anteprima al Salone, dal titolo un po’ inquietante Mercoledì ti ucciderò. Che è un romanzo giallo. Anche se il suo editore, Lillo Garlisi, mi ha confessato, in mattinata, che è stato lui a convincere Silvia a trasfondere nella struttura di un “giallo” le sue idee fatte di impegno e partecipazione. Lei ci ha messo…beh, tutta la sua creatività. Fantastico. E dopo questa breve ma splendida conversazione con Silvia, via di nuovo, immersi nel flusso un po’ folle di una folla ora davvero immensa, verso altri eventi, ma con il suo libro e il piacere indelebile della sua conoscenza.
E dopo una parentesi di cui vi parlerò a parte, eccoci all’evento de I Marchesi del Monferrato, Dove un’agguerrita coppia di donne, più che per presentare un libro, è lì per parlare di un tema importante e doloroso, ovvero quello degli stereotipi maschili CONTRO l’universo femminile. Loro sono la Presidente dei Marchesi, che ha creduto e fortemente voluto questo evento, Emiliana Conti, che ci introduce all’argomento con la sua sempre straordinaria e veemente passionalità, e Cinzia Montagna, che è una scrittrice dalla poliedrica personalità, perché, laureata in Storia della Storiografia, sa affrontare i temi, che propone alla nostra attenzione, con un puntiglio di storica dalle notevoli capacità analitiche, ma è anche una scrittrice di narrazione dallo stile intrigante e di ottima leggibilità, che non teme di utilizzare egregiamente l’arma dell’ironia. Purtroppo al Salone bisogna fare i conti con il tempo tiranno e contingentato, per cui secondo me non ha potuto esprimere tutto ciò che avrebbe potuto. Ma ci ha accompagnati lo stesso in un excursus attraverso il tema dell’incontro, gli stereotipi contro la donna. Tema che, a pensarci, mette i brividi. Che dire, infatti, del torinese Lombroso, considerato ai suoi tempi scienziato sopraffino, che scrisse, ad esempio, che le donne dimostrerebbero la loro limitata capacità intellettuale perché…non diventano calve o lo diventano molto dopo gli uomini loro coetanei! davvero una scientificità acuta e lodevole!!! Queste e parecchie altre le considerazioni che Cinzia ha esposto, e testi che ha citato, hanno sparso fra noi riflessioni e domande che avrebbero richiesto un tempo di trattazione assai più lungo. E chissà che non accada, di avere prima o poi l’agio di riprendere questi argomenti.
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Ed infine, lasciatemi fare un omaggio ad un’altra donna, che non sono riuscito a conoscere al Salone, anche se l’ho ascoltata per alcuni minuti come intervistatrice di un grande scrittore, e le ho fatto alcune foto. Lei è Loredana Lipperini, ed è essa stessa scrittrice di grande valore, che ha scritto saggi raffinati (Invito all’ascolto di Johann Sebastian Bach, per Mursia, ad esempio), ma anche romanzi e per il teatro. Ho letto un paio di suoi libri firmati come Lara Manni e li ho trovati ottimi. Ma se non l’ho mai conosciuta di persona, io ho ascoltato Loredana Lipperini tantissime volte. Perché è anche una delle conduttrici della trasmissione radiofonica Fahrenheit, dedicata al mondo dei libri e della cultura, che ogni volta che posso ascolto su Rai Radio 3. L’ho ascoltata tante volte e sempre ammirata per il suo modo di fare pacato e sorridente, ma sempre acutissimo, dalle grandi qualità analitiche ed interlocutorie.
E quindi lasciatemi concludere questo mio contributo per il Salone del Libro con un ringraziamento finale a lei e a tutte le splendide Donne che ho incrociato, conosciuto, citato…e ammirato, in questa piovosa ed affollata giornata al Salone del Libro di Torino 2023.
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