Il Principe e Felicita

Come inizia una fiaba? Con il solito “C’era una volta “oppure “C’era una volta in un regno lontano” con un principe  senza macchia e senza paura che si innamora perdutamente  di una donzella da salvare, magari incontrata per caso in un bosco o a un ballo, insieme a occhi cattivi da sconfiggere, nani amichevoli e topi parlanti. Sono le fiabe classiche di Biancaneve, Cenerentola, la Bella addormentata nel bosco, tanto per citarne alcune. La storia che voglio raccontarvi invece,  inizia così: “C’era una volta a Frassinello Monferrato, un Principe ….. ”, ma in questo caso ve la racconterò ribaltata, partendo dalla fine, con un principe sepolto nella chiesa di Sant’Anna,  una chiesa tra le più antiche di questo ridente paesino del Monferrato. Il principe è morto da quasi duecento anni, difficile si possa risvegliare sotto l’effetto d’un bacio di vero amore. Tuttavia le parole contenute nell’epitaffio avrebbero il potere di farlo risvegliare davvero, se  fossimo dentro a una fiaba, ma non è questo il caso purtroppo, seppure l’inciso sia una carezza d’amore, un bacio scolpito in versi, un amore eterno, un’eco inestinguibile da tramandare ai posteri, capace di far resuscitare i morti.
E’ l’estremo saluto di una moglie innamorata e devota che tanto rimpiange gli anni felici vissuti insieme all’amore suo più caro e che invoca il signore di lenire le sue sofferenze, concedendole la sepoltura accanto al suo sposo quando sarà tempo.   Il destino però non è stato magnanimo e non ha voluto accontentarla. Lei gli sopravvisse per lungo tempo, per oltre cinquant’anni, morendo vecchissima alla veneranda età di  novantasei anni. La speranza di essere tumulata insieme al consorte morì con lei e oggi le sue spoglie riposano lontano da qui, nel cimitero di Casale Monferrato.
Riemerge il dolore atavico della vedova inconsolabile e, nella fioca luce del tempio si leva una profonda tristezza. Ricade  a pioggia sugli animi sensibili che si fermano dinanzi al marmo freddo del sepolcro, riscaldati dalle dolci parole incise sulla pietra tombale.
E proprio qui, a Frassinello, il Principe Luigi di Salm Salm finì i suoi giorni ospitato da un parente di Felicita, sua sposa. Gli innamorati si erano trasferiti da Casale alla quiete del paesaggio monferrino a causa della salute cagionevole del Principe.
La campagna avrebbe dovuto  giovare alla salute del  Principe che andava piano, piano declinando, ma nonostante la vita tranquilla e la compagnia dell’amata consorte il suo cuore cessò di battere a soli cinquant’anni. Avevano vissuto il loro sogno d’amore in una residenza in “Contrada della Maire” a Casale Monferrato, la stessa che all’inizio del secolo scorso divenne un albergo e prese il nome di “Albergo Principe” in memoria di chi lo abitava.
Non si sa come si conobbero e nemmeno se siano mai convolati a nozze poiché l’atto di matrimonio non  è mai stato ritrovato. A riprova che davvero il Principe Salm Salm e Felicita Morano fossero davvero marito e moglie resta solo l’epitaffio che ne testimonia il legame coniugale.
La storia ha inizio nel 1772.
C’era una volta in un regno lontano un principe, tal Luigi di Salm Salm discendente di Sua Altezza Serenissima il Principe Massimiliano di Westfalia. Le origini materne spingono il giovane principe a trasferirsi in Piemonte e proprio qui a soli 19 anni abbraccia la carriera militare riportando enormi successi uno dopo l’altro. Diventa prima capitano poi maggiore fino a diventare colonnello del Reggimento Reale Alemanno che faceva parte dell’Armata Sabauda del Ducato di Savoia e del Regno di Sardegna. Da Parigi torna in Piemonte, a Casale Monferrato ed è proprio qui che nasce l’idillio con la giovane Felicita. Lui le appare imponente, nella sua uniforme turchina, profilata da una lunga serie di bottoni foderati d’oro,  un berrettone di carcassa di pelo d’orso, tinto di nero dalla forma di pan di zucchero gli incornicia il volto su cui spiccano due grandi e austeri mustacchi neri girati all’insù. Quest’uomo affascinante deve aver fatto subito presa sul cuore della giovane che se ne innamora perdutamente. Un sentimento che durerà fino alla fine dei suoi giorni.
Questa è la fine della storia o meglio il principio. Una storia a lettura palindroma. Spetta a voi scegliere la direzione da cui partire.

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